Capitolo 4

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«Te l'avevo detto che quel profumo fa miracoli.» disse Carla sdraiandosi sul mio letto.

«Macché, è stato imbarazzante.» le tirai un cuscino.

«Imbarazzante?» si mise seduta di scatto. «Ander ti dice di essere eccitante e tu ti imbarazzi?»

«Certo che si!» esclamai nervosa. «Non era una delle migliori situazioni, Carla.» mi sedetti al suo fianco. «Il suo sguardo era troppo...»

«Intenso.» la guardai stranita avendo completato la mia frase. «Che c'è? Se non piacesse a te, me lo farei eccome.» rise.

«Lui non mi piace.» alzai gli occhi al soffitto sorridendo. «Semplicemente stargli vicino mi fa un certo effetto.»

«Già e scommetto che questo effetto sia il voltastomaco. Andiamo Olivia, gli sbavi praticamente dietro.» scherzò.

«No!» mi alzai di tutto punto. «Io non gli sbavo dietro. Non intendevo dire questo.» sbuffai sedendomi nuovamente. «E poi ieri sicuramente era ubriaco fradicio.» aggiunsi.

«Oli, ieri Ander non ha toccato alcol.»

«Allora avrà fumato qualcosa di poco salutare.» feci spallucce mentre lei scoppiò a ridere.

«Credi davvero che sia un ragazzo così fuori strada?»

«Beh, fuori di testa un po'.» risi facendole scuotere il capo. «Il tuo telefono squilla.» indicai con la testa la scrivania su cui era poggiato l'oggetto.

«Lascia stare sarà sicuramente Polo.» disse quando ormai ero già vicina al cellulare.

«In realtà è Samuel.» mi girai verso di lei. «Che faccio, rispondo?» chiesi con tutta la libertà del mondo dato che ormai entrambe usavamo l'una il telefono dell'altra.

Annuì.

«Pronto Samuel?»

«Carla, ma quanto ci vuole per rispondere?»

«Samu sono Olivia.» risi.

«Oh ciao Oli, scusami.» lo sentii sorridere. «Carla è lì con te?»

«Si, esatto. Te la passo?»

«Posso dirlo e te e poi glielo riferisci, okay?»

«Spara.»

«Dille che mi è arrivato il pacco che aveva ordinato mesi fa e che non posso portarglielo al momento. Può venire a prenderlo?»

«Cazzo, ho un appuntamento con Polo.» disse la ragazza avendo sentito le parole di Samuel. «Non è che potresti prenderlo tu?»

«Io?» chiesi.

«Perché no? Ti mando l'indirizzo ed è fatta.»

«Va bene allora. A più tardi.»

«Cos'è che hai ordinato mesi fa?» le chiesi mettendo il cellulare al suo posto.

«È un regalo per Polo. Poi te lo farò vedere.» sorrise per poi guardare l'orologio. «Cavolo è tardissimo, devo scappare.» si alzò afferrando la sua borsetta per poi baciarmi la guancia. «Non fate stupidaggini.» mi guardò con uno sguardo perverso.

«Sei sempre la solita.» risi accompagnandola alla porta.

«Chiamami più tardi, baby.» sorrise.

Dangerous boy || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora