2 Il trasloco

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Era domenica mattina: avevo appena finito di litigare con mia madre, quando sentii le mie sorelle confabulare qualcosa come "cambiare città". Così mi si accese una lampadina: avremmo cambiato città tutte e tre insieme e ci saremmo stabilite a Torino(a
poche ore dalla nostra attuale casa) sede della loro università, dove c'erano anche dei buoni licei tra i quali scegliere quello in cui avrei potuto continuare il mio percorso di studi.
Dopo essermi complimentata con me stessa per la mia idea assolutamente geniale, mi precipitai da loro a dire cosa mi frullava in testa. Samantha fu subito entusiasta, tanto che esordi con un "Brava Van! Ho un genio di sorellina! E pensare che ho sempre creduto fossi una buona a nulla!" - come al solito la sua gentilezza era spiazzante. Cristina, invece, non disse nulla per qualche minuto: stava elaborando, come era solita fare, qualcosa per preorganizzare tutto e fare una previsione generale per assicurarsi che poteva essere una buona idea quella del trasloco. Dopo un lungo meditare, le spuntò un sorriso enorme sul viso che fu seguito da un "Faremo le baby-sitter per poterci mantenere!". Lo disse con così tanto entusiasmo che io e Sam non avremmo avuto il coraggio di dirle di no neanche se avessimo voluto farlo, perché quando Cri si mette una cosa in testa guai se provi a farle cambiare idea, ti divora in un sol boccone.
Dunque eravamo tutte e tre d'accordo, ma adesso arrivava la parte più difficile: convincere papà. Si, perché la mamma era molto più facile da persuadere: bastava dirle che avremmo fatto le brave e che saremmo tornate a trovarla di tanto in tanto. Ma per papà sarebbe stato un duro colpo: le sue tre "bamboline" (ci chiamava così da quando eravamo piccole) che quando andavano in gita alle medie e ci stavano tre giorni, non poteva fare a meno di chiamare almeno sei volte al giorno, sarebbero state via per più di poche notti. Sapevamo che per lui sarebbe stato un dramma e concordammo sul farci aiutare dalla mamma. Così la mattina dopo le comunicammo le nostre intenzioni cercando di portarla dalla nostra parte, pronte ad un eventuale e probabilissimo scontro con papà. Nostro padre è il tipico uomo che fuori casa fa il duro e poi di fronte alle sue creature si scioglie come un ghiacciolo nel bel mezzo del sole di mezza estate. Ma , nello stesso tempo, è una persona molto testarda a cui non farai mai cambiare idea a meno che tu non sia più cocciuto di lui e sia sua figlia o sua moglie; da qualcuno avrà pure dovuto prenderla quella capoccia la mia Cri, ed era proprio lei il nostro asso nella manica. Il piano era questo: ci saremmo avvicinate tutte e quattro a lui e subito lei e la mamma avrebbero iniziato l'opera di convincimento, mentre io e Sam avremmo fatto le cocche di papà, distraendolo con massaggi alle spalle, bacetti teneri e moine varie.
Avevamo anche un piano B: nel caso in cui fosse nata una lite tra i tre, io e Sam saremmo intervenute con le solite frasi del tipo "se tu volessi davvero il meglio per noi, capiresti" e , da brave attrici, avremmo fatto breccia nella sensibilità del nostro unico spettatore. Potevamo farcela.
Ed ecco che, come previsto, papà aveva ceduto, anche se dopo due intere ore di discussioni e urla; io e Sam, più felici che mai, ci precipitammo in stanza a fare le valige, mentre Cri si stava già impegnando nel trovare la casa giusta, aiutata dal suo "ragazzo perfetto". Quei due erano una coppia di geni: in una sola ora erano riusciti a trovare l'abitazione giusta, grande abbastanza per il poco affitto che avremmo dovuto pagare. Finiti i preparativi, si erano già fatte le dieci di sera ed era ora di un po' di riposo; la mattina presto avremmo salutato mamma e papà e saremmo finalmente partite.
Ero così emozionata che non chiusi occhio e passai la nottata a fissare il soffitto e ad immaginare come sarebbe stata la mia vita dal trasloco in poi: avrei fatto nuove amicizie, mi sarei divertita a prendermi cura di piccole creature, poi avrei iniziato una nuova scuola; magari avrei anche incontrato qualcuno di così interessante che sarebbe riuscito farmi innamorare e farmi star bene, finalmente, anche se ne dubito fortemente.

Ti amo, poi ti odio, però ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora