Non so se era davvero questo quello che volevo, ma alla fine ho rinunciato.
Ho rinunciato a te, a noi.
Quale noi?
Non lo so, non conosco la risposta, e so che non la conoscerò mai.
Ma forse è giusto così.
Forse doveva andare così.
'Che tanto lo sapevo dall'inizio che non poteva funzionare, in un modo o nell'altro.
Ogni giorno che passavo al tuo fianco ne era la conferma.
Un continuo tira e molla, una corsa in bilico su un filo. Te che a volte ti voltavi e sorridevi, altre volte ignoravi le mie urla e continuavi a camminare.
Ed ad ogni passo che facevo, la mia fiducia vacillava sempre più.
E dov'è adesso? I miei sentimenti dove sono? Tu, dove sei finito?
Non ricordo più il colore dei tuoi occhi. Erano azzurri, turchesi, color ghiaccio? Non lo so più.
Non volevo dimenticarti, te lo giuro. E a volte mi sento in colpa, anche se non dovrei: se ho messo un punto, l'ho fatto a causa tua.
Ma che importa di chi è la colpa? Non era destino e lo sapevo.
Semplicemente una strada a senso unico, in cui guidavo controsenso.
E a che è servito tutto questo? Forse a trovare la forza di rialzarmi e ricominciare. Forse per farmi capire che non tutto era andato a puttane, che il mio cuore era in grado di battere ancora, che vale sempre la pena lottare.
Io per noi ho lottato, anche se sapevo non sarebbe servito, anche se sapevo che sarebbe stato tutto vano.
Ho lottato per noi, per te, e soprattutto per me.
E non so cosa ti resta: probabilmente niente, neanche il ricordo.
Ma so che a me resta la consapevolezza di essere più forte del dolore del mio cuore a pezzi, la voglia di guardarmi intorno, sorridere e parlar d'amore, il ricordo di una voce dolce e di un paio d'occhi chiari, anche se non ne rammento più il colore.
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Lettere dall'oblio.
PoetryRaccolta di lettere miste e poesie, mai mandate, scritte per persone diverse, o per me stessa. Nessun'aspettativa, ma se vi va, leggete.