T r e n t u n o

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Jimin sentì una stretta al cuore quando il suo amico pronunciò quelle parole. Davvero pensava che questo dolore gli avrebbe tolto il sorriso per sempre? Il biondo non si era mai innamorato ma, vedendo quanto questo sentimento avesse distrutto Jungkook, perse tutta la voglia di provarlo.

«Tornerai a sorridere Kookie. Sorridevi prima di lui e sorriderai anche ora. Sorridiamo per così tanti motivi diversi ogni giorno che, anche volendo, una sola persona non è in grado di portarceli via tutti.»

Jimin non era mai stato bravo nel consolare le persone, nell'essere la roccia della quale avevano bisogno per aggrapparsi e non scivolare nel buio, ma soprattutto non ne aveva mai avuto il bisogno con Jungkook. Il moro era sempre stato forte, sembrava un tipo difficilmente intaccabile, che affrontava la vita di pancia senza nascondersi e senza paura, eppure un sentimento così puro come l'amore l'aveva distrutto. Ma non doveva essere proprio l'amore a guarire ogni male? Come poteva essere invece la causa di tutto quel dolore se non corrisposto?

La suoneria del suo cellulare lo risvegliò dai suoi pensieri e, con una mano, lo tirò fuori dalla tasca per controllare il contenuto del messaggio mentre, con l'altra, continuò ad accarezzare i capelli di Jungkook che era ancora affogato dalle sue stesse lacrime.

< Come sta? >

Era tutto ciò che recitava il messaggio al quale decise di non rispondere.

«Jimin, se devi tornare a casa lo capisco. Io sto bene.»

Ma entrambi sapevano che quella fosse una bugia, non stava affatto bene e aveva bisogno della compagnia del biondo per non chiudersi nel suo mondo che in questo momento era fatto di dolore e tristezza.

Infatti Jimin rimase con lui per tutto il giorno e si assicurò di fargli mangiare qualcosa di nutriente a cena. Non se ne andò finché il suo amico non cadde tra le braccia di Morfeo ad un orario decisamente anticipato rispetto al suo solito ma che gli fece intuire che in questi tre giorni si fosse privato, oltre che del cibo, anche del sonno.

Si incamminò verso casa sua mentre pensava a come il giorno dopo avrebbe nuovamente saltato le lezioni per far compagnia a Jungkook con l'obiettivo di riuscire a farlo uscire di casa, magari anche solo per una breve passeggiata.

Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse che, sulle scalette davanti al portone di casa sua, ci fosse una persona seduta ad aspettarlo finché quest'ultima non gli fu d'intralcio per il passaggio.

«Che ci fai qui?» Chiese Jimin con voce irritata.

Non gli piaceva essere arrabbiato con il suo migliore amico ma, dopo aver visto con i suoi occhi le condizioni in cui riversava Jungkook, non riuscì a nascondere un po' della delusione che stava provando.

«Come sta?» Gli domandò Taehyung.

Il biondo rise quando lo sentì pronunciare quelle parola ma, nella sua voce, non c'era nessuna traccia di divertimento. Lo scavalcò e tirò fuori le chiavi per aprire la porta di casa sua.

«Non mi hai risposto al messaggio. È da un po' che ti sto aspettando qui.» Continuò il castano.

«Se ti interessa tanto sapere come sta perché non lo chiedi direttamente a lui, Tae?» Sbuffò Jimin.

«Beh, io..» Balbettò, ma il biondo lo interruppe subito.

«Ah, non ti sforzare neanche ad inventare qualche balla.»

Taehyung restò in silenzio e si alzò dalle scale raggiungendo il suo amico davanti alla porta di casa.

«Te lo dico io il perché.» Continuò il biondo mentre lo guardava dritto negli occhi. «Perché devi continuare a recitare la parte del coglione senza sentimenti, che usa i ragazzi per una scopata e poi li butta via, ma sai meglio di me che Jungkook non è stato solo una botta e via per te.»

«Non so cosa ti abbia raccontato ma non sai come stanno le cose, quindi evita di sparare sentenze.» Controbatté Taehyung.

«Io so più di quello che pensi e non perché me l'abbia raccontato lui ma perché conosco entrambi abbastanza bene per capire come stanno le cose.» Gli spiegò Jimin. «Sono giorni che piange e sai a chi dà la colpa di tutto questo?» Gli chiese.

«A me.» Rispose sicuro Taehyung mentre abbassava lo sguardo verso la terra.

«Vedi che sei tu a non sapere un cazzo allora!» Urlò il biondo. «Lui incolpa se stesso. Pensa che sia stata colpa sua se si è illuso, interpretando male i tuoi gesti.» Continuò.

Taehyung rimase in silenzio, troppo sconvolto nel realizzare che Jungkook si stesse addossando tutta la colpa quando chiaramente non ne aveva alcuna.

«E poi quel bacio...» Riprese a parlare Jimin. «Cazzo Tae, perché l'hai baciato? Perché l'hai baciato se non eri pronto ad ammettere che ti sei innamorato di lui?»

Il castano alzò il capo per guardare Jimin negli occhi con aria confusa. Perché il suo migliore amico gli stava dicendo quelle cose? E soprattutto perché stava dando per scontato che lui si fosse innamorato di Jungkook?

«Io non sono innamorato proprio di nessuno.» Esclamò.

«Oh andiamo, Tae. Se vuoi continuare a prenderti in giro fallo pure ma non riuscirai a prendere in giro anche me. Dovrei davvero credere che sia normale per te andare a letto più di una volta con qualcuno? O che chiedi a tutti quelli con cui scopi di uscire con te per andare in sala giochi? O ancora che passi le serate a casa tua a guardare film con qualcuno che ti interessa solo portare a letto? Sai anche tu che sono tutte cazzate. So anche quanto tu possa essere stronzo ma non avresti mai rubato il primo bacio di Jungkook se davvero non provassi qualcosa per lui e soprattutto non ti importerebbe minimamente di sapere come sta adesso. Hai spezzato il cuore a tanta di quella gente Taehyung, nostri amici e non, ma mai una volta ti ho trovato sotto casa mia, dopo che aspettavi chissà da quante ore, solo per sapere come stesse quella persona.»

Taehyung non disse niente ma Jimin capì da come cambiò l'espressione sul suo volto che le sue parole l'avessero colpito in pieno.

«Torna a casa, Tae. Penso tu abbia bisogno di dormire e di riflettere.» Concluse il biondo mentre apriva la porta di casa sua. Prima di sparire all'interno, però, parlò di nuovo. «Buonanotte.» Gli augurò e poi chiuse il portone.

Il castano rimase qualche minuto immobile davanti a quella casa, come se stesse ancora cercando di assimilare il fiume di parole che aveva fatto scorrere Jimin e che lo stava portando via via sempre più vicino al capire se stesso. Non poteva dimenticare facilmente ciò che si era appena sentito urlare contro ma non poteva nemmeno dimenticare che nel suo mondo l'amore non esistesse, che non fosse neanche contemplato. Come poteva anche solo pensare di provare un sentimento in cui non aveva mai creduto?

Tornò a casa con più dubbi di prima. Decise di andare a dormire per staccare un po' la spina da tutti i suoi pensieri. Impostò la sveglia per il giorno dopo e si accorse di avere un nuovo messaggio. Era stato così impegnato a pensare che non aveva nemmeno sentito il suo cellulare suonare.

< Sembra che il tuo amico voglia portarti sulla via sbagliata. Taehyung, ricordati che non c'è posto per l'amore in questa vita, non c'è posto per l'amore nella tua vita. >












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Spazio autrice:

Nuovo capitolo in cui dobbiamo tutti dire grazie al nostro Jimin angioletto. Lui sa già come stanno le cose e sta cercando di farlo capire anche a Taehyung. Ci riuscirà?

Capitolo corto corto ma spero vi sia piaciuto, fatemi sapere!

Grazie per i mille followers qui su Wattpad e per le 480k letture di bak. Vi adoro!

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 Behind a Kiss ~ [Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora