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Prendo la borsa da spiaggia e mi avvio verso il mare. Mia mamma e mio papà sono già là con mia sorella René di sei anni e mio fratello Elia di 17. Quest'anno avrei dovuto essere in Sardegna con Leo. Mi torna una morsa allo stomaco dalla rabbia. Quattro anni insieme. Sono passati più di sei mesi da quando l'ho lasciato. Mi ha tradito. La rabbia è più per me stessa, per tutta la fiducia che gli ho dato, per tutto quello che  ho rinunciato per lui. Arrivo in spiaggia, da distante noto René in acqua in braccio ad un ragazzo biondo.
M: Lucrezia hai preso da bere?
L: si mamma. Ma con chi è in acqua René che non capisco?
M: con il suo grande amore.
L: Dai, Federico?! Vado a salutarlo.
Lascio la borsa, mi spoglio e mi avvicino. René è attaccata al collo di Fede. Lui sta ridendo, la bacia e poi si lancia in acqua con lei. Escono da sotto acqua e si girano a guardarmi. Gli occhi di Federico mi stupiscono ogni volta che li incrocio. Sono dello stesso colore del cielo che ha dietro in questo istante. Gli sorrido.
F: Lucrii sei arrivata. Fatti abbracciare.
L: ciao Fede. No non vengo, siete bagnati.
Mia sorella lo guarda ridendo, lui le fa l'occhiolino. Un secondo dopo mi stanno abbracciando entrambi tra le mie urla, fino a farmi cadere in acqua con loro.
Fede mi da due baci.
F: che bello rivederti. Come mai qua?
R: è con noi perché si è lasciata con Leo e le sue amiche sono tutte impegnate.
Fede mi guarda con aria interrogativa. Bacio mia sorella
L: piccola pettegola. Potevo andare via con Eleonora, ma ho preferito stare tranquilla con voi.
F: come stai?
Alzo le spalle
L:ti racconterò con calma.
R: ha pianto tanto. Io lo odio.
L: René, non voglio sentirti dire queste cose. Se lo trovi, lo saluti e basta. Sono cose mie tesoro.
F:ha ragione tua sorella.
L:tu come mai qua?
F: quest'anno mia mamma arriva dopo e sto approfittando, fino a sabato, per star tranquillo. Poi lei arriva con Emma, la mia ragazza e mi faccio ancora un po' di giorni.
R: hai la ragazza? Dopo posso baciarti o è gelosa?
F: amore mio, tu resti il mio grande amore e puoi farlo, deve farsene una ragione anche lei. Un giorno voglio una bambina bella e dolce come te.
R: ho sete, vado a bere.
Ci lascia soli.
F: vieni a bere qualcosa al chiosco e mi racconti cosa succede?
L: ok.
Ci sediamo e velocemente gli racconto.
F: ma dove li hai beccati?
L: a casa di Leo. Passavo di là e mi sono pensata di fermarmi a trovarlo. Ho suonato, ho chiesto permesso e sono entrata. Lui è sceso dalla camera vestendosi. Mi ha chiesto come mai ero là. Era nervoso. Ad un certo punto, lei è uscita mezza nuda chiamandolo e guardandomi con aria provocatoria. Lui prima l'ha guardata male, poi ha abbassato la testa.
F: cosa hai fatto?
L:ero sconvolta. Lei davanti a me  gli ha fatto presente che era evidente non mi avesse ancora lasciato e detto di lei. Lui non parlava. Sono uscita, per poi rientrare due secondi dopo per tirargli dietro l'anello che mi aveva regalato e andarmene.
F: un pugno no? Sono sincero, quando l'ho visto la prima volta qua, non mi è mi piaciuto, ma non mi sono permesso di dirti nulla. Mi dispiace Lucri. A parte che non gli piacevo nemmeno io, era evidente.
L: qualsiasi persona fosse mia amica, non gli piaceva. In ogni caso, ho scoperto che mi ha tradito più di una volta. Sono stata veramente una stupida.
F: Eri innamorata e ti fidavi. Lo sei ancora?
L:no. Ho solo tanta rabbia. L'ho rivisto e gli ho chiesto perché non mi ha lasciato. M'ha detto che in fondo non voleva, perché in realtà non aveva mai litigato con me, ero una delle poche che non rompeva ed ero tranquilla, affidabile e i suoi amici gli dicevano che era uno stupido a lasciarmi. Ma non mi amava. La stupida ripeto ero io.
F: No, non sei stupida. Ti conosco da quando sei piccola. Abbiamo passato estate intere insieme. Sei buona, piena di fiducia nelle persone, socievole e accondiscendente. Per arrivare a litigare con te, bisogna mettersi davvero d'impegno. Non sei una aggressiva, piuttosto stai zitta. Questo però non gli dava il diritto di fare quello che ha fatto. Doveva rispettarti ancora di più e dirtelo. Spero di non trovarlo.
Si sta alterando.
L: Fede non ti agitare. È finita. Comunque grazie.
F:ok. Dimmi che ora stai bene.
Respira a fondo e mi guarda. Gli sposto il ciuffo e lui mi prende la mano tenendola tra le sue.
Fin da piccola riusciva sempre a farmi ridere. Quando ero triste o agitata riusciva a calmarmi, solo guardandomi, come se dentro quell'iride azzurra ci fosse un qualcosa di magico. Lo ha appena rifatto. Il vuoto e la rabbia mi è svanita. La sua vicinanza mi fa star bene, è sempre stato così. Quando è nata René, Federico era l'unico che riusciva a farla dormire in spiaggia e farla star buona e mia sorella lo adora quanto me.
L: si Fede. Sinceramente ora che sei qua, ancora di più. Come ai vecchi tempi. Raccontami invece cosa stai facendo tu. Chi è Emma?
Mi sorride e inizia a raccontarmi del lavoro e di Emma
F: Emma l'ho conosciuta un anno fa, ma ci ftrquentiamo seriamente da circa otto mesi. Mia mamma ha insistito per farla venire un po' qua con noi. Te la presento sabato.
L: si, mi fa piacere conoscerla. Anzi vieni con lei e tua mamma da noi alla sera, compio gli anni. I miei sicuramente sono d'accordo. Ci sono i soliti delle case attorno.
F: è vero ne fai 23 sabato. Mi ricordo le feste fatte. Che bei ricordi. Adoravo le estati qua, eravamo una bella compagnia.
Continua a tenermi la mano. Vediamo arrivare di corsa René.
F: è identica a te. Gli stessi occhi verdi.
L: ti adora.
Si mette a ridere e molla la mia mano per prenderla in braccio.
F: dai facciamo il bagno, vieni Lucrezia.
Li seguo ed entriamo in acqua.

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