Capitolo 4

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Mi scosto bruscamente "Mio padre ha bisogno di aiuto"dico, per poi correre via senza voltarmi indietro.
Arrivata alla stramberga strillante, entro e vado alla ricerca di mio padre.
"Tesoro, Minus è mort-"
"Padre, è andato tutto a rotoli." cerco di trattenere le lacrime "Il fatto è che una professoressa ha fatto irruzione e per evitare di finire nei guai, ho lasciato perdere"
Leggo nella sua mente e nei suoi occhi la delusione verso di me. Cerco di trattenere le lacrime "Evidentemente non sono fatta per essere un mangiamorte" e vado via. Mi sento uno schifo.
Corro nel dormitorio, mi butto sul letto e piango.
"Hey! Mi hai abbandon- OH SALAZAR PERCHÉ PIANGI?"
Pancy si siede a fianco a me, provando a consolarmi, ma senza risultato.
***
Sta notte non ho chiuso occhio ed oggi non mi sento bene. Sto male sia fisicamente che psicologicamente.
Poi mi rendo conto. Sto mettendo i miei amici in pericolo per colpa mia. Mi alzo, esco dal dormitorio e inizio a correre.
"Signorina, non ti sei dimenticata qualcosa?" sento una voce e successivamente una risata
Non ci faccio caso e continuo a correre, finché una figura mi si ferma davanti
"Pix, avrei una certa fretta"
"Dove devi andare in pigiama?" SANTO SALAZAR. SONO IN PIGIAMA.
Prendo la bacchetta e, con un gesto, mi vesto.
"Contento? Ora posso passare?"
"Pix, ancora a dare fastidio? Oh, signorina Pierce, cosa ci fa in giro a quest'ora del mattino?"
"Professor Silente! La cercavo urgentemente!"
"Andiamo a parlare in un altro posto" e rivolge un'occhiataccia a Pix.
Silente cammina deciso ed io, come un cane, lo seguo. Arriviamo alla torre di astronomia, lui si ferma e mi fa gesto di parlare.
"Professore. Io... Non ho scelta..."
"Non vuoi avere scelta, signorina Pierce. Non è che non ce l'hai, ma non la vuoi avere. Ora, fallo e scappa via. Nessuno deve sapere che sei stata tu" lo guardo basita
"Io la sto per uccidere, e lei mi vuole aiutare? Se è una tecnica di persuasione, beh, ci perda le speranze"
"No, affatto. Io-" non lo faccio finire.
"Avada Kedavra"
Il suo corpo cade a terra, ormai senza più vita. Nessuna lacrima esce dai miei occhi. Nessun pianto. Nessuna emozione. È questo che devo fare: non provare nessuna emozione.
Torno in dormitorio, come fosse successo niente e mi metto sotto le coperte.
***
Sono passate tre settimane. Tre settimane da quando ignoro i miei amici. Tre settimane da quando ho ucciso Silente. Ho dato la notizia a mio padre. Più che altro l'hanno data a mio padre, io ho solo confermato. Anche se ho già ucciso in passato, questa volta è diverso, perché qui c'è in ballo una cosa molto importante: la vita di Voldemort. Ed io farò di tutto per farlo risorgere, anche abbandonare e farmi odiare da Pancy, da Blaise e da Draco.
Torno al dormitorio, dato che le lezioni sono finite e sul letto trovo una lettera
"Katherine, a nome mio, di Blaise e, addirittura, di Draco, ti volevamo dire che non è giusto quello che stai facendo. In questo modo fai del male a noi, ma anche a te. In questo modo non ci stai proteggendo. Ricorda che noi per te ci saremo sempre.
Pancy"
"Uhuu, qui qualcuno è triste..." mi asciugo le lacrime velocemente e mi giro
"Cosa vuoi, Barty?"
"Quindi ora sono Barty e non più Bartemius. Interessante" dice con voce fastidiosa. Mi viene voglia si spaccargli il naso, quel naso perfetto, senza difetti. "Hai finito di farmi la lastra?"
"Porco Godric! Se sei venuto solo per darmi fastidio, puoi anche andare. Oggi non è giornata" sbotto. Vedendo che lui non va via, decido di andarmene io. Ma, ovviamente, mi prende per il braccio e mi fa girare.
"Non sono venuto per darti fastidio, ma perché non riesco a starti lontano un secondo." sussurra. Se non fosse che sono una legilimens, avrei anche i dubbi che quelle parole sono uscite dalla sua bocca. Dalla sua bocca così perfetta. Senza accorgermene mi avvicino, sempre di più, fino a sentire il suo respiro sulle mie labbra.

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