Capitolo 9

39 2 0
                                    

Sophia's pov
Arrivo sul set e sono già molto ansiosa, oltre che per Kj, con il quale ho solo qualche scena di gruppo, ma soprattutto ho una scena un po' difficile con Mark, non ne capisco il motivo, non lo hanno svelato perchè vogliono tenere la suspance tra noi, ma anche per evitare fughe di notizie. Si sono raccomandato di muovermi con cautela e scrutare continuamente Il mio collega, in oltre indosserò abiti molto formali rispetto al solito.
Inizio a temere che si voglia mettere in loschi affari con lui, la cosa non mi entusiasma. Giriamo la scena e la prima parte con l'attore secondario di Andre, va tutto liscio, giriamo solo 2 volte per le angolazioni. Poi quando entro nello studio di Hiram la tensione si può taglaire con un coltello, così lui per smorzare un po' fa un po' di facce buffe prima di girare, devo dire che ha funzionato. La scena è lunga e mi si impappina la lingua nel dire una delle mie battute, ma la seconda volta è venuta molto bene, sono molto soddisfatta, infatti Mark si congratula e poi sparge la voce a tutti. Prima di andare via noto Kj in un angolo seduto al telefono, sono due giorni che mi evita così prendo coraggio e mi avvicino.
<Ehi... Hai un minuto?>non alza nemmeno lo sguardo dal telefono, mi ignora brutalmente.
<Kj, te ne prego, non è facile per me affrontare questo discorso, ma comprendo che sia necessario darti una spiegazione>
<Non mi devi nessuna spiegazione, sei semplicemente una zoccola, ora cercati qualcun'altro da trombare, Charles mi sembra disposto> poi si alza facendo dondolare pericolosamente la sedia di metallo. Inizio a tremare e trattengo a stento le lacrime, questo ragazzo mi sta facendo dannare: ho finalmente trovato il coraggio di parlargli del mio passato e lui mi insulta? Sento dei passi dietro di me e così faccio per scappare, ma vengo afferrata per il polso e il mio viso sbatte contro il petto di Cole.
<Sh... tranquilla, dagli tempo ok? Prima o poi si calmerà> soffoco le lacrime contro la maglietta con la S che deve indossare per la prossima scena, io non giro per altre due ore, quindi decido di prendermi un caffè. Mi risiedo al tavolo di prima, da sola e noto che per terra ci sono delle chiavi, sono del rosso... le infilo in tasca e sorseggio il mio caffè, ho bisogno di calmarmi e la caffeina mi aiuta. Poi mi avvio verso la sua roulotte, mentre cammino penso a cosa dirgli, ma alla fine opto per bussare alla porta e lasciare le chiavi sullo scalino più alto. La porta si spalanca e sento chiamare il mio nome, ma non mi fermo, poi sento dei passi veloci dietro di me e poi vado a sbattere contro il ragazzo.
<Prima sono stato troppo duro, lo riconosco..., ti va di entrare?> annuisco e lo seguo. Mi siedo su una poltroncina, non me la sento di stargli vicino, poi abbasso lo sguardo e inizio a torturati le mani tremanti.
<Ehi... perché tutte le volte che proviamo a parlare reagisce così? Hai paura di me?>
<No, Kj, non dire sciocchezze>
<Allora cosa?!>
<Mi hai dato della troia numerose volte, guardandomi negli occhi, questo mi spaventa>diventa serio e abbassa il tono.
<Perchè, Sophia, non girarci intorno...>
<Sono stata violentata Kj, è questo il problema, il mio violentatore mi dava della zoccola, della troia. MIO PADRE MI HA VIOLENTATA!> urlo scoppiando in lacrime, e poi scappo fuori, ho bisogno di stare da sola e di una sigaretta.
Mi sbagliavo, lui forse era pronto a parlare, ma io no. La sigaretta si consuma in fretta, così ne accendo un'altra. Sono in piedi con le braccia appoggiate ad un muretto, ferma a fissare il vuoto. Mi incanto a guardare la pioggia e la sigaretta si spegne. Resto l'immobile e solo dopo quelli che a me sembrano minuti ma che in realtà sono due ore, mi accorgo di avere capelli e vestiti zuppi, come se mi fossi appena buttata in una piscina. L'ultima cosa che vedo è un uccellino che si rifugia nel suo nido, poi il buio, devo essere svenuta. Quando mi risveglio ho una forte fitta alla testa, sono ancora tutta bagnata, ma avvolta da una coperta, che irrimediabilmente si è bagnata. Apro gli occhi e riesco a distinguere quattro figure:Skeet, Cole, Lili e... Kj, che ci fa qui...
Non so con quale forza ma inizio a parlare e mi alzo a sedere sul mio divano.
<Ragazzi, sto be-bene> dico tossendo.
<Potete lasciarmi da sola con Kj?> continuo.
<Ne sei sicura> chiede il ragazzo corvino, così annuisco.
Gli altri escono ed io e il rosso restiamo soli.
<Cosa vuoi dirmi?... penso tu debba semplicemente ripos> non lo lascio finire che lo abbraccio. Nascondo la faccia contro il suo petto, mi sento davvero uno schifo. Lui ricambia l'abbraccio è mi stringe forte, forse troppo perchè inizio a sentire dolore.
<Ora vado a farmi una doccia> annuisce.
<Dico a Cole di aspettarti qui, in caso succeda qualcosa>
<Grazie> sussurro.
<Nessun problema, ora pensa a rimetterti>
Entro in bagno e alzo la felpa zuppa, togliendola resto nuda nella parte superiore, quando mi vedo allo specchio mi porto una mano alla bocca, ho un livido viola enorme sulle costole di destra, ecco perchè mi faceva male quell'abbraccio, devo essermelo fatta cadendo. Entro in doccia e mi lavo anche i capelli, li lego in una coda alta e vado a vestrimi, in bagno avevo solo le mutande e con questa ferita il reggiseno e meglio evitarlo. Vado nella stanza principale senza pensare che Cole sia lì, ma è al telefono e nemmeno si accorge di me, così tiro fuori dei pantaloncini e un maglione dell'armadio. Infilo gli shorts di jeans e metto la cintura, poi faccio per infilarmi il maglione faccio un urletto di dolore.
<Oddio Sophia, devi farti vedere da un medico> il suo tono è molto preoccupato.
<Tranquillo Cole, un po' di ghiaccio e tra due giorni non avrò niente> continuo a tossire e ciò mi procura molto dolore, ma mi sforzo di fingere che non sia così, in fondo adesso sono un'attrice. Infilo il maglione e mi giro per guardarlo e forzare un sorriso.

Leather jacket♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora