Capitolo 3

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Cole's pov
Siamo andati in aeroporto tutti e tre insieme, Lili è partita poco prima di noi, mi duole il cuore all'idea di separarmi da lei per così tanti giorni, ma mi aspetta una bella avventura ed ho un'ottima compagna di viaggio, sono euforico. Il viaggio dura circa 12 ore, poi prendiamo un taxi che ci porta in un piccolo paese a 15 minuti dal centro, dopo un piccolo paese saliamo per una salita in mezzo al bosco, ci fermiamo davanti ad un imponente cancello. Scarichiamo le valigie e Sophia fruga nello zaino, ne tira fuori un enorme mazzo di chiavi, clicca un bottone e il cancello si apre. Ci facciamo una bella camminata lungo un sentiero, questo posto è assurdo, sembra sperduto nel nulla, il viale è affiancato da enormi alberi, che ha un buon odore. Il sentiero non è rettilineo, va un po' a destra e a sinistra, a volte si incrocia a varie vie, ma Sophia conosce bene la strada. Raggiungiamo una villa in stile rustico, l'esterno è in mattoni rossi, il portone è di un legno scuro. Vicino all'ingresso, nel parcheggio, c'è solo una moto, una yamaha nera opaca, molto bella e probabilmente veloce.
<Oh, hai già notato la mia bimba>dice ridacchiando. Poi mi fa entrare:
<Benvenuto a Villa Soldati! Vieni, ti faccio fare un piccolo giro> l'ingresso è ampio e arieggiato, i soffitti sono alti e le pareti candide e pulite. Di fronte alla porta c'è una bella scalinata, invece sulla destra c'è un salottino e sulla destra la sala da pranzo, tutto ad open space. Oltre il salotto c'è un bagno di servizio e invece oltre la sala da pranzo e a lato del bagno c'è un sostanzioso angolo cucina con anche la zona colazione. Dietro le scale e in mezzo ala bagno e alla cucina c'è una grande vetrata che affaccia sulla veranda.
Al piano superiore ci sono una camera da letto matrimoniale con cabina armadio e bagno personale e una stanza degli ospiti con bagno privato. All'ultimo piano c'è una zona ricreativa, con specchi per ballare, megastereo, un palo che arriva fino al soffitto, delle poltroncine con le librerie e vari strumenti, la stanza è completamente insonorizzata, mi spiega lei. Poi mi fa accomodare nella stanza degli ospiti, mentre lei prepara la cena, io mi faccio una doccia e mi riposo un po', anche se ho dormito tutto il viaggio.
Sophia's pov
Finalmente casa, vado mooolto fiera della mia città, e malgrado il caldo sono felice di essere a casa, anche se dopo la scomparsa di mamma mi sento sola.
Dopo essermi fatta una doccia e aver messo dei pantaloncini e una felpa senza cerniera, mi lego i capelli e metto a bollire l'acqua e tiro fuori il ragù dal frizzer, apparecchio la tavola e butto la pasta. Salgo le scale e busso alla porta di Cole, lui non risponde così apro, è disteso sul letto con solo un'asciugamano in vita, mi faccio coraggio e salgo sul letto, lo richiamo.
<Cole...Cole>
<Mmm...>
<Fai bene a riposarti, andiamo via presto domattina, ma la cena è pronta, mettiti qualcosa. Sei hai bisogno di una tuta ce ne sono alcune nell'armadio in camera mia>lui annuisce e io scendo a scolare la pasta. Lui scende con una delle mie tutone preferite, per stare in casa mi piacciono gli abiti da uomo, belli larghi, io quei pantaloni grigi lì devo rigirare in infiniti risvoltini, a lui sta benissimo.
<Cosa hai preparato?>
<Fusilli al ragù, purtroppo sol quest'ultimo è fatto in casa, non avevo tempo di cucinare anche la pasta>
<Tranquilla, sembra ottima> mangiamo e ci gustiamo un buon Chianti rosso>
<A Firenze>esclama lui
<A Firenze> e brindiamo.
<La cena è squisita, non ricordavo fosse così buono il cibo qui, nulla a che vedere con ciò che mangiamo in america>
<Oh preparati, qeusto non è niente. Domani ti porto a cena da un amico che ha una bella bottega in centro>
Parliamo un po' del più e del meno e ci mettiamo sulle poltroncine in terrazza a fumare e a finire la bottiglia di vino.
<Non voglio essere invadente, ma al MET hai detto che nell'ultimo periodo fumi di più, perché?> ahia, avrei preferito non lo chiedesse, ma dovrò superarla prima o poi, mi irrigidisco e prendo un lungo e profondo respiro.
<Mia madre è morta circa tre mesi fa, da allora è tutto cambiato... mio padre è un uomo pessimo, adultero e col vizio dell'alcol, se non avessi compiuto q8 anni a meno di un mese dalla sua morte sarei dovuta andare a vivere con lui... Per questo ho iniziato a fumare tanto, mi aiuta a liberare la me te e a rilassarmi. Sono tre mesi che mi sono chiusa in me stessa, non parlo con nessuno, esco solo ad orari improponibili per godermi la città in pace senza essere tartassata di domande...>
<Mi dispiace, lo avessi saputo non ti avrei infortunato con questo viaggio, immagino sia molto difficile per te...>
<Scherzi?! Questo viaggio è la cosa migliore insieme al gala che mi è successa nell'ultimo periodo, sono felice di avere un po' di compagnia e ripartire da 0, finalmente>
<Allora perchè quella tristezza sul balcone al MET>
<Durante l'intervista mi hanno chiesto perchè avessi rivoluzionato l'abito che doveva essere rosso e liscio, ho risposto con la verità, ho scelto il lilla perchè era il colore preferito di mia madre, che è morta. E stata la prima volta in tre mesi che lo dicevo ad alta voce... è stato un duro colpo quella domanda>
<Capisco> una lacrima mi scorre sul viso ma la asciugo subito.
<Ora va a dormire, ti sveglierò molto presto, voglio mostrarti una cosa per cominciare il nostro tour, poi staremo fuori quasi tutto il giorno, rientremo solo prima di cena per una doccia>
<Va bene, non penso avrò problemi di sonno con tutto il vino che abbiamo bevuto> ci mettiamo a ridere.
<Ah e ci sposteremo con la mia moto, per il centro è più comoda, spero non ti dispiaccia>
<No, va benissimo> mi sorride e poi mi da un bacio sulla guancia.
<Buonanotte>
<Notte>
Alle tre e mezza lo vado a svegliare, lui fa finta di nulla, così salto sul letto e lo prendo a cuscinate, quando risponde gli scompiglio i capelli.
<Piccola peste, non farlo più!> rido di gusto.
<Mettiti qualcosa di semplice e leggero, fa caldo di giorno, nulla di vistoso, mi raccomando, il giubbotto per la moto te lo darò io> lui sbuffa ma annuisce.
Quando scende in cucina gli chiedo se ha fame, fa cenno di no. Indossa dei pantaloni neri e una camicia bianca a maniche corte tutta bucherellata, sembra fatta di uno strano pizzo, la tiene sbottonata e sotto ha una maglia bianca. Io ho degli stivaletti di pelle, pantaloncini corti di jeans e una camicia da gialla con le spalle scoperte, sopra giacchino di pelle e via. Non è molto consigliato tenere le gambe nude in moto, ma fa caldo durante il giorno e tanto non possiamo andare veloce.

Alle 4:00 usciamo di casa, io con tutto nelle tasche del giubbotto e lui con uno super zaino con l'attrezzatura per le foto

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Alle 4:00 usciamo di casa, io con tutto nelle tasche del giubbotto e lui con uno super zaino con l'attrezzatura per le foto.
<Reggiti bene eh> lui fa cenno di si. Mi infilo i miei guantini di pelle, assicuro la treccia dentro il giubbotto e controllo che il casco sia saldo. Giro la chiave è do gas, se ti le sue grandi mani tenersi salde alla mia vita. Quando arriviamo a destinazione parcheggio e lo faccio scendere.
<Siamo arrivati>
<Siamo in una piazza?>
<Un piazzale, il piazzale, questo è piazzale Michelangelo>
<Cosa ha di speciale?> gli faccio cenno di seguirmi e lo faccio affacciare. Lo vedo spalancare la bocca.
<Partiamo da qui con il nostro viaggio per Firenze e la sua storia, da qui dove si vede tutta la città. Ti ho portato a quest'ora particolare perchè oltre al fatto che non c'è quasi nessuno, mentre di giorno è sera è stra pieno, potrai vedere Firenze di notte e di giorno>
<Wow! Ma perchè non al tramonto allora?>
<Il tramonto a Firenze si guarda altrove> faccio un occhiolino. Lui tira fuori la fotocamera e inizia a scattare foto al paesaggio, poi tira fuori il telefono, sta chiamando Lili, da lei è ora di andare a dormire adesso.
<Ciao amore!>esclama lui.
<Ehi... dove siete?>
<Piazzale Michelangelo>rispondo fiera.
<È stupendo qui>dice lui, facendole vedere alla bene e meglio la vista.
<Wow! Un giorno ci verrò anche io, sembra magnifico>
<Ti aspetto con ansia allora. Vi lascio un secondo soli>. Cole mi fa un cenno con la testa e io scendo gli scalini, per assicurarmi che il giardino delle Rose sia ancora aperto. Finita la chiamata ritorno dal ragazzo e ammiriamo l'alba, a me piace molto, direi che la preferisco persino al tramonto. Ne parliamo un secondo insieme, ma poi ci godiamo lo spettacolo in silenzio. Poi lo prendo per mano e lo porto al giardino.
<Questo parco è stato a lungo chiuso, ma lo hanno riaperto e molte persone vengono qui per meditare o studiare all'aperto. Le rose qui sono bellissime e numerose ed è vietato raccoglierle. Pensa, in questo giardino nel rinascimento uno dei signori della città fece la proposta di matrimonio alla sua dama qui> lui mi guarda con fare sognante e poi scatta qualche foto. Ci sediamo un secondo a respirare l'aria pulita del mattino(ma pulita cosa! Forse ora che siamo chiusi tutti in casa).
Prossima tappa il centro della città originale, lo informo. Saltiamo in moto e raggiungiamo il centro, parcheggio lungo l'anno e camminiamo verso Piazza della Repubblica.
Spazio autrice
È finalmente iniziato il viaggio, che durerà fino al quinto capitolo, dal sesto inizierà la storia in sé, questa, come ho già detto, è una sorta di introduzione.😈💕

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