L'inizio della fine (Cap.1)

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Ciao a tutti, mi chiamo Spencer e ho 15 anni. Frequentavo lo scientifico, da grande avrei voluto fare il professore di fisica, quindi vorrei continuare gli studi dopo il liceo. Probabilmente sceglierò l'università più difficile che ci sia nella mia città, a costo di farmi anche due ore di treno ogni giorno. Sono fidanzato da due anni, si chiama Chantal e stiamo benissimo insieme, mi sta sempre vicino, mi aiuta sempre, è il mio primo amore. Marco è il mio migliore amico da quando stavamo alle elementari, spesso giochiamo alla play, usciamo e andiamo soprattutto in un luogo che solo io e lui conosciamo. Spesso, quando sto male vado li, la chiamiamo la piazza  ghost, perché c'è una famosa leggenda che gira in casa in casa da anni: prima che costruissero questa piazza, quindi davvero molti anni fa, c'era un cimitero, di notte le persone che abitavano lì, o semplicemente dei passanti, dicevano che sentivano voci, e pensavano fossero delle anime.. i cosiddetti fantasmi. Ieri notte io e Marco abbiamo deciso di andare un po' alla piazza ghost, pioveva quindi ci siamo riparati nella chiesa abbandonata, anch'essa famosa perché si dice che è la chiesa dove nel quale hanno fatto più riti satanici della regione. Abbiamo iniziato a parlare delle nostre esperienze paranormali, improvvisamente si sono uniti alcuni nostri amici che erano li di passaggio. Uno di loro, detto il gentleman, ha cacciato dal suo zaino una tavola, aveva un nome davvero complicato, difficile perfino da scrivere. Aveva tutte le lettere dell'alfabeto, numeri che partivano dallo 0 e finivano al 9. C'era una luna, un sole, c'era perfino scritto un ''goodbye''. Sto cercando di darvi più dettagli possibili, ma quella tavola a me faceva solo che ridere. ''Come può una tavola evocare un morto, una persona defunta, UN'ANIMA!'' dissi ridendo. Calò un silenzio assoluto, perfino la pioggia sembrava non facesse rumore. Misero la tavola sul pavimento, presero una planchette e iniziarono tutti a mettere il proprio dito indice su di essa. Sentivo un freddo gelido, mi si gelarono le mani, la schiena, le cosce. Mi sembrava davvero stupida come cosa, ma inizio a sentire dei passi provenire dalla mia sinistra.. Francesco, detto il manichino, fece una proposta ad un ''fantasma''. . ''tocca uno di noi'' disse. Dopo vari minuti, varie risate, vari urli di paura, mi sentii toccare i capelli, mi girai subito, non c'era assolutamente nessuno. Avevo davvero tanta ansia, ma ciò non ha fermato i miei amici, hanno iniziato a fare domande su domande, sempre più angoscianti. Ma la planchette non si mosse nemmeno di un centimetro. I passi erano del padre di Marco, sarebbe dovuto tornare a casa ore prima. Quindi decidiamo di mettere la tavola nello zaino di gentleman e di tornare a casa. Il giorno dopo a scuola, mentre facevamo ricreazione, io e Marco abbiamo raggiunto i nostri amici e ci siamo messi a parlare di ciò che è accaduto la sera prima. ''Mi faceva ridere Spencer che si girava impaurito quando iniziò a sentire i passi'' disse Francesco. ''A me ha fatto ridere manichino che ha iniziato a fare domande stupide'' dissi ridendo. Marco invece era in silenzio, sembrava stesse pensando.. improvvisamente, mentre la campanella suonò, Marco disse ''bhe Spencer, tutto divertente, abbiamo riso abbiamo scherzato e molto altro, ma chi ti ha toccato i capelli? abbiamo visto tutti i tuoi capelli muoversi, e tu, dopo nemmeno mezzo secondo, ti sei girato spaventato. Io non riderei così tanto.''  Finita la lezione pallosa di educazione fisica, decido di andare a parlare con Marco. Ero davvero spaventato, non ho fatto altro che pensare alle sue parole.. il suo ragionamento aveva senso.. chi mi ha toccato i capelli? 

Invito Marco dopo cena a casa mia, credo faremo i compiti. Torno a casa e come al solito i miei genitori stanno litigando a morte, stanco di queste lamentele decido di mangiare in camera mia anche se effettivamente mia madre non vuole, ma è troppo impegnata a litigare con mio padre per pensare a me. Finisco di mangiare e ovviamente inizio a fare i compiti, solite cose, matematica che assegna tantissimo, storia che dobbiamo sapere vita morte e miracoli di un personaggio, ed epica che rompe il cazzo assegnando metà libro. Strano, oggi matematica è sembrata più difficile del solito, probabilmente perché non sono stato ad ascoltare la lezione per i troppi pensieri. Dopo finito i compiti mi collego alla play, apro COD e invito Marco a giocare. ''Spencer, stasera vengo da te giusto?'' disse Marco ''Certo, a cena o dopo cena?'' gli risposi. Dopo varie domande abbiamo deciso che verrà dopo cena, siccome la madre ha cucinato la carbonara.. La carbonara di sera.. sai che pesante, come la digerirà? Bha, vabbè, non sono domande che dovrei pormi, sono domande che non mi servono e sono anche inutili.

Dopo cena io e Marco siamo usciti di casa e abbiamo chiamato i nostri amici, tra cui gentleman e manichino.  Eravamo molto ansiosi essendo che sapevamo cosa avremmo dovuto fare, però eravamo curiosi di capire chi mi avesse toccato i capelli. Gentleman ha detto che esistono molti rituali, quindi magari in futuro ne avremmo provati alcuni, ma ora ci saremmo limitati alla tavola ouija, se così si chiama, non so, è davvero molto difficile da scrivere, ma ho fatto del mio meglio. Arrivati alla piazza ghost ci siamo dovuti fermare perché c'erano vigili del fuoco, polizia, carabinieri e molto altro. C'era un casino assurdo, non riuscivo a capire cosa fosse successo, donne che urlavano, macchine che suonavano, motorini che sfecciavano.. Chiedo alla madre di manichino cosa fosse successo e mi dice di seguirla perché per il troppo caos non l'avrei sentita. Quindi io e Marco decidiamo di andare con lei : ''è davvero strano ragazzi, ma dicono che hanno incendiato la chiesa, fortunatamente solo una piccola parte, ma il paese tiene molto a questo luogo'' disse la madre di manichino. Io le feci un sorrisino per farle capire che avevo compreso, ma appena se ne andò dissi a Marco testuali parole: ''Si dai, sono semplicemente molto superstiziosi, hanno paura che gli possa accadere qualcosa, magari un fantasma gli va a fare visita sta notte perché gli hanno incendiato la chiesa'' ridemmo come due pazzi, così rumorosamente che ci cacciarono dalla zona. Marco mi chiese se avesse potuto chiamare i nostri amici e dirgli che avremmo fatto il rituale da un'altra parte, essendo che ci era impossibile farlo lì, al mio annuire con la testa lui prese il telefono e iniziò a cercare il numero nella galleria, dopo circa due minuti, vedendolo in difficoltà gli dico che li avrei chiamati io, ma appena sblocco il telefono si apre immediatamente ''okay google'' che dice ''chi desidera chiamare?'' io incredulo dico: ''ehm, manichino'', ero impressionato, come ha fatto a capire che io avessi voluto chiamare qualcuno. ''Okay, chiamo Aamon'' disse con voce squillante Google. Io ero curioso, quindi lasciai squillare, al rispondere di questa chiamata non sentivo altro che piccole risate di una persona, che credo, ad orecchio spoglio, siano state di un uomo. Ero incredulo, iniziai a ridere ma allo stesso tempo ero preoccupato. A susseguirsi della serata decidemmo di andare a casa di gentleman, prese un po' di birre e di dolciumi, iniziammo a guardare il film ''annabelle'' su netflix. Ad un certo punto, mentre partì un jumpscare, mi squillò il telefono. Avendo il telefono lontano chiesi a Marco di passarmelo e mi disse: ''ohoh, stai mettendo le corna a Chantal con Aamon, è inglese?'' gli dissi di non fare il cretino e di passarmi quel maledetto telefono, e appena lessi il nome ricordai subito che era la stessa persona che chiamò Google qualche ora prima.

Aamon vuole me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora