Mia madre non parla. (Cap.3)

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Sono stanca, stanca di mentirgli e di fare finta che vada tutto bene, sono stanca di svegliarmi in piena notte con gli incubi. Non era mia intenzione iniziare a scrivere essendo che non lo so fare, ma la mia vicina di casa, non che amica da tanti anni, mi ha consigliato che per stare meglio o bisognava dire tutto, o bisognava scrivere. Voglio tenere il mio Spencerino al sicuro, è l'unico figlio che ho, è ancora piccolo.. non capirebbe, come anche io, non capivo la gravità della situazione. Da piccola decisi di fare la tavola ouija con i miei amichetti, essendo che la comprai a pochissimo prezzo da una vecchietta che sinceramente, per non offendere, sembrava proprio fosse una zingara.. vabbè, andando oltre, decisi di comprarla essendo che ,mi disse che era un giocattolo nuovo, si muoveva e non servivano nemmeno le pile. Ero esaltata, decisi di giocarci con Marta, la mia migliore amica d'allora, Monica, la fidanzata di mio fratello e mio marito che all'ora era ancora un amico. Andai da loro saltellando, con le mie treccine in testa, con un bel fiocchettino rosa, che dalla felicità mi cadde.. probabilmente saltellavo troppo. Ero davvero molto piccola, avrò avuto tipo 5 anni. Mi feci leggere le regole, scritte a mano tra l'altro, da Freddie, mio marito, e facemmo proprio come c'era scritto. Parlammo per tanti anni, ogni giorno questo misterioso demone si faceva sempre più simpatico.. o almeno ai occhi di una bambina innocente, lo consideravo il mio migliore amico, e mi disse, dopo svariati anni, come si chiamava: Aamon. Aamon mi diceva che di notte mi osservava perché ero carina, mi diceva che mi voleva con lui e che voleva che fosse il mio migliore amico. Mi fece conoscere anche i suoi migliori amici, in cambio io però dovevo fargli conoscere Marta, e così feci. Legò tantissimo anche con lei, che ad oggi è la mia vicina di casa, Marta doveva portare un amico così Aamon le avrebbe fatto conoscere i suoi migliori amici. In pratica era solo un gioco per far sì che molte persone entrassero a giocare alla tavola ouija, e ci riuscì. Un giorno ci disse di andare alla chiesa dei santi, che ad oggi, la chiamano ''la chiesa misteriosa'', ci disse di posizionare la tavola sull'altare e parlammo, improvvisamente ci propone di giocare a nascondino, l'amico di Aamon contava, e noi dovevamo assolutamente nasconderci. Aamon ci consigliò un posto dove andare, in pratica lo chiamavamo il pozzo dell'orrore, si trova sotto l'altare, ma non si può aprire manualmente, in pratica, senza giri di parole, dovevamo far cadere il calice che c'era sull'altare, così automaticamente le porte dell'entrata della chiesa si chiudevano, e il pozzo si apriva. Dicono che lo costruì padre Gregorio, andava lì di notte con alcune donne per qualche presunta fiamma notturna. Ci entrammo tutti, dovevamo sbrigarci aveva quasi finito di contare. ''Io vado in questa stanza'' disse Marta. Io seguii Freddie, che stava con i suoi amici, entrammo in una camera fin troppo buia e piccola, quindi Filippo, il padre di Federico, insieme a Monica, la madre di Marco, andarono nella stanza di fronte. Rimanemmo solo io, Freddie e Giampiero, il padre di Michele. Ridevamo, piccoli sorrisini e gesti di fare silenzio, fin quando non iniziammo a sentire dei passi, si aprì la porta, ma io non vidi assolutamente nessuno, entrò un'aria gelida, sembrava quasi che qualcuno avesse aperto un freezer. Ma niente, non vedevamo nessuno. ''Aamon, sei tu?'' dissi. Sapevo che Aamon non si faceva vedere perché disse che aveva una malattia che non gli permetteva che tutti lo vedessero. Potevano farlo solamente gli spiriti, non sapendo cosa fossero, glielo chiesi, come farebbe ogni bambina curiosa. E mi rispose solo con un ''mi vedrai presto''. Mi alzai e chiusi la porta, non ebbi il coraggio di sbirciare al di fuori, ero troppo fifona, ma chi non lo sarebbe, a destra hai un corridoio buio, solo con una piccola lucina in fondo, che era praticamente la luce che rifletteva da sopra, essendo che c'era la chiesa. A sinistra avevo tre stanze, in più sentivo mille passi, ma non capivo mai da dove provenissero, se da sopra, se da sotto, a destra o a sinistra.. non si capiva.


Ebbene si, questa è la lettera che trovai nella borsa di mia madre, tra tutte le cretinate che aveva.. sapete le donne come sono. Vidi mia madre che scriveva, e lei non lo faceva mai; quindi o stava scrivendo una lettera all'avvocato per divorziare con mio padre, o era una lettera d'aiuto. Quindi io da ragazzino curioso, proprio come lo era mia madre, andai a controllare appena potetti. Appena arrivai al momento in cui lei spiega dove si trova il pozzo dell'orrore, corsi da Marco, dopo di che da Federico e poi da Michele. Andammo subito alla chiesa, ma le porte erano chiuse, quella chiesa era abbandonata da anni ormai, nessuno aveva una chiave. Dissi a Federico di farci un giro dietro, giusto per vedere se ci fosse un'altra entrata. Non c'ero mai stato, dopo cinque minuti Federico ci chiama al cellulare, essendo che ci eravamo divisi... era immensa quella chiesa. Non risposi alla chiamata perché sfortunatamente avevo il muto, ma Marco, che era con me, mi fece vedere la foto che mandò Federico sul gruppo:

 Non risposi alla chiamata perché sfortunatamente avevo il muto, ma Marco, che era con me, mi fece vedere la foto che mandò Federico sul gruppo:

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Fa paura vero? Vedere in piena notte un pozzo del genere. Era una seconda entrata del pozzo dell'orrore? Non ne avevo la ben che minima idea. Raggiungiamo Federico e Michele e restiamo fermi, d'avanti a quel pozzo a parlare. ''Madonna che fortuna che abbiamo portato i telefoni sta volta'' dissi. ''Ma serio'' rispose Federico. ''Ehh vabbè ora che dobbiamo fare?'' domandai, ''ovvio, entriamo'' disse il genio di Michele. ''Io non ci entro mica, sai quanti ragni ci sono li, poi è pieno di rami, guarda, li c'è anche una ragnatela'' dissi io da vero maschio alfa. Nel momento in cui decidemmo che nessuno sarebbe entrato, sentiamo delle canzoncine, che credo siano da chiesa, ma non quelle carucce, ma quelle che probabilmente si usano anche per far dei rituali. Federico ha subito preso il telefono, l'ha sbloccato e si è scaraventato vicino la chiesa per registrare questi suoni, che ovviamente vi farò ascoltare.




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