La telefonata dell'orrore (Cap.1)

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Vidi quel nome, rimasi fermo, immobile, non riuscivo nemmeno a parlare, mi sembrava di soffocare, sembrava quasi che i miei polmoni non accettassero l'aria. Marco capì dal mio sguardo che qualcosa non andava, quindi mi tirò il telefono dalla mano e... staccò la chiamata. Al momento in cui mi stava ponendo il telefono gli si spalancarono gli occhi e iniziò a balbettare: ''A-a-a- aamon?'' disse con quasi le lacrime agli occhi. Federico, che non era a conoscenza di nulla, disse ''Ragazzi ma mi potete dire che sta succedendo, chi è quella persona che ti ha chiamato? Cioè se è una tipa vai tra, non dirò nulla a Chantal, sei un mio amico, non lo farei mai.'' Marco iniziò quasi ad urlare mentre cercava di spiegare a Federico chi fosse Aamon.. o in realtà, cosa avesse fatto.. perché io non so chi sia, come io abbia il contatto di questa persona, non credo nemmeno sia italiano, o almeno dal nome così sembra. Federico chiamò la madre e chiese se tutti noi avremmo potuto dormire li quella notte, quindi chiamai i miei genitori e li avvertii.  Alle 2:57 del mattino vengo svegliato da Marco, mi dice di seguire lui e tutti gli altri. Il tempo di alzarmi e di mettermi il giubbotto, si erano già fatte le tre. Federico disse ''okay ragazzi, dobbiamo iniziare subito, sono le tre'' appoggiò la tavola ouija sul tavolo con molta delicatezza per non far troppo casino. Mettemmo il dito indice su di essa, ma questa volta con molta più serietà. Girammo per due volte la planchette sulla tavola, come per formare un cerchio, e dicemmo ''C'è qualcuno che vuole parlare con noi?''. Dopo poco, nemmeno un minuto, la planchette si mosse, andò con molta lentezza sul ''yes''. Non mi venne di dire che  l'avesse spostata qualcuno, perché mentre si muoveva sentivo questa strana energia sulla planchette, come se stesse per volare. Nessuno disse nulla, tutti gli altri guardavano le braccia della persona che avevano di fianco, guardavano se sorridevano.. Marco mise perfino la testa sotto il tavolo per controllare che nessuno avesse una calamita. Io rimasi immobile, muovevo solo gli occhi, la mia testa si bloccò. Federico, con non so quale coraggio, disse ''come ti chiami?'' e di colpo, con molta forza, molta rabbia, si scaraventa sul ''no''. Mentre ci domandavamo tra di noi il perché lui non avesse voglia di dirci il suo nome, inizia a muoversi pian piano. Prima sulla ''w'' poi sulla ''i'', poi si scaraventa sulla ''n'' Marco, con molta mentalità disse ''raga secondo me sta parlando in inglese''. Come se nessuno se ne fosse accorto. Intanto la planchette si posizionò nuovamente sulla ''w'', Michele, un altro nostro amico nel gruppo, disse ''ragazzi, io ho seguito ciò che ha detto'' stupiti lo fissiamo, come per dire -dicci tutto, e subito anche- ''Window.. finestra''Ci girammo tutti verso la porta dell'entrata, essendo che di fianco c'è una finestra.. Vedemmo improvvisamente un ombra, ci alzammo di sbotto, e ci allontanammo dal tavolo. Chiesi quasi con rabbia a Federico di posare quella maledetta tavola, e fortunatamente così fu. Mi girai verso Marco, vedevo che respirava in modo strano, sembrava quasi che si stesse forzando a respirare. Federico prese la tavola ouija e la buttò nel suo guardino, ma mentre la lanciò perse di vista la planchette, al farglielo notare mi disse ''non me ne frega un bel nulla, io domani sera voglio andare alla chiesa e voglio sapere chi è passato davanti alla mia finestra, la finestra di casa mia!''. Era infuriato, sembrava quasi che fosse mia la colpa, ma io l'ho solamente assecondato, nient'altro. Decidemmo di andare a dormire, ma per i troppi rumori io e Michele non ci riuscimmo. Mentre stavo per chiudere gli occhi, e quindi, stavo per crollare, il mio telefono squillò all'impazzata, anche avendo la vibrazione. Riuscii subito ad abbassare il volume ma Marco si svegliò, chiesi scusa, ma lui si alzò con rabbia, mi tirò il telefono da mano e rispose: ''senti, hai rotto il cazzo Aamon, dimmi chi sei o ti denuncio in men che non si dica''. Mise il viva-voce e sentimmo di nuovo delle risate, ma sta volta accompagnate da una piccola frase in inglese. Non capimmo, ma fortunatamente ad ogni chiamata il mio telefono registra, quindi Marco staccò subito, si diresse verso il computer di Federico, mise la password e passò la registrazione sul pc. Mezz'ora dopo disse di aver analizzato EVP, ma aveva bisogno di noi per capire bene. Andammo ad aiutarlo, e dopo vari minuti capimmo: ''Prulas it haunts you, Marc-'' mi spaventai, Marco era in pericolo, ma noi non sapevamo chi fosse Pruslas, tanto meno Aamon. Ormai era mattina, ma a me quella frase mi rimbombava nelle orecchie, la sua voce fine, acuta, sottile.. mi faceva paura. Sembrava quasi che lui ci avesse in pungo, la voce era tranquilla, come se nulla stesse accadendo. Si svegliarono tutti all'ora di pranzo, mentre io non riuscii per niente a dormire, quindi decisi di non pranzare da Federico ma andai direttamente a casa a dormire, perché non ne potevo più. Mi svegliai alle 19:00, non capivo nulla, quasi mi chiedevo come mi chiamavo. Mia madre mi disse con voce severa: ''hai fatto i compiti Spencer?'', eh.. dovetti mentire. Mangiammo un ottima carne al sangue, proprio come piace a me, ma mi accorsi che se non avessi ingerito l'ultimo boccone di fretta, sarei stato in super ritardo. Corsi verso la chiesa e già c'erano tutti. ''Ohh, finalmente sei arrivato, è da un po' che ti aspettiamo'' disse Michele. ''Si beh dai, non rompere il cazzo e iniziamo'' gli risposi. Michele era il nuovo arrivato, ed era più antipatico di Federico, crede di essere il capo, ma non ha capito nulla, niente di niente. Federico cacciò la tavola, ma la planchette, purtroppo, non la trovò. Non sapevamo se avessimo potuto rimpiazzarla con qualcos'altro quindi cercammo su internet. Mentre scorrevo tra i vari siti lessi ''Aamon, è un demone nominato spesso nella demonologia cristiana. In demonologia, Aamon è uno degli aiutanti di Astaroth e uno dei tre demoni al servizio di Satana.'' sussurrai ''Oh merda'', automaticamente tutti si girarono ''oh Spencer, che è successo, non possiamo usare una nuova planchette momentanea?'' disse Marco. ''No, non è questo, vieni qui, guarda che c'è scritto'' gli risposi. Marco prese il telefono e lesse ad alta voce: ''In demonologia, Aamon è uno degli aiutanti di Astaroth e uno dei tre demoni al servizio di Satana. Conosce il passato e il futuro. È in grado di provocare l'amore. Crea confusione nella mente di coloro i quali gli si oppongono, si nutre di dolore e della sofferenza suicida. Secondo alcuni autori, possiede quaranta legioni di demoni avendo così il titolo di "principe". I demonologi hanno associato il suo nome a quello del dio egizio Amun o al dio cartaginese Ba'al Hammon. Aamon è noto anche come Nahum, il cui nome significa "Colui che induce avidità''. Aamon ha testa di civetta, parte anteriore del corpo con due zampe di lupo (o di leone), e parte posteriore che termina con una coda di verme-serpente.''. Non capimmo molto, ma improvvisamente squillò il telefono di Federico. Disse ''Raga, mi sta chiamando un certo Barbatos, ma chi minchia è, perché ci stanno chiamando da giorni, cosa vogliono da noi..'' Federico era spaventato già prima di rispondere alla chiamata.. era così spaventato che.. staccò la chiamata.



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