Stai al gioco (Cap.5)

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Non ho avuto nemmeno il tempo di ragionare che uno dei ragazzi mi si butta addosso facendomi cadere, non riesco ad alzarmi per la botta troppo forte, quindi dico a Marco di chiamare la polizia e di fare subito delle indagini perché di certo non saremmo rimasti li, ma saremmo andati a una delle loro tappe. Sono in ostaggio quindi, cosa devo fare, è tutto nuovo per me, non so se piangere, urlare, fare il bravo, scappare.. sono in panico. Arriviamo sotto al ponte e mi fanno indossare una maschera, ma non era come la loro.. quindi vuol dire che sono più sette messe insieme? O mio dio, non so più che pensare. ''Ehi, sei nuovo?'' dico vicino ad un ragazzo che sembrava tremare.. ''ti vedo un po' spaesato, è la prima volta anche per te vero?'' ma niente, non mi dava una risposta, non mi parlava, non capivo perché.. tutti parlavano, ma lui con me no. ''Vabbè almeno fatti vedere in faccia, voglio sapere chi sei, se magari ti ho mai visto, così cerchiamo insieme un modo per uscire da sto posto'' gli dico cercando di convincerlo. ''Allora ragazzi, voi siete i nostri nuovi membri della setta, noi qui abbiamo il nostro successore supremo, anch'egli avrà una maschera, perché qui nessuno si conosce per come si è davvero'' dice un ragazzo con quella maschera strana.. Inizio a sentire dei passi provenienti dalla mia destra, quindi senza farmi notare mi giro e vedo che c'è Marco e Michele, che mi fanno cenno di stare in silenzio.. Michele cerca di parlarmi e fortunatamente dal labiale riesco a capire la sua frase ''stai al gioco'', avrei dovuto fare tutto quello che mi avrebbero chiesto, e avevo paura, perché sicuramente non mi avrebbero fatto giocare con le barbie o con i gormiti. Vedo Michele che si sposta verso la mia destra, entrambi hanno delle videocamere infrarossi e telefoni a portata di mano, quindi improvvisamente mi sono sentito al sicuro. Andiamo un po' più avanti per poi fermarci perché il ''nostro'' successore ci doveva parlare. Marco e Michele iniziano a fare delle foto che ovviamente vi metterò.

Quello sono io, con una maschera in faccia, affianco a me c'era quel misterioso ragazzo che non parlava con me

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Quello sono io, con una maschera in faccia, affianco a me c'era quel misterioso ragazzo che non parlava con me. ''Stanotte andremo nel parco di fianco la chiesa, e mi raccomando, portate delle bombolette spray. Dovremmo imbrattare dei muri, giostre e quant'altro, così capiranno che esistiamo davvero e non siamo una leggenda metropolitana.'' Dopo poco mi hanno lasciato andare come se nulla fosse accaduto, mi avvicino ad un ragazzo e gli chiedo delle informazioni e ovviamente la prima domanda è stata ''ma se non ci presentiamo che succede?'' lui, con ancora la maschera in faccia, come anche io, mi risponde ''verranno a cercarti, se ti hanno ''rapito'' vuol dire che sanno abbastanza cose su di te per minacciarti se dovessi parlarne con la polizia o se non dovessi presentarti'' Bene, ottimo, super bene. Ringrazio ed esco da quella maledetta struttura, vedo Marco e Michele e gli chiedo se avessero fatto delle foto. ''Ma ti pare che non le abbiamo fatte?'' risponde Marco, gli sorrido e ci avviamo per tornare a casa ''oh raga, ma Federico dov'è?'' chiedo, ''mah, sinceramente non lo so, io credevo stesse a casa, ma la madre ha chiamato mia mamma e ha domandato di lui'' dice Michele. ''No aspe in che senso, la madre di Federico non sa dove si trova suo figlio?'' risponde Marco. ''Mah, a me sinceramente prima ha chiamato e ha detto che non ci sarebbe stato stasera perché doveva uscire con 'amici', anche se in realtà credo sia uscito con una ragazza, ma comunque non è ancora sera, cioè sono le 17:00'' rispondo. Senza tanti pensieri torniamo ognuno a casa propria, appena entro saluto papà, con una freddezza assurda mamma mi chiede dove sono stato fin'ora, ''in giro'' rispondi mentre torno in camera. ''Ragazzino, ma Federico dov'è?'' mi chiede mia madre, ''ragazzino? ti sei per caso dimenticata il mio nome? Spencer, piacere'' le dico con arroganza. ''Non so dove sia, ma anche se lo sapessi non lo direi a te ma direttamente alla madre''. Senza una risposta torna in cucina a cucinare la cena per stasera.

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