L'intervista. (Cap.4)

13 2 0
                                    

Iniziammo a correre tantissimo, senza fermarci, sembrava un film horror, era incredibile. Faccio segno con la testa di svoltare a sinistra, per poi metterci dietro la casa della signora Smith, una nobile signora Americana venuta qui il 2009 per amore. Avrà più o meno 70 anni, ma sembra una giovincella. Dietro al suo dolce viso c'era una storia da brividi: suo ex marito è Samuel Piccolo, un uomo nato in Georgia nel 1940, molte persone possono riconoscerlo essendo stato uno dei criminali e serial killer più atroci della storia, lui stesso ha denunciato di aver ucciso ben 90 persone. Si dice che fin da piccolo, a scuola, ha sempre avuto problemi disciplinari. A quanto dicono sui giornali, il signor Piccolo sia nato nella prigione in cui la madre situava. Attualmente non si sa e quest'uomo sia ancora vivo, se sia scappato o stia in carcere, ma nessuno ne ha traccia da un paio di anni. E noi, in preda al panico decidiamo di entrare dentro la proprietà privata della signora Smith, era notte fonda, infatti abbiamo cercato di non fare troppo casino per non svegliarla, eravamo nel giardino, è amante delle piante quindi ce n'erano molte, ci siamo nascosti dentro uno dei mille cespugli e abbiamo visto passare questi ragazzi. Starnutii, si girarono e guardarono per un minuto la casa, ma fortunatamente non ci videro, quindi decidiamo di restare li per altri dieci minuti, così che se si fossero nascosti si sarebbero scocciati non vedendoci. Ognuno torna finalmente a casa propria e il giorno dopo sentiamo al telegiornale che è stata trovata una donna morta nel lago della nostra città, stavano già indagando e alcune persone hanno testimoniato che nella notte, tra tutto il caos che abbiamo fatto, si sono svegliati e hanno visto questi ragazzi con la maschera correre per la città, tra cui uno se la tolse per respirare un po' e George Michelin, ex poliziotto che si trovava a tornare a casa da una lunga serata, ha visto il volto di questo ragazzo. ''Stavo tornando a casa, ero alla guida, stanco morto e con un dolore atroce alla testa, mi mancava ancora molto alla meta, quindi ho deciso di fermarmi e accostare, sono uscito dalla macchina per prendere un po' d'aria e ho visto una ventina di ragazzi correre, non so verso chi o che cosa, ma si trovava difronte alla piazza centrale della città, che si trova vicino la chiesa, uno di loro si ferma, sembrava affannato, io mi appoggio alla macchina e resto a guardare. Abbassa il busto verso le cosce, come se si volesse accasciare, e si toglie la maschera, sembrava un buon ragazzo, denti perfettamente bianchi, quasi brillavano, occhi celesti e capelli neri tirati all'indietro.. pensiero personale? Non penso sia maggiorenne, almeno questo è ciò che mi è sembrato'' dichiara il signor Michelin in un intervista al telegiornale. ''Madonna, ora dobbiamo avere paura anche dei nostri figli'' dice mia madre rivolgendosi a mio padre.. ''pensi davvero che io possa fare una cosa del genere?'' le chiesi, ''tu no, certo, ti conosco, non usciresti mai di notte e tanto meno andresti girando per la città con una maschera, parlavo generalmente''. Tirai un sospiro, ma ero sicuro che per un po' dovevo stare attento quando la notte sarei uscito, conosco mia madre e so che verrà di notte a controllare se sto dormendo. ''Vabbè mà, io vado a scuola'' urlo. Dopo sei pesantissime ore chiamo mia madre per dirle che sarei andato a pranzare e a fare i compiti a casa di Federico, c'erano tutti, come potevo mancare io.. no Spencer no party. No, ehm, okay scherzo.. ma comunque non potevo mancare, dovevamo studiare un modo per uscire senza che i nostri genitori se ne accorgessero. Mia madre mi chiama a telefono e mi dice che devo tornare a casa a mangiare anche perché mi doveva parlare, dopo svariati minuti di ''ti prego dai mamma'' mi rompo il cazzo e torno a casa dicendo agli altri che sarei andato ugualmente a casa di Federico a mangiare. Torno a casa, mia madre mi dice che devo stare attento, non devo più uscire molto spesso perché questi ragazzi con la maschera sono pericolosi e vogliono ammazzare le persone, sappiamo tutti come sono fatte le mamme, devono sempre un po' esagerare dai, le dico ''okay mamma, ma io vado a mangiare a casa di Federico'' nel mentre torno in camera per posare lo zaino e metterci i libri che mi sarebbero serviti per farle credere che dovevo studiare, non faccio in tempo a chiamare Marco che Federico mi fa squillare il telefono. ''Oh dimmi Federì'' dico. ''Eh Spencer allora, io ora ci sono, ma nella notte non credo, ho un impegno e quindi credo che se dovete andare a fare qualche indagine io non ci sarò'' non capivo, cioè lui deve fare un servizio di notte? e con chi, poi è pericoloso.. ''ma Federì con chi devi andare, in che guaio ti sei cacciato ora scusa?'' gli dico con voce preoccupata. ''Mah niente, devo semplicemente andare con.. ehm.. cioè.. con amici, a fare un giro, niente di che'' non che io voglia farmi i fattacci suoi, magari deve farsi una scopata e non vuole dirmelo, non so, ma io credo che si sia cacciato in un bel guaio e non vuole metterci in mezzo, però vabbè.. ''Ah okay, mi raccomando fai il bravo con la tipa..ehm cioè, con gli amici'' gli dico ridendo. Allo staccare della chiamata entra mia madre che mi dice che è pronto a tavola: ''Eh mamma io vado da Federico, abbiamo organizzato per studiare essendo che dobbiamo fare un lavoro di gruppo.'' non mi sembra tanto convinta, mi fissa per una trentina di secondi e inizio a innervosirmi ''Eh che, che guardi?'' le dico, non mi dice nulla e va in cucina, si siede e mangia.. mah, che strana.. ''IO VADO COMUNQUE'' urlo per far sì che mi sentissero, ''CIAOO'' urla mio padre. Mah non capisco, non mi saluta nemmeno, ma che le viene all'improvviso a questa, cioè non è che se non mangio a casa ti devi incazzare in questo modo, non ti ho ucciso mica il cane.. non so a voi, ma a me l'indifferenza di una persona mi da troppo fastidio. Prima di andare da Federico passo da Chantal, mi mancava tanto, la vedevo solo alla merenda ed era poco per noi.. L'aspetto fuori il portone, che bella che è.. ''Ciao Spencer, che bello vederti..'' mhh, non mi ha mai chiamato Spencer.. ''Si infatti amore, che bella che sei'' le dico. ''Volevo parlarti un po' di persona Spencer, il fatto che non ci vediamo mai anche se abitiamo a due minuti di macchina sai che non mi sta bene?'' ecco, lo sapevo.. ''Si amore lo so, cosa posso farci io, non ho tempo libero'' so già come andrà a finire, purtroppo lo so. ''Eh quindi è meglio lasciarci per ora, sai anche te che è meglio cosi vero?'' che palle.. ''si piccola, si, hai ragione''. Ci salutiamo e mi dirigo a casa di Federico.

Aamon vuole me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora