LA FINE.

8 2 3
                                    

Torno a casa dopo finalmente mesi e mesi di maltrattamenti fisici e psicologici.
Mia madre decide di non farmi domande, per lei sarebbe stato meglio se io avessi dormito un bel po' e magari il pomeriggio seguente le avrei detto tutto e  saremmo andati alla polizia a denunciare.
Non sai che dormita ho fatto, così profonda che sembrava che stessi su un gommone al mare, quando le onde ti fanno fare quei leggeri movimenti sai? Ecco HAHAHA, sembrava che stessi attraversando tutto l'oceano.
Mi sveglio che erano ormai le cinque del pomeriggio, noto mia madre sulla soglia della porta che mi guarda come se stesse facendo la guardia, come se avesse paura che mi potessero portare di nuovo via da lei.. Non la biasimavo.
Vede il mio faccino pieno di sonno ancora da scalare, ma la fame mi aveva fatto ormai svegliare, ero dimagrito di ben 20 chili, mica poco eh. Li davvero ci davano poche cose da mangiare, pensa che, il cibo più buono che io abbia mai mangiato li, nell'arco di mesi e mesi è stato il riso.
Alle volte non gli andava nemmeno di servirci, restavamo a digiuno per anche 60 ore di fila. Non avevamo più le forze, svenivamo ed è proprio per questo motivo che ci somministravano le droghe, non so come si chiamano, non me lo chiedete.. Ma posso dire che non ho mai preso la dipendenza, non ho mai richiesto di averle, anzi, avevo paura.
Ritornando al fatto di prima, quando mia madre mi fissava, ricordi no?
Le feci un sorrisino per rassicurarla, andai in cucina con davvero fatica, a stento riuscivo a camminare, mangiai, ricordo ancora, la famosa carbonara che mamma amava tanto fare quando tornava presto da lavoro.
Le raccontai tutto ciò che accadde, rimase lì impalata con il braccio sul tavolo e la mano che manteneva il mento. Il sorriso sparì, non so di preciso cosa stesse pensando in quel momento, ma credo che avrebbe voluto dare tante di quelle botte a quelle persone che penso che non avrei voluto sapere nient'altro.
Denunciamo, dicemmo tutto alla polizia, doveva saperlo.
Dopo pochi giorni la polizia venne a casa e mi chiese di indicargli la strada, il luogo.. Mi fecero tanti di quei interrogatori che sembrava che avessi commesso un crimine.
Ma io li ero solo la vittima.
Io come tutti gli altri.
Denunciai anche Federico, se lo meritava anche se gli volevo ancora un botto di bene.
Finì tutto come nelle favole, tutti felici e contenti.
Non so più nient'altro.

"Questa è una storia molto complicata signor Spencer Alfieri, non le vorremmo dire che è un bugiardo, non lo è assolutamente. Le vorremmo solo comunicare che tutto quello che lei ha appena raccontato a noi che l'abbiamo intervistato è solo ciò che diciamo ha.. Cioè, ciò che ha sognato durante il coma, detto molto sinteticamente. Non ricorda? Quando suo padre, con lei in macchina, correva a 140 chilometri orari su una strada di massimo 60.
Suo padre morì sul colpo, fu troppo forte la botta per lui, ma lei, dietro e con anche la cintura di sicurezza riuscì a salvarsi. Andò all'ospedale, lo chiamò vostra madre che venne avvertita da dei passanti che presero il telefono chiedendo aiuto per te.
Sei stato in Coma per 3 anni, ti sei svegliato un mese fa, ora devi riprendere a camminare, ecco perché non riuscivi, non era per la fame signor Spencer."

Aamon vuole me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora