Gucci (Taekook)

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Fu in un giorno di pioggia che Taehyung incontrò Jungkook.

Era scappato di casa perché i genitori lo volevano costringere a sposare una ragazza e lui non ci stava. Così aveva deciso di fuggire ma in poco tempo aveva finito quel po' di denaro che aveva ed era finito per strada.

La vita da senzatetto non era di certo uno spasso ma Jungkook preferiva quella piuttosto che una trappola come il matrimonio.

Quel giorno all'improvviso si mise a piovere e il ragazzo si alzò dal vicolo in cui era seduto per trovare un riparo al coperto. Non si accorse minimamente della figura che stava correndo senza guardare dove andava. E fu così che si scontrò con Taehyung.

Lavorava in un ufficio lì vicino e aveva appena finito il suo turno quando aveva visto la pioggia. Non era venuto in macchina così aveva deciso di correre alla prima fermata dell'autobus, ma era finito addosso a quel ragazzo ed erano caduti tutti e due per terra.

La prima cosa che notò furono i suoi abiti. Era abituato a indossare marchi abbastanza costosi tra cui Gucci, il suo preferito, e capiva subito se un vestito era di buona qualità. E quelli del ragazzino davanti a lui non lo erano di sicuro, tutti sporchi e rovinati.

Jungkook si alzò e cominciò subito a scusarsi, facendo un sacco di inchini. L'altro ragazzo gli fece segno di non preoccuparsi e si rialzò pulendosi la camicia. Dopodiché lo superò senza dire una parola e corse via. Jungkook allora notò che un foglietto era caduto dalla tasca del ragazzo, così lo prese per leggerlo.

Kim Taehyung.
Vicedirettore della JY corporation.

E così il suo nome era Taehyung, pensò Jungkook. Era rimasto abbagliato dalla sua bellezza ed eleganza. Non era di certo una persona che avrebbe potuto dimenticare facilmente ma non pensava che l'avrebbe rincontrato, dopotutto Seoul era davvero immensa.

Neanche Taehyung aveva pensato di rivedere quel ragazzino, per di più con una maglia di Gucci addosso. Si chiese come avesse fatto a permettersi un articolo del genere in sole due settimane. Sì perché erano passati 14 giorni da quando si erano scontrati e lui aveva capito subito che di certo quel ragazzo non era ricco sfondato.

Eppure ora sedeva su una panchina al parco con una maledetta maglia di Gucci uguale alla sua. E lui ci aveva messo una settimana per trovarla dato che era andata presto in sold out. Fu allora che notò quanto in verità fosse bello quel ragazzo. Sebbene sul viso avesse qualche macchia di sporcizia la sua pelle era liscia e perfetta, senza neanche un brufolo.

Decise allora che avrebbe parlato con quel ragazzo dato che aveva finito il suo turno di lavoro. Si avvicinò facendo finta di niente e si sedette accanto a lui. Jungkook, sentendo la presenza di qualcuno di fianco a lui, aprì gli occhi per guardare chi fosse.

Si sorprese molto quando riconobbe la faccia di Taehyung. Allora anche il ragazzo lo guardò.
"Ciao" disse.
"Ehm... ciao" lo salutò dubbioso Jungkook.
"Bella maglia".
"Ehm... grazie, anche se tecnicamente non è mia". Ed ecco che tutto aveva più senso, pensò Taehyung. Magari era di un amico del ragazzo.

"Capisco. In effetti era strano che un ragazzo come te potesse permettersi quella maglia".
Jungkook rimase interdetto.
"Che vuol dire un ragazzo come me?" chiese un po' offeso.
"Beh non hai l'aria di uno pulito, sei sporco lì" disse indicando la sua guancia.

Jungkook la pulì in fretta imbarazzato. Non gli piaceva quando la gente gli ricordava che era un senzatetto e non sapeva perché ma gli faceva ancor meno piacere se a ricordarglielo era quel ragazzo. Comunque si era abbastanza offeso alla sua affermazione e non intendeva lasciare passare.

"Okay che non sono il massimo ma ti sembra il caso di rivolgerti così ad un perfetto sconosciuto? Non sai niente di me, come osi giudicarmi?" si arrabbiò.
"Beh che spiegazione potresti mai avere?" chiese Taehyung.

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