Capitolo 1

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Tuttavia, quei due mesi di puro cazzeggio erano passati velocissimi tra feste, pomeriggi in piscina e due settimane di vacanze con gli amici in Sardegna.

E ora Samantha stava impacchettando tutta la sua roba per il trasferimento insieme a tutti i ricordi che poteva portare con sé di quell'estate, positivi e negativi.

Due giorni prima, come se tutto ciò non bastasse, aveva avuto una pesante litigata con Christian, il suo ragazzo, o meglio il suo ex ragazzo. Ultimamente era diventato davvero troppo pesante, geloso e possessivo, tanto da impedire a Samantha alcune cose.
Ma lei non era una che si lasciava comandare e così dopo una lunga discussione con il ragazzo aveva deciso di chiudere la loro storia che andava avanti ormai da più di tre anni.
A Samantha era crollato letteralmente il mondo addosso, ma la ciliegina su quella torta amara e difficile da mandare giù era stata beccare Christian con un'altra la sera dopo la loro rottura.
A quanto pare il ragazzo non aveva perso nemmeno un secondo, anzi sembrava non aspettare altro. E per questo ora, spinta dalla rabbia e dalla tristezza, voleva solamente andarsene.
Fuggire dall'altra parte del mondo e ricominciare da zero.

Aveva trascorso le ultime due ore infilando con rabbia le ultime cose nella sua grande valigia mentre il cellulare, abbandonato sulla scrivania da ore, non smetteva di vibrare per i messaggi e le insistenti chiamate di Christian che, a quanto pare, si era pentito delle sue azioni. Ma forse era troppo tardi.
Non voleva avere più niente a che fare con lui. Voleva solo che sparisse definitivamente dalla sua vita.

Samantha's POV:
Scendo dall'auto quando quest'ultima si ferma nel parcheggio dell'aeroporto.
Io e mia madre scarichiamo le valigie e i pacchi ed entriamo nel grande edificio. Ci dirigiamo all'imbarco dei bagagli e poi, superati i soliti controlli, ci avviamo verso uno dei ristoranti dell'aeroporto dove mio padre ci sta aspettando stretto nel suo solito elegante completo nero.

"Ciao tesoro" mi saluta con un bacio sulla fronte, per poi entrare nel locale.
Pranziamo insieme tra le domande di mia madre sul college e i vanti di mio padre sui profitti dell'azienda che sinceramente ho smesso di ascoltare già da qualche decina di minuti.

"Che ne dici Sam?" la voce di mio padre mi riporta alla realtà.
"Ho preso appuntamento con la responsabile degli alloggi del college domani mattina, così andremo a vedere qualche appartamento nel campus ok?" mi chiede entusiasta. Annuisco.
Poi un pensiero colpisce la mia mente. Alex.

Mio fratello si era trasferito a Los Angeles da più di un anno ormai per frequentare il college.

"Potrei andare a stare da Alex" propongo con una luce di speranza negli occhi.
"Sam non se ne parla!" sbotta mio padre con tono severo. Tra lui e Alex non scorreva affatto buon sangue dal preciso momento in cui mio fratello aveva espresso il suo completo disinteresse nei confronti della futura gestione dell'azienda di famiglia.
"Sei la vergogna di questa famiglia!" gli aveva urlato papà mentre lui se ne andava.
"Non ti lascerò vivere allo sbando con quel teppista" aggiunge mio padre riprendendo a mangiare.
Decido che forse per il momento è meglio non insistere, ma una cosa è sicura: non starò a lungo sotto lo stesso tetto di mio padre, di quella Karen e di suo figlio Bryan, che so per certo essere una vera spina nel fianco.
Quando finiamo di pranzare usciamo dal ristorante e ci dirigiamo alla sala d'aspetto dove decine e decine di passeggeri aspettano in fila con il loro biglietto tra le mani.

"Non è venuto nessuno" dico a mia madre scrutando la folla di persone in cerca dei volti familiari dei miei amici. "Tesoro sono certa che avrebbero voluto venire. Avranno avuto un imprevisto" mi risponde accarezzandomi un braccio per confortarmi anche se lei è la prima a non credere nella loro amicizia. "Avevi ragione mamma. Erano miei amici solo per convenienza. Guarda, sto partendo, me ne sto andando in un paese dall'altra parte del mondo per chissà quanto tempo e nessuno di loro ha avuto la decenza di venire a salutarmi" sussurro con gli occhi velati di lacrime.
"Non ti preoccupare Sam, anzi guarda il lato positivo. Hai l'opportunità di voltare pagina. Dimentica questi bambocci viziati e trova nuovi amici. Vedrai che quando verrò a trovarti tra un paio di mesi, sarai talmente entusiasta che non vorrai più nemmeno sentir parlare né dell'Italia, né di Milano e né di questi ragazzi" mi dice sorridendo e spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Ha ragione. Ha completamente ragione. E ora quel filo di malinconia che avevo intorno viene spazzato via dall'idea di una nuova vita.

La voce metallica della Hostess ci interrompe annunciando il nostro volo.
"Divertiti Sam, ma soprattutto impegnati a scuola e fa vedere la persona intelligente e responsabile che sei, ti voglio tanto bene, ci vediamo presto" mi saluta mia madre abbracciandomi. "E salutami tanto tuo fratello" aggiunge abbassando il tono di voce per non farsi sentire da mio padre che mi attende a qualche metro di distanza da noi mentre smanetta veloce sul suo smartwatch.
Annuisco sorridendo, ci abbracciamo un'ultima volta e poi sparisco tra la folla al fianco di papà.

Saliamo sull'aereo e ci sediamo ai nostri posti in prima classe, ma prima di spegnere il cellulare invio un ultimo messaggio sorridendo.

"Sto arrivando a LosAngeles".

05 maggio 2020

Amore & Odio || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora