Capitolo 2

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Io e mio padre scendiamo dall'aereo.
È stato un viaggio davvero molto lungo ma rilassante, tra film, musica e una bella dormita sul mio comodo sedile in pelle.

Appena appoggio il piede al suolo scendendo dalla scaletta dell'aereo, l'aria calda della California mi invade mentre il vento leggero fa volare i miei capelli in tutte le direzioni.
Non riesco a realizzare di essere di nuovo in questo posto meraviglioso che tanto amo.
Tanto meno riesco a realizzare il fatto che d'ora in poi la mia vita sarà proprio qui.

Entriamo dentro l'aeroporto e ci dirigiamo al ritiro bagagli, dove, dopo una decina di interminabili minuti, entriamo di nuovo in possesso di tutte le nostre cose.
Riaccendo il cellulare e trovo il messaggio che ho aspettato con ansia per tutto il viaggio in aereo.

"Sarò lì ad aspettarti. È ora di portare un po' di pepe a questa città"
recita l'SMS di Alex.
Sorrido e ripongo il cellulare nella tasca posteriore dei miei jeans mentre io e mio padre ci dirigiamo verso l'uscita e la mia agitazione non fa altro che aumentare.

Solo qualche decina di metri e una porta scorrevole ancora chiusa mi dividono da mio fratello, che non vedo da ormai tanto, troppo tempo.
Mio padre non ha idea che di lì a qualche manciata di secondi vedrà di nuovo suo figlio e sinceramente non riesco nemmeno ad immaginare la sua reazione quando se lo troverà davanti.
Continuiamo ad avanzare verso la porta d'uscita insieme agli altri passeggeri.
La porta scorrevole si apre e di fronte mi trovo un'enorme massa di gente che aspetta l'arrivo dei propri cari.
Ci sono famiglie che si riuniscono, padri che tornano dalle loro mogli e dai loro figli, coppie che si ritrovano e si riabbracciano felici, qualcuno anche con le lacrime agli occhi.
Scruto attentamente ogni volto di quel gruppo di persone cercando quello di mio fratello, ma la mia attenzione viene catturata da...Karen.

La donna ci corre incontro e si affretta a salutare mio padre.
I due si abbracciano a lungo tra le lacrime di lei mentre mi giro dall'altra parte per non vedere quella scena a dir poco patetica.

"Ciao Samantha, come sei diventata bella" mi saluta abbracciandomi, forse per non far vedere a mio padre che in realtà mi detesta e che vorrebbe solo vedermi su un aereo di ritorno in Italia.
Mi sforzo di sorridere e pronuncio un rapido "Grazie", giusto per non sembrare scortese per poi tornare a concentrarmi sul gruppo di persone che ora si è dimezzato.
Il mio sguardo viene catturato da un paio di occhi verdi, tali e quali ai miei.
E finalmente lo vedo.

Dopo qualche secondo in cui rimango interdetta, inizio a correre facendomi largo tra la gente, sotto lo sguardo interrogativo di mio padre e della sua compagna.
Mi fermo solamente quando mi trovo a mezzo metro di distanza da lui.
Giusto il tempo di scrutarlo velocemente e poi mi lancio letteralmente tra le sue braccia che mi stringono forte sollevandomi da terra.
Rimaniamo così per non so quanto tempo.

"Mi sei mancato da morire" dico tra le lacrime accarezzandogli i capelli. "Anche tu Sam".
"Quanto sei cambiato" esclamo staccandomi da lui e osservandolo da cima a fondo.

È diventato più muscoloso e ha fatto crescere un po' i capelli, che ora tiene in un ciuffo disordinato. Ma una cosa non è cambiata: il suo modo di vestire.
Jeans scuri, maglietta nera e la sua solita giacca di pelle ovviamente dello stesso colore.

Veniamo interrotti da mio padre che si schiarisce la voce avvicinandosi a noi.
"Ciao papà" lo saluta Alex con tono freddo e distaccato.
"Ciao" ricambia lui senza nemmeno degnarsi di guardarlo negli occhi.

"Samantha, andiamo a casa" aggiunge richiamandomi e porgendomi di nuovo i miei bagagli.
Mio fratello apre la bocca per dire qualcosa ma lo blocco immediatamente con uno sguardo.
L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo esatto momento è di una litigata tra mio padre e mio fratello.
"Vado a stare da papà per un paio di giorni finché non troveremo un appartamento al campus del nuovo college, poi me ne vado giuro" sussurro al suo orecchio mentre lo abbraccio per salutarlo e lui annuisce guardandomi dritta negli occhi prima di girarsi ed andarsene.

Lo guardo allontanarsi e penso che tutto ciò noi sia giusto.
Non è giusto che lui sia partito da solo.
Non è giusto che io non lo veda da più di un anno.
E non è giusto che ora che l'ho incontrato di nuovo lui se ne stia già andando.
"Papà non possiamo farlo stare da te? Almeno per questa notte?" chiedo a mio padre mentre seguo Alex con lo sguardo.
"Samantha conosci bene la situazione tra me e tuo fratello e non credo che..."
"Ti prego papà solo per questa notte. È tanto che non lo vedo" lo interrompo supplicandolo.
Mio padre guarda Karen, quasi a cercare la sua approvazione, che lei non dà. Ovviamente oserei dire. Ma contro le mie aspettative mio padre sbuffa e acconsente.
Dopo averlo ringraziato inizio a correre di nuovo tra la folla finché Alex non compare nuovamente nel mio campo visivo.

"Alex!" lo chiamo facendolo voltare, "Vieni a casa con noi. Papà ha detto di sì" dico con entusiasmo saltellando nella sua direzione e abbracciandolo forte.
Usciamo tutti dall'edificio e, dopo aver caricato le valigie nel bagagliaio, mio padre mette in moto.
Il sole è ormai tramontato fuori dall'aeroporto, quindi il paesaggio che corre veloce fuori dal finestrino non è ben visibile.

Qualche decina di minuti più tardi, mio padre ferma l'auto in una via davanti al portone di un enorme villa immersa in una valle di vigneti.
E così è qui che mio padre fa la bella vita?
Niente male devo dire.

06 maggio 2020

Amore & Odio || Arón PiperDove le storie prendono vita. Scoprilo ora