Il ragazzo percorre qualche metro nel corridoio e si ferma davanti alla porta della sua stanza per poi aprirla e farmi segno di seguirlo. Entro con lui e mi chiudo la porta alle spalle.
Rimane in silenzio, con lo sguardo fisso a terra e la mascella serrata, così come i pugni."Allora? Che vuoi da me?" chiedendo spazientita rompendo il silenzio.
"Mi spieghi qual è il tuo problema?" sbotta di colpo colpendo la parete accanto.
"Scusami?" chiedo ancora con un misto di rabbia e confusione nella voce.
Qual è il SUO problema, non il mio."Che ti ho fatto? Non mi rivolgi la parola, non mi guardi nemmeno in faccia e quando lo fai il tuo sguardo è sempre carico d'odio. Io non ti ho mai fatto niente" dice guardandomi fisso negli occhi. E quello sguardo è talmente intenso che sono costretta a distogliere il mio per un attimo.
"Tu non mi hai fatto niente? Bella questa" dico sarcastica sbuffando con una finta risata.
"Perché prendermi in giro per un mese se non di più con i tuoi amichetti non è niente? Farmi sentire sempre nel posto sbagliato, sempre fuori posto dal momento in cui ho messo piede in questa scuola è niente? E avere sempre costantemente i vostri sguardi derisori puntati addosso è niente?" rispondo alzando la voce e puntandogli il dito contro."Ti ho anche difesa ieri sera con Madis..." inizia a dire,
"Per fortuna so difendermi perfettamente anche da sola, grazie tante" lo interrompo.
"Non so che idea vi siate fatti di me, ma sicuramente non sono la ragazzina nuova che si fa mettere i piedi in testa da gente come voi, non più" sputo acida riferendomi al suo gruppetto.
"Gente come noi?" chiede confuso.
"Sì. Ragazzini ricchi, viziati e abituati ad avere tutto ciò che vogliono finché mamma e papà tirano fuori i quattrini" sbraito rossa di rabbia.È vero, la mia famiglia non ha mai avuto problemi economici anzi abbiamo sempre potuto permetterci qualsiasi cosa di cui avessimo bisogno. Ma i miei genitori mi hanno insegnato dei valori veri ed è ciò che mi distingue da questa massa di ragazzini senza cervello e senza cuore.
E ringrazierò sempre la mia famiglia per questo.Vedo l'espressione sul viso di Aron cambiare completamente.
"E tu che cazzo ne sai della mia famiglia?" chiede riducendo gli occhi a due fessure.
Poi fa un lungo sospiro passandosi le mani sul viso e tra i folti riccioli castani."I miei genitori erano separati e mio padre aveva tagliato i viveri a me e mia madre che ha dovuto rimboccarsi le maniche e trovarsi il primo lavoro per pagare le spese. Un anno fa mia madre è venuta a mancare e io sono tornato sotto la custodia di mio padre ma il nostro rapporto non è come quello di prima. Si limita solamente a pagarmi le spese per il college e ad invitarmi un paio di volte all'anno a casa sua per le cene di famiglia con la sua nuova moglie" spiega sedendosi sul bordo del letto.
Un velo di tristezza gli fa luccicare gli occhi e gli incrina la voce."Quindi non so che idea tu ti sia fatta su di me, ma sicuramente è sbagliata. A scuola sto con i ragazzi perché ho qualcuno su cui contare quando non ho Alex e Cole. Non condivido il loro modo di comportarsi e non sopporto quando fanno così, ma loro non mi hanno mai voltato le spalle quindi non sarò io a farlo per primo" aggiunge abbassando la testa e tenendola con le mani.
Tutta la mia rabbia e il mio odio vengono spazzati via da un profondo senso di colpa e una sorta di tenerezza e quasi pena nei confronti del ragazzo seduto di fronte a me.
"Io...mi dispiace molto Aron, non sapevo nulla della tua situazione. È solo che frequenti quei ragazzi così maleducati e sembravi così egocentrico ed arrogante. E io non sono una che giudica senza conoscere ma tu...mi dispiace" cerco di scusarmi prendendo posto sul bordo del letto accanto a lui.
"Non ti preoccupare. È tutto risolto. L'importante è che tu abbia cambiato idea" dice lui con un sorriso alzando la testa e guardandomi di nuovo negli occhi.
"Ti posso abbracciare?" chiedo senza pensare. E quasi mi meraviglio al sentire quelle parole uscire dalla mia bocca. "Certo" risponde e così lo abbraccio cercando di trasmettergli il mio dispiacere di averlo giudicato ancor prima di conoscere lui e tutta la sua storia.
"Vi avevo detto di aspettarci" protesto entrando nella mia stanza e vedendo tutti seduti in cerchio sul pavimento con una bottiglia di vino aperta al centro.
Io e Aron ci aggiungiamo al gruppo sedendoci sul pavimento sotto lo sguardo confuso di Nicole e quello malizioso di Sarah.Qualche bottiglia di vino e un paio di lattine di birra dopo siamo tutti un po' alticci e decisamente felici.
"Bè ragazzi sono felice che vi siate uniti a noi" dice Andreas riferendosi ad Alex, Aron e Cole.
"Sì, siete i benvenuti da noi. E Aron, ora hai sei nuovi amici" aggiunge Sarah indicando il nostro gruppetto.
"Cinque amici" dico sarcastica facendo l'occhiolino al ragazzo che ride prendendo un sorso dalla bottiglia che ha tra le mani.
Cole si alza e recupera il suo cellulare dalla tasca della felpa mettendo la musica a basso volume per non svegliare l'intero hotel dato che sono le due e mezza della notte.Ci alziamo tutti e iniziamo a ballare allegramente, un po' barcollando e un po' tenendoci su a vicenda.
"Io esco a fumare" annuncia Aron, "Ti seguo" pronuncia Cole.
"Sam vai a controllare che quei due babbei non cadano dal balcone ubriachi come sono" mi dice mio fratello indicando i due ragazzi che cercano di aprire la porta finestra che dà sul piccolo balcone.
E ho come l'impressione che usi questa cosa solo come scusa per rimanere con Nicole senza i suoi amici e sua sorella tra i piedi. E senza il mio sguardo inquisitore puntato su di loro.Esco sul balcone spostando leggermente la tendina per sbirciare all'interno della stanza ma non riesco a scorgere nulla se non Sarah e Lucas che stanno ballando decisamente molto vicini.
Mi volto ridendo mentre l'aria che mi scompiglia i capelli. Continuo a ridere sotto l'effetto del vino. Anche i due ragazzi con me sono ubriachi. Aron è quello messo peggio di tutti e considerando che ha bevuto circa la metà di ciò che ho bevuto io devo dire che questo ragazzo non regge per niente l'alcool.
Ci sediamo tutti e tre sul pavimento, con la schiena contro il muro e i piedi fuori dalla ringhiera del balcone.
I due ragazzi si accendono una sigaretta mentre continuiamo a ridere e a dire parole senza senso.Qualche sigaretta dopo Cole si alza barcollando e si avvicina alla porta-finestra socchiusa.
"Io torno in discoteca" annuncia entrando di nuovo nella stanza.Aron estrae un'altra sigaretta dal pacchetto e se la porta alla bocca per accenderla.
"Smettila, ne hai già fumate troppe" dico cercando di rubargliela dalle labbra, ma lui gira la testa di lato sfuggendo alla mia presa per poi accenderla.
Allora cerco di rubargli il pacchetto dalle mani e dopo un paio di secondi di resistenza lo lascia andare. "Che presa forte ragazzo" dico ridendo prendendolo in giro."Come mai fumi così tanto?" chiedo osservando il pacchetto mezzo vuoto di sigarette, ma non ottengo nessuna risposta. "È per i tuoi?" azzardo a chiedere ma lui fa segno di no con la testa. "È per Madison?" scuote di nuovo la testa.
"C'è un po' freddo qui fuori" cambia discorso iniziando a ridere."Rientriamo" dico alzandomi e aiutandolo a mettersi in piedi, nascondendo il pacchetto di sigarette nella tasca della mia gonna.
Sembra essersene completamente dimenticato. Meglio così.
Rido al pensiero mentre Aron apre la porta finestra facendomi entrare per prima nella stanza.Rimango un attimo interdetta da quel suo gesto. Esistono ancora uomini che aprono la porta alle donne? Non ne avevo mai incontrato uno prima. Forse sono creature rare.
Un paio di ore dopo, verso le cinque del mattino la musica si spegne, le bottiglie vengono raccattate e buttate nella spazzatura e i ragazzi tornano ciascuno nella propria stanza cercando, quasi inutilmente, di fare il minimo rumore possibile.
|| sara ||
Holaaaaa!!
Ecco a voi il nuovo capitolo.
Sì, le cose si stanno facendo abbastanza interessanti non trovate?
Chissà che succederà nel prossimo...muahahahxx
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Amore & Odio || Arón Piper
FanfictionLa vita di Samantha era ormai andata in frantumi e lei, per quanto ci provasse, non riusciva più a mettere insieme i pezzi. Ma l'anno del tanto atteso College era finalmente arrivato e con lui anche l'inaspettato trasferimento a Los Angeles con il p...