SOGNO # 1

47 3 1
                                    

"Ciao...".
"Ciao Stefano! ".
"Avrei da raccontarti una cosa... un sogno. Hai tempo? ".
"Ok ti ascolto. Raccontami...".
"Allora, comincio... ".
Ieri pomeriggio stavo leggendo tra i vari annunci in un sito di incontri piuttosto esplicito, senza tanti convenevoli. Insomma, dove si va subito al sodo senza tanti preamboli. Ne ho trovati alcuni che mi hanno attizzato la fantasia, ed ho risposto a tre di loro. Una persona non si è fatta risentire, le altre due sì. Dopo un breve scambio di mail e fotografie una ha declinato, dicendomi che non ero il suo tipo, mentre con l'altra abbiamo proseguito questa conoscenza sommaria sul web. Al che ci siamo detti, non avendo impegni in giornata, perchè non vederci di già? E così è stato. Ci siamo dati appuntamento in un bar vicino casa sua, e lì ci siamo incontrati. Dalla foto ci siamo riconosciuti subito, e per me è stata una piacevole sorpresa riscontrare che la foto non le rendeva giustizia perchè dal vivo si presentava sicuramente meglio. Un metro ed ottanta d'altezza, capelli neri tagliati corti, occhi scuri, una bella bocca dalle labbra non troppo fini in un viso dai tratti decisi ma non taglienti, corporatura robusta e l'aspetto di una persona decisamente in forma. Una bella voce, calda, e subito molto gentile al momento dei convenevoli. Ha 45 anni e si chiama Carlo. Beh, ci siamo seduti ad un tavolino all'esterno del bar ed abbiamo ordinato.
"Cosa prendi?" mi chiede.
"Io un caffè, grazie. Macchiato. Ed un bicchiere d'acqua gasata".
"Ah, non bevi alcoolici? Avrei detto, tirando ad indovinare, che avresti preso una birretta...".
"Dici? Perchè" gli chiedo sorridendo.
"No niente... così. Allora due caffè macchiati ed un bicchiere d'acqua gasata, per favore..." dice rivolto alla giovane cameriera arrivata al tavolo.
"Carina... vero?" mi chiede riferendosi alla ragazza al cui sedere lanciamo entrambi un'occhiata mentre si allontana.
"Sì, carina... ti piacciono le donne? O... anche, le donne?".
"Sì, non mi dispiacciono..." risponde, "... a te?".
"Sì, mi piacciono... Oddio forse era meglio se la prendevo, quella birretta...".
"Perchè" mi domanda sorridendomi.
"Così, per vincere... la tensione" ribatto mordendomi il labbro ed abbassando lo sguardo a terra.
"Ah ah... ma dài. Non è il caso. Eppoi, mi hai già fatto una bella impressione...".
"Grazie... anche tu..." rispondo sperando non sia troppo evidente il mio probabile rossore. Chiacchieriamo un po' e cerco di stare sul vago non dandogli modo di capire che sto vivendo per strada e che la mia non sia una vita troppo regolare. Ad un certo punto mi chiede... "vuoi venire a cena da me?". Din din din... è come se dentro sentissi la campanella che segnala la vincita del jackpot, vedessi un gol allo stadio, avessi beccato un terno secco sulla ruota di Milano al Lotto.
"Vuoi venire a cena da me"... Quelle poche parole mi provocano un felice tumulto interiore, Dio solo sa quanto desiderio represso mi sto portando dietro. Desiderio che va aldilà del sesso, è voglia di intimità, carezze, coccole, tenerezza. E poi certo, è voglia di toccare, baciare, accarezzare, sentire le mani di un altro essere vivente su di me, con tutto quel che ne consegue.
"Certo... mi farebbe un gran piacere". Ci guardiamo negli occhi senza dire una parola, finchè ci alziamo, e dopo che Carlo ha pagato alla cassa la consumazione ci avviamo verso casa sua. Arrivati, in un piccolo ma ben sistemato appartamento, ci mettiamo a nostro agio, che per me significa innanzitutto togliere le scarpe.
"Stefano ti piace il carpaccio con la rucola?".
"Oh sì, da matti".
"Bene, così è un piatto gustoso veloce e fresco". Siamo in estate e mangiare leggero appare un'ottima idea. Carlo è in piedi davanti al lavello della cucina a vista e sta sciacquando alcuni bicchieri. Dalla portafinestra aperta cui si accede al balcone entra una leggera brezza, piacevole anche se piuttosto calda, ed essendo quasi le sette di sera ed esposta ad ovest cioè che guarda il tramonto, quella bella luce del tardo pomeriggio del sole che sta calando inonda la stanza.
"Cavolo, mi son scordato di abbassare le veneziane oggi. Me lo faresti tu il favore? Anche se è tardi, ma almeno si rinfresca l'ambiente sennò stanotte si crepa di caldo...".
"Certo..." gli dico, ed esco sul balcone che dà sul cortile interno dello stabile, tiro giù le veneziane e rientro.
"Va bene così?" gli chiedo.
"Perfetto grazie".
"Figurati. Cosa stai facendo?" domando mentre mi avvicino alle sue spalle.
"Sto preparando la moka per dopo. Bevi il caffè la sera?".
"Sì, amo il caffè..." e dietro di lui gli metto le mani in vita, e lo abbraccio.
"Cosa fai?" chiede con tono incuriosito.
"Spero niente che ti dia fastidio..." gli dico a bassa voce, con le mie mani che scendono sul davanti verso il suo intimo, ma volutamente senza arrivarci. Si asciuga le mani con la pezza da cucina e si volta. Ci sorridiamo, al che mi mette le mani al collo e la bocca ad un niente dalla mia.
"Ti piace baciare?" mi chiede.
"Sì... amo baciare" gli rispondo, le mie labbra a pochi millimetri dalle sue. E ci baciamo. Basta poco perché le nostre lingue scivolino nella bocca dell'altro, e una mia mano dalla vita vada diretta al suo uccello. Lo accarezzo deciso su e giù, lui mi lascia volentieri fare, e sento dal suo respiro quanto gradisce. Io, parto. Nel senso che la mia voglia arretrata di parecchi mesi si fa sentire e la lascio felicemente sbocciare. Ci vuole poco perché io mi inginocchi davanti a lui. Lui che mi guarda dall'alto in basso ed io che gli sorrido mentre inizio a trafficare prima con la sua cintura, poi coi bottoni dei suoi jeans. Sbottonati quelli, gli calo i boxer e glielo prendo in mano e poi, con dolcezza, lo bacio. L'ho detto, che amo baciare. In breve si fa duro e dopo essersi fatto baciare il tempo necessario per desiderare altro, mi dice... "andiamo di là...". Entriamo in camera, semibuia e profumata, e mi spinge all'indietro a cascare sul letto. Gli lancio uno sguardo sorpreso e divertito, lui mi guarda con un'espressione più di libidine e dal momento che comincia a spogliarsi io mi slaccio cintura e jeans. Mi aiuta a sfilarli, ed anche i boxer. Resto con addosso solo dei sexy fantasmini ai piedi. Pronti via dunque, niente strip. Ed è meglio così, credetemi. Mi metto seduto a togliermi la t-shirt mentre anche lui finisce di spogliarsi completamente, e mi si piazza davanti perché io riprenda il lavoretto iniziato in cucina.
"Adesso ti voglio..." mi dice deciso ritraendosi. Dal comodino estrae la bustina di un preservativo ed intanto che la strappa e se lo infila io prendo un cuscino e me lo piazzo sotto la schiena all'altezza quasi del sedere. Sono steso sulla schiena col bacino che arriva al bordo del letto, Carlo si inginocchia mentre si lubrifica per bene spremendo da un tubetto una bella dose di vaselina. Poi, tenendomi saldamente per le caviglie, mi prende. Delicatamente all'inizio, poi la foga prende il sopravvento ed inizia a scoparmi per davvero. Mi piace. O meglio, il mio è un piacere tutto mentale... vederlo cosi pieno di libidine, così voglioso di me, sentire che gode dell'attrito del suo uccello dentro di me, contro la mia carne, le mie dita a sfiorare le sue braccia, il suo bel petto... mi scopa deciso ed un po' mi fa male, ma non impiega molto...
"Sì... sì... vengo... vengo..." e, appunto, viene. Mi eccita e mi piace da impazzire sentirlo dentro di me che si fa duro al massimo, sentire che il contatto dello sfregarsi dentro di me lo faccia godere, i suoi versi soddisfatti di un bell'orgasmo goduto appieno. Delicatamente si sfila da me, si abbassa e dolcemente mi bacia... "tocca a te adesso..." mi dice.
"No caro... a me va bene così...".
"Sei sicuro?" mi chiede un po' perplesso con quello sguardo beato ed appagato.
"Sì..." gli sorrido... "faccio solo un salto in bagno e poi... c'è un delizioso carpaccio che ci aspetta, giusto?".
"Giusto... ". Mi sorride a sua volta, mi bacia ed aspetta che io abbia finito in bagno per andarci anche lui. Non so come sarebbe proseguita la serata, se avremmo fatto ancora sesso né tantomeno se mi sarei fermato a dormire lì perché purtroppo il mio sogno termina nel momento in cui ci stiamo sedendo ad una tavola semplicemente ma graziosamente apparecchiata.
"Cosa ne pensi? ".
"Che mi confermi ciò che mi hai rivelato riguardo la tua sessualità. Ti è piaciuto? ".
"Decisamente sì, peccato sia finito così presto".
"Così presto? Mi sembra abbia fatto in tempo ad avere... quel che volevi, no? "
"In effetti..." e me la rido. "Ciao e grazie per avermi dedicato il tuo tempo".
"Non devi ringraziarmi, lo sai che se hai bisogno io ci sono. Ciao Stefano".

"Dormendo Sotto Le Stelle"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora