ESSERE (BI... ), O NON ESSERE

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In questo periodo di luna di miele e da cicala felice decido che finalmente sia arrivata l'ora di esplorare quello che il mio amico Stefano in comunità aveva risvegliato in me, quel lato della mia sessualità che ero smanioso di verificare, mettere alla prova. Ricordo che Fabietto, altro ospite della comunità con cui avevo stretto una bella amicizia, mi fece vedere su internet un sito di incontri molto esplicito e diretto. Una bacheca virtuale... dove ce n'era per tutti i gusti. Uomini in cerca di donne e viceversa (in questo secondo caso la prostituzione in casa era protagonista), uomini in cerca di uomini, persone in cerca di amicizie, situazioni di ogni genere e per ogni gusto. Tralascio gli annunci troppo espliciti e volgari perché è vero che lì si è tutti in cerca di semplice sesso occasionale ma almeno un minimo di... umanità o di simpatico flirtare o anche prendersi un caffè prima di scopare, che cavolo! Quindi non fanno per me quelli che alla foto del viso ne preferirebbero una del mio uccello. Per me dal viso parte tutto, nel senso che un viso attraente rende per me attraente il resto. Una donna che dovesse piacermi, con uno sguardo particolarmente accattivante, se avesse un seno prosperoso o piccolo ma ben fatto, o fosse particolarmente formosa o meno, sarebbero tutti particolari di secondaria importanza. Anzi, di nessuna. Diciamo che non ho un stereotipo di donna ideale, lo è diventato ogni volta quello della donna di cui ero in quel momento innamorato. Sono da sempre stato attratto da donne più basse di me e di corporatura minuta, senza preferenze su una terza piuttosto che una sesta di reggiseno ma sempre felicemente colpito da un bel lato b. Ma alla faccia della corporatura minuta e della bassa statura la mia ultima moglie, Lorena, con la quale son appunto separato da 30 mesi, è una bellissima donna alta un filo più di me, certamente non esile e con tante piacevoli curve. Sono stato rapito da un viso bellissimo, completato dalla perla dello strabismo di Venere che mi fa letteralmente impazzire, con buona pace dello stereotipo di donna bassa ed esile. Torniamo agli annunci. Ne trovo uno che finalmente si propone in un modo che mi porta subito a rispondere. Ricevo prontamente sue notizie e dopo un breve scambio di mail accetto l'invito e mi dirigo verso casa sua. Sono sotto al portone e mi sento parecchio emozionato. Un filo nervoso, ma soprattutto eccitato. Non ho mai fatto sesso con un uomo, lo desidero da sempre anche senza esserne stato cosciente. Sento il "clack" dell'apriporta, ed ecco che mi appare Dario. Sapevo che aveva un paio d'anni più di me ma a differenza mia che non dimostro i miei, i suoi 50 si vedono tutti fino all'ultimo. Dentro di me ci resto un po' male, non è decisamente scattato il colpo di fulmine, ma a questo punto sono in pista e decido di ballare. Saliamo da lui, un piccolo appartamento in una zona "in" di Milano, anche se basta essere in centro o nei suoi paraggi per esserlo. In giro, un po' di quel disordine tipico degli uomini single, per di più mi dice che la sua settimana si divide tra Milano e Modena dove gestisce la sua attività, e senza un donna di servizio non è facile mantenere la casa in ordine. Dario nonostante l'aspetto dell'imprenditore cinquantenne con un filo di pancetta e l'aria benestante, col viso bello pieno e due occhi da cui credo di intravedere un carattere mite, tutto sommato mi fa una buona impressione. Inoltre la gentilezza e la buona educazione non si comprano al supermercato ma sono qualità che aprono possibilità che invece l'arroganza non concede. Infatti è per queste sue qualità che ho risposto al suo annuncio. Sono un po' imbarazzato ma ho bisogno del bagno, assolutamente.
"Scusa Dario, ti sembrerà una richiesta strana, ma... posso farmi una doccia al volo?".
"Ma certo Stefano... vieni... " mi risponde accompagnandomi in bagno.
"Ecco, tieni un asciugamano pulito... e lì hai shampoo e bagnoschiuma".
"Ti ringrazio... sai è caldo e... ne avevo bisogno...".
"Tranquillo, fai con calma, io sono di là...". Chissà cosa si sia immaginato. Non sono arrivato sporco o particolarmente trasandato da apparire immediatamente ciò che sono, cioè uno che vive per strada. D'altronde sono pochi giorni che vivo questa nuova condizione e sono lontano, Oddio neanche troppo, dal momento in cui sarà evidente la necessità di una doccia e di un cambio di biancheria. La doccia è rigenerante, in corpo roba e metadone, e in tasca ancora i soldi sufficienti per una visita a Rogoredo domani. O meglio, domattina. O, la serata dovesse andare male, stanotte stessa. Mi accomodo sul divano di fianco a lui, che si è messo in libertà con addosso solo maglietta e slip. Al che pure io non sto a rivestirmi e rimango abbigliato allo stesso modo. Chiacchieriamo un po', è molto carino perché è evidente che cerchi di mettermi a mio agio. In effetti sono piuttosto imbarazzato ed impacciato, mentre Dario sempre parlando e sorridendomi inizia ad accarezzarmi le braccia, il petto, le gambe... Non provo fastidio, in fondo sarebbe potuto anche essere possibile che mi alzassi dicendo... "no scusa... non fa per me... mi spiace". Non pronuncio nulla del genere. Anzi, per vincere la tensione anch'io inizio ad accarezzare lui, e per tagliare subito la testa al toro vado quasi diretto al suo intimo. Che risponde prontamente. Gli accarezzo l'uccello e tutto il pacco, scendendo sotto, alle palle, mentre gli bacio il petto e l'addome dopo esserci tolti entrambi le t-shirt. È la prima volta in vita mia che tocco un uomo. Sento che gli piace. Sento di piacergli. E di eccitarlo. E piace anche a me. Niente fuga per l'orrore od il disgusto. Macché. Ci prendo gusto, e sento che anch'io ho voglia come lui, e ad un certo punto sentire la sua mano toccarmi mi provoca un sospiro di piacere. Gli abbasso gli slip. Con tutta la calma del mondo glielo prendo in mano. E lo bacio. Sulla cappella scura e tesa, e su tutta la sua lunghezza. Non è superdotato, tutt'altro, ed è una gradita scoperta... Glielo prendo in bocca, ed inizio... beh, a darmi da fare, no? Lo mollo un attimo e gli chiedo, a un centimetro dalla sua bocca... "Ti piace? Te l'ho detto che è la mia prima volta... sii paziente..." in un tono teatralmente sottomesso.
"Sei bravo... davvero. Mi piaci..." mi dice, mi gratifica, con uno sguardo carico di libidine. Scendo e glielo bacio ancora finché mi propone di stare più comodi andando in camera da letto. L'idea semplicemente mi fa arrapare da matti. Entriamo nella sua stanza, semplicemente arredata ed accogliente, e senza niente addosso ci stendiamo. Lui sulla schiena, io mi metto comodo per riprendere il lavoretto iniziato sul divano. Ho il suo uccello davanti a me ed inizio a giocarci, a divertirmi. Mi piace, mi piace un sacco baciarlo leccarlo da sotto in punta per poi prenderlo in bocca, tutto quanto, apprezzando il fatto che non sia molto dotato e lungo. Mi piace tenerglielo in mano e passare la lingua attorno alla cappella mentre guardo Dario diretto negli occhi.
"Sei in adorazione..." mi dice.
"Come?...", rispondo sorridendogli mentre faccio guizzare veloce la lingua dove a me personalmente manda fuori di testa, e come immaginavo gradisce anche lui.
"Uuu... bravo, sì così... sì sei in adorazione del cazzo. Ti piace il cazzo... eh?".
"Mh mh..." annuisco. È vero. È una fantastica scoperta, devo ammetterlo, mi piace sì e ci giocherei fino a farlo venire, gli farei il pompino più lungo che abbia ricevuto. Ma, fatto trenta...
"Mi vuoi scopare? " gli sparo lì schietto.
"Sei sicuro...?" mi dice con un sorriso contento e voglioso.
"Mh mh..." annuisco strusciandomi dolcemente il suo uccello sul mio viso e dandogli ancora una succhiata. Poi mi stendo sul fianco e lui dietro di me. Ha tirato fuori un flaconcino di gel e dopo essersi abbondantemente lubrificato, piano mi penetra. Non mi fa male, ma in principio è una sensazione strana, ed un po' fastidiosa. Non perché faccia male ripeto ma è come di avvertire il bisogno di andare in bagno senza però doverci andare. Inoltre Dario è un po' scomodo.
"Aspetta... facciamo cosi" gli dico mettendomi come a lui viene più facile... Così sì che è comodo. Entra in me, e mi scopa. Lo sento, lo sento come si deve e anche come si stia infoiando e stia cominciando a scoparmi per davvero. Ed anche lui sente me.
"Si... ah ti piace... " mi dice. "Lo sento che ti piace... da come ti stai rilassando... non sei più teso... ti stai lasciando andare...". Davvero cerco di restare rilassato il più possibile, quando parte in quarta ingrifato al massimo e inizia proprio a sbattermi non riesco a tenere la bocca chiusa e gemo... gemo ad ogni suo colpo che sembra arrivare al centro del mio corpo... nonostante non sia superdotato mi sta rompendo...
"Ah!... ah!...  fermo fermo fermo...", ho bisogno d'una pausa. Non smettere no, ma una pausa.
"Scusa... è la tua prima volta... ho esagerato.. ma, mi piaci sai. E l'idea che tu sia vergine... mi arrapa un sacco".
"Ero... vergine" gli dico sorridendo.
"Voglio provare così..." aggiungo mentre mi metto sulla schiena e lui si piazza davanti a me. E si infila nuovamente. Cazzo questa è un'altra cosa. Da dietro ci si sente completamente presi, posseduti, è eccitante sentirsi... scopati. Così invece posso vedere sul suo viso il suo piacere. Inizia a scoparmi nuovamente e sarei deciso a farlo continuare fino a venire, venire dove lui voglia sia dentro di me piuttosto che su di me, o nella mia bocca, o dove lui voglia... mi piace da impazzire l'idea di essere il suo schiavo il suo oggetto del piacere e che faccia di me quello che la sua voglia la sua libidine la sua lussuria lo portino a fare. Ho passato una vita a scopare con donne ed avere sempre il comando, in un certo senso. Fantastico certamente, ma questa parte della mia sessualità ho già capito come voglia goderla... non più scopare ma essere scopato, farmi fottere da troia, da puttana. E se me lo sentissi dire... cazzo come vorrei sentirmelo dire. Ma ad un certo punto, fa cilecca. Sarà stata la stanchezza il cambio di posizione l'età la sfiga... insomma a Dario gli si ammoscia e non c'è più nulla da fare.
"Se vuoi provo io..." gli dico con l'intenzione di ravvivarlo con la bocca, visto che con me funziona...
"No Stefano lascia stare, mi conosco e so che per stasera... è finita qui".
"È colpa mia...?" gli domando dispiaciuto per aver fatto qualcosa di sbagliato magari, o non aver fatto qualcosa.
"No tranquillo Stefano. È così, può capitare... e basta" mi tranquillizza e mi sorride. "Però te lo ripeto... sei bravo. Ci sai fare con il cazzo. E adesso non hai più il culetto vergine... ".
"Già... però mi spiace. Mi sarebbe piaciuto arrivare fino in fondo" gli dico accarezzando il suo petto villoso.
"Ascolta..." proseguo, "... preferisci che vada?".
"No, tranquillo. Se vuoi fermati a dormire qui, se ti va bene dormire con me nel letto... o sul divano. Come preferisci". 
"Va benissimo qui... grazie".
Nonostante l'eccitazione per questa serata assolutamente nuova, durante la quale ho perso (finalmente...) una mia verginità, non ci impiego molto ad addormentarmi vicino a Dario nel suo letto e dormire un bel sonno sereno e profondo.

"Dormendo Sotto Le Stelle"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora