Secondo appuntamento, il giorno dopo. Dall'altra parte di Milano, e me la sparo con calma sulla mia bici perchè siamo in pieno luglio e fa un caldo porco. Ieri sera lo strano appuntamento con Vittorio, stasera tale "Lele" mi sta aspettando a casa sua. Cosa che mi fa fermare un attimo a riflettere su queste persone che fanno entrare in casa loro perfetti sconosciuti con l'idea di fare sesso. Io li trovo pazzi, incoscienti. Potrei essere quello che sono, così come essere un fuori di testa armato di coltello che si porta via da casa tua tutto ciò convertibile rapidamente in denaro oltre al denaro stesso, in cambio del solo lasciarti incolume, altro che servizietto... Vabbè, chi se ne frega, meno male che invece gente così fiduciosa e forse schiava dei propri desideri esiste. Arrivo davanti al suo portone, mi apre come lo avviso via mail (per lo meno l'accortezza di non dire il citofono) ed arrivo, al piano terra in un piccolo giardino interno, all'ingresso del suo loft. Mi apre questo ragazzone ben piantato, tratti mediterranei, infatti mi racconterà di essere siciliano trasferito da non molto a Milano per lavoro, un viso da bonaccione ed un'espressione comunque attenta nello squadrarmi.
"Ciao Lele, sono quà... sono Stefano" dico allungando una mano per saluto.
"Ciao, Stefano... " lui di ricambio, stringendomela cordialmente ed invitandomi ad entrare. E qui parte la mia solita solfa: posso farti una richiesta particolare una doccia sai il caldo ho tutto io grazie bla bla bla... Esco dalla doccia come nuovo, volutamente con solo l'asciugamano legato in vita.
"Vuoi bere qualcosa Stefano? ".
"Oh, volentieri grazie. Ma niente di alcoolico grazie".
" Succo di frutta? Alla mela?".
"Ottimo, grazie...". E lo è per davvero, ottimo e rinfrescante, appena tirato fuori dal frigo. Iniziamo a chiacchierare, e l'argomento scivola sulla mia vita attuale. Ovvio senza menzionare il fatto di essere un tossico, ma per il resto non ho problemi ad essere totalmente sincero. Ad un certo punto gli dico... "dai Lele, possiamo metterci comodi, no?", indicando il divano letto della zona giorno che sembra lì in bella posta ad aspettarci. E qui mi sorprende.
"No, lascia stare...".
"Come?..." gli rispondo, visibilmente e davvero meravigliato.
"Sì... mi è scappata la voglia..." mi dice. Gli sorrido.
"Ma dai... non è che devi farti scrupoli se è... come penso. Cioè, non lo faccio mica per forza. Dai, vieni qui...".
"No, davvero. Va bene così" mi ribadisce, e lo vedo nel suo sguardo buono che invece ha come l'impressione di abusare quasi di me o meglio delle mie necessità. Se da una parte apprezzo questa sua umanità, dall'altra maledico la mia linguaccia perchè devo imparare per il futuro di stare attento a ciò che dico. E non finisce qui, perchè mi dice allungandomi un pezzo da cinquanta euro... "tieni, questo è per il tuo disturbo...".
"Grazie... ma c'è un problema. Non ho da darti il resto, devo uscire a cambiarteli...". E aggiungo, per chi avesse dubbi, che davvero l'avrei fatto, di cambiare i soldi; non sarei sparito col cinquantone in tasca.
"Siamo a posto così".
"Davvero?..." gli chiedo con la banconota in mano.
"Sì, davvero..." mi fa con un mezzo dolce sorriso.
Wow, che culo, mentre dentro di me faccio la capriole di gioia. Lo saluto affettuosamente con un rapido bacio sulla bocca, ringraziandolo ed augurandogli di cuore, davvero, buone cose. Persone così se lo meritano. Altri se ne sarebbero fottuti ed avrebbero goduto quello per cui avevano pagato, in questo caso di farsi baciare a lungo ed ovunque... Esco felice e garrulo, e con Lele non mi sarei più visto. Ma mi sarei risentito. Già, come un idiota spogliandomi mi caddero nel suo bagno le chiavette del lucchetto della bicicletta, ed una volta fuori non sapendo quale fosse il citofono (maledetta prudenza...) ed avendo il telefono a terra di batteria senza nemmeno potergli scrivere una mail, è a piedi che mi dirigo verso la lontanissima linea sostitutiva della metrò gialla, destinazione Rogoredo. Incazzato nero per la questione bici, sarebbe potuta essere una serata fantastica invece così diventa uno sbattimento incredibile. Però una volta giunto a destinazione faccio una bella spesa, investo tutta la mezza gamba con un bel mezzo grammo di coca e uno di roba. Mi faccio una pera gigantesca e tutto la menata svanisce d'incanto. Domani sarei riuscito a rimettermi in contatto con Lele che abilmente mi avrebbe messo le chiavette in un pacchetto di fazzoletti nella cassetta della posta per la pubblicità, dove infatti le avrei puntualmente ritrovate. E questa è stata la mia ultima volta in cui avrei messo in vendita me stesso.
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"Dormendo Sotto Le Stelle"
Short StoryLa storia vera di Stefano che, nonostante la confusione mentale per aver smarrito il "senso della vita", decide di lasciare la sicurezza della Comunità di recupero per tossicodipendenti e vivere da clochard nella sua città, Milano.