Allucinazioni. Questo può causare l'abuso di cocaina. A me non era mai successo fino quest'estate, anche perché come detto per anni era stata l'eroina la mia droga preferita. Quando in comunità ascoltavo Gabriele raccontarmi di quando vedeva apparire serpenti che gli si avviluppavano ai polsi e salire su per le braccia, mandandolo nel panico, facevo fatica a credergli. Cioè si, gli credevo, ma mi chiedevo come fosse possibile vedere qualcosa del genere senza realizzare che non poteva trattarsi altro che di un'allucinazione, un incubo ad occhi aperti, e come tale riuscire a scacciarlo come quando si smaschera un incubo per quello che è, un semplice sogno perdendo tutta la sua carica onirica orribile ma finta ed innocua nella realtà.
L'ho capito anch'io in almeno un paio di eclatanti occasioni che ricordo benissimo a parecchi mesi di distanza e che credo non scorderò in vita mia.
Fine estate, fine agosto giù di lì. Sto andando al boschetto è mattino tardi ed entro da Porto di Mare anziché da Rogoredo. Quindi mi faccio questa passeggiata nel parco davvero vasto; nella parte pulita c'è il Parco Avventura Corvetto, dove i bambini opportunamente imbragati per mezzo di ponti di corda si spostano seguendo un percorso da un albero all'altro ed è particolarmente affollato nei mesi primaverili dalle scolaresche. Oggi c'è poca gente, tanti sono in vacanza e chi non se lo può permettere di partire magari non si può permettere nemmeno questo. Proseguo, il sole alto, caldo, qualcuno col proprio cane, un gruppo di ecuadoriani che sta allestendo un mini campo da calcio e tutto il necessario con tanto di tavolini per un picnic. Io sono a piedi, l'altro giorno ho forato ed ancora la camera d'aria nuova è lì ad aspettare d'essere montata. La strada ad un certo punto da asfaltata diventa sterrata e compie alcune curve nel primo rado bosco, ancora lontano dal mio boschetto. Costeggia una collinetta ed a un certo punto mi si apre davanti la visuale di un campo grandissimo ed in fondo ad esso si erge la collina principale del famigerato bosco. Guardo, mi fermo. Perché resto senza parole. Perché non può essere quello che vedo ma... lo vedo cazzo. Lo vedo davanti a me come vedo il cielo stellato di notte se guardo in su. Quando non piove, ovvio. La collina... è piena, ricoperta senza lasciare un solo spazio vuoto, di militari. Si, militari nella loro divisa verde militare. Tutti in file ordinatissime a riempire il bosco dalla base fino in cima. Ed in basso, nel prato, una dozzina di mezzi di trasporto, per la maggior parte jeep ed alcuni camion, coperti col telo mimetico. Mi sembra impossibile ma è così, e subito in me scatta il pensiero "cazzo per stamattina non se ne fa niente, dovrò tornare nel pomeriggio... merda". Intanto continuo a camminare per avvicinarmi un po' a vedere questo clamoroso spiegamento di forze. Ne ho viste di retate, ma questa non è una retata ma un'occupazione vera e propria. Ultima curva e sarò abbastanza vicino da vederli meglio e capire qualcosa. Giro l'angolo e guardo. Nessuno. La collina ha il suo aspetto di sempre. Niente militari niente camionette né jeep. Meglio così, certo, ma io... inizio a piangere. Forse per la gioia di poter fare la storia, ma so che non è così. Piango lacrime di disperazione, per una rara volta sono preoccupato per me stesso... "sto impazzendo... sto impazzendo" mi dico sottovoce, altro sintomo niente male. Ma quel che ho visto... non quello che ho creduto di vedere, perché ho visto tutto quello che ho descritto perché era lì ed era reale... no, non sto bene per niente.
Questa è stata la prima, ma se qui ho pianto nella seconda avrei dovuto picchiare la testa contro il muro.
Sono nella cantina di mia madre della quale ho, come gia detto, ancora le chiavi. Ogni tanto mi è capitato di farmi qui perché magari piove od anche solo per stare tranquillo in un posto chiuso, a volte ho avuto un attimo di paura quando arrivava uno dei miei nipoti a prendere o mettere giù la bicicletta nella loro cantina, di fianco a questa. Ma è bastato fare silenzio ed aspettare che uscissero di nuovo. In questo periodo sono sempre alla ricerca di soldi e mi faccio il più possibile, lo speedball mi ha proprio scimmiato per bene. Ormai non mi riesce di tenere via nulla, quando faccio la storia inizio a farmi ed al limite posso tirare un po' tra una pera e l'altra ma giusto così tanto per... tanto per godermela di più dopo. Ma se un paio di mesi fa tenevo almeno una pera per il mattino dopo, ora un buco via l'altro finisce che mi faccio sì una pera col cielo che schiarisce ma perché non ho chiuso occhio. Nottate in bianco e ritmi veglia sonno andati a puttane, idem per il mangiare... mangio qualcosa quando e se ho fame. Il che non capita quasi mai, ci sono volte che ripenso a ciò che ho ingerito nelle ultime 24 ore ed è spaventosamente poco. Dovrei essere sui 70 chili poco meno. Uscito dalla comunità ero 68. All'ennesima volta che qualcuno di mia conoscenza mi ha fatto notare di come stessi diventando trasparente sono andato una buona volta in farmacia. Maglietta bermuda e calze salgo sulla bilancia che arranca senza però arrivarci, a quota 55... prova costume superata. Beh quindi sono in cantina e con la solita fibrillazione addosso inizio a prepararmi una pera. Preparo il filtro sciolgo la nera solito rito quando sento distintamente delle voci. La cantina ha un lato che dà sull'esterno munito di una stretta erba finestrella che apre sul giardino condominiale e poco oltre il marciapiede esterno. Ed è da lì che sento...
"Si si è qui... " voce 1, che riconosco in quella di Massimo, mio ex collega al supermercato in cui ho lavorato per sette anni fino a pochi mesi fa.
"Sei sicuro? È lui?", voce 2, quella dell'Ornella, altra collega.
"Credo di si. Quella legata lì non è mica a sua bici?", voce 1 alias Massimo.
"Si si è la sua..." dice voce 3 che al momento non riesco a riconoscere perché sono letteralmente nel panico stanno venendo a prendermi per portarmi chissà dove magari rinchiudermi in qualche posto o peggio con l'intenzione di sottopormi ad un martellamento di parole per convincermi a rientrare in comunità e magari subito facendomi od obbligandomi a buttare via tutto, buttare la storia tanto faticosamente comprata. Mi sento un animale in trappola una volpe messa alle strette con una muta di cani famelici sempre più vicini che credono di volere il mio bene "ma che cazzo ne sanno del mio bene..." penso mentre mi sto sparando in vena ferocemente la mia pera. Mi sale con una botta pazzesca mentre sopra di me il dialogo prosegue e sento che si mette male anzi malissimo...
"Ok allora scendo mi hanno dato le chiavi..." voce 2, o 3.
"Cazzo cazzo arrivano..." mentre completamente fatto accatto tutto al volo roba coca spada "non ho tempo di pulirla cazzo devo uscire di qui subito subito subito Subito cazzooo..."...
"Ok io sto qui..." dice voce 1, "...dovesse uscire di qui per prendere la bici lo fermo io".
"Col cazzo stronzi...". Ho pochi secondi ancora e tra poco quella porta che dà alle cantine si aprirà e mi saranno addosso mi prenderanno come un salmone tra le grinfie degli orsi devo muovermi veloce veloce cazzo. È così che mi catapulto fuori dalla cantina mentre in sottofondo faccio ancora a sentire ma più lontane ora le voci.
"Scendiamo... mi raccomando..." voce 2? 3?.
"Qui non passa... ", voce 1, forse...
"Fanculo fottetevi tutti..." penso euforico e vittorioso mentre uscito come una lince dal locale cantine mi sto fiondando sulla rampa di scale che portano al giardino condominiale in direzione opposta da cui stanno arrivando loro. Mi sento e devo anche apparire allucinato tra la pera che mi sta mandando sulla luna e l'euforia di averla scampata. Dovrebbe farmi piacere questo interesse nei miei confronti, l'aver organizzato questa retata tra vecchi amici per rimettermi sulla retta strada ma sono inferocito in realtà da questo intromettersi nella mia vita che oramai è sempre più mia, e basta.
"Con chi cazzo pensate di aver a che fare babbei... volevate fregarmi ma immagino le vostre facce quando scoprirete che mea sono svignata sotto i vostri occhi..." penso mentre mi allontano per un po' dalla zona calda in attesa di tornare magari col buio a recuperare la mia bicicletta. Tanto ho addosso abbastanza roba e coca per farmi serenamente gli affari miei tutto il pomeriggio.
Sarà non molto tempo dopo che incontrando e scambiando due parole con l'Ornella che capirò che non era successo nulla di tutto ciò. Ne prenderò atto serenamente sapendo dentro di me che sarebbe stata in effetti una follia, ma la cosa non mi farà la brutta impressione della precedente allucinazione, sarò oramai così fatto e strafatto da farmi ripensare ai serpenti di Gabriele, credendoci senza ombra di dubbio stavolta, e sorriderci sopra.
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"Dormendo Sotto Le Stelle"
Short StoryLa storia vera di Stefano che, nonostante la confusione mentale per aver smarrito il "senso della vita", decide di lasciare la sicurezza della Comunità di recupero per tossicodipendenti e vivere da clochard nella sua città, Milano.