LETTERA AD UN'AMICA

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                                                                                                               Milano 9 Aprile 2020

Ciao,
augurandomi che tu stia bene, mi permetto di rubarti del tempo perchè sento il bisogno di scrivere, di scriverti e mettere nero su bianco i miei pensieri.
Da qualche giorno qualcosa in me è cambiato. Non so se si tratti di un cambiamento destinato a durare o comunque risultare importante anche sul lungo periodo od invece un breve momento che passerà ed io tornerò alla mia condizione abituale, quella perennemente triste e malinconica. Già, se hai dedotto che ora mi senta meglio, è proprio così! Fantastico vero? Ed il merito è tuo. Nello specifico, delle tue parole, e per essere più precisi, dei tuoi messaggi. I tuoi messaggi, dove hai espresso le tue sensazioni riguardo me e la Lorena, scrivendomi "forse per lei è ancora presto per ammettere che nonostante tutto ti ama ancora , può esserci la paura di tornare a soffrire. Forse ha bisogno di tornare a fidarsi di te".
Forse la mia testolina in combutta col Cuore e l'Anima ci ha messo qualche tempo ma all'improvviso ho avvertito una sensazione. Quella di innumerevoli pezzi di un puzzle complicato che andavano uno dietro l'altro ad incastrarsi perfettamente. I pezzi in questione, ognuno di essi, sono i molteplici comportamenti e parole della Lorena nei miei confronti non solo in quest'ultimo mese, ma forse da un anno a questa parte, quando ero ancora in comunità. Come avessi trovato la chiave di lettura, un codice segreto usato nelle comunicazioni durante le guerre, reali o fredde che fossero. La cartina di tornasole  (dalla Treccani: elemento che risulta indicativo per valutare fatti e situazioni) o, più semplicemente, un filtro. Hai mai mangiato una caramella "Rossana"? Esistono da un sacco di tempo, me le ricordo da che ero bambino. Queste caramelle, oltre ad essere squisite, hanno di particolare la carta che le avvolge. È di plastica semitrasparente rossa, con la scritta "Rossana" dorata. La scritta non ci interessa, conta la plastica. Se le conosci, non lo hai mai fatto di mettere davanti ad un occhio questa carta colorata? Io sì, da piccolo ed anche ora a volte, se mi capita di mangiarne una. E cosa si vede? Tutto il mondo circostante assume la tonalità del rosso. Sembrerebbe non c'entrare con ciò che dico, ma quello che intendo io è il modo di vedere le cose. Esse pur non cambiando sostanzialmente, ci appaiono in un modo piuttosto che in un altro. Come da una diversa interpretazione. Parole atteggiamenti comportamenti che non capivo, e per questo impazzivo, ho provato a guardarli con una cartina di "Rossana" sugli occhi. E tutto mi è apparso magicamente e totalmente plausibile, coi pezzi ad incastrarsi perfettamente, tutto liscio come l'olio e tutto così... palese.
Questa cartina sono state le tue parole. Sono la decodificazione di un codice segreto. Sono gli abbinamenti corretti numero/lettera delle parole crociate crittografate della Settimana Enigmistica. La chiave di lettura. Confermano le parole di un mio saggio operatore in comunità, che interpretò le parole di lei guardandomi con un'espressione ed un mezzo sorriso che mi diceva, senza parlare, all'incirca così: "Stefano mi stupisce tu non riesca a leggere tra le righe... delle donne non capisci un tubo. Stefano caro, dipende da te, solo da te!". Ovviamente è difficile dire esattamente tutto ciò con uno sguardo e per essere certo io capissi mi espresse il concetto anche a parole. Ci volevo credere, poi tutto crollò, come già raccontato a te e nei miei racconti.
Ma ora, che io ai suoi occhi sto cambiando, in qualche modo cerco di fare per quanto possibile la mia parte di uomo e di papà, ora forse è diverso. Forse è di nuovo così, o lo è sempre stato. Dico forse, perché forse come dici tu le cose stanno in questo modo. Anche tu usi la parola forse, e non può essere altrimenti. Forse.
Ma uno che sta annegando si aggrappa a qualunque cosa sembri galleggiare. Se non ha la fortuna che una scialuppa di salvataggio lo soccorra, od almeno un salvagente, anche un pezzo di legno piuttosto che niente andrà bene, perché forse lo manterrà a galla. Forse.
Io sono lui, quello che sta annegando.
E lottare per riuscire, forse, a salvarsi... è meglio che lasciarsi morire dentro ogni giorno.
Con affetto
                       Stefano Sergio

"Dormendo Sotto Le Stelle"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora