capitolo 2

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A pranzo quasi tutto il team si trovava già a tavola. Il fatto che mancassero proprio mio padre e Thor poteva essere compromettente.

Natasha batteva ripetutamente le unghie sul tavolo mentre l'altra mano era svogliatamente appoggiata al viso in attesa del pranzo. Potevo chiaramente vedere le espressioni annoiate e confuse della squadra, Clint che controllava ripetutamente l'orologio e Wanda che fingeva di continuare a cucinare solo per non immischiarsi nell'aria tesa in sala pranzo. Erano in ritardo di venti minuti.

<<Dove sono finiti?>> esclamò impaziente Natasha.

Io scrollai le spalle perchè sapevo si aspettasse una risposta da me. Sapevo anche cosa stava succedendo, ma il fatto che la stessero tirando così per le lunghe non mi piaceva per niente.

Cinque minuti dopo, Thor entrò a passo svelto nella sala pranzo e si sedette pesantemente sulla sedia senza neanche guardarmi. Un aura insolita lo avvolgeva nella sua bolla scura di rabbia e non era decisamente un buon segno da parte sua.

La disposizione dei posti era rimasta sempre la stessa da quando i nuovi membri si erano trasferiti nella torre insieme al resto della squadra. Io ero a capotavola, Thor occupava la sedia alla mia destra mentre Wanda alla mia sinistra. Da quella posizione, mi era facile osservare tutti con attenzione.

Mio padre si sedette pochi secondi dopo all'altro capo del tavolo, lui era nella mia stessa posizione e mi lanciò una lunga occhiata prima di rivolgersi a Steve affianco a lui.

<<Cos'è successo?>> sussurrai, cercai un contatto fisico per assicurarmi che non fosse tanto grave, così gli toccai il polso.

Mi rivolse uno sguardo buio da sotto le sopracciglia folte e aggrottate, poi cominciò a borbottare da bravo polemico qual era. <<Tuo padre.>>

<<Si, questo lo avevo capito.>>

<<E' un testardo!>> sbottò.

Distolsi lo sguardo sull'uomo in questione, continuava ad alternare l'attenzione tra noi e Steve, facendo finta di ascoltare il discorso sottovoce che stava sostenendo. Sembrava controllarci, come se non tollerasse l'incontinenza di Thor.

<<Gli hai chiesto... quella cosa?>>

Thor strinse il pungo attorno al bicchiere di vetro. Con la forza che aveva, poteva facilmente romperlo e temetti un'esplosione improvvisa da parte di uno dei due.
Annuì e si inumidì le labbra secche. La barba bionda era vecchia di giorni, gli avrei ricordato di radersi se non fosse sembrato affascinante anche conciato come un pazzo che non dormiva da settimane.

<<Cercherò di parlargli io, allora.>>

<<Non serve che ti cacci nei guai per me, piccola Asgardiana.>> finalmente mostrò un sorriso e mi pizzicò il braccio tornando ad essere il solito dispettoso.

Dopo aver servito il pranzo, il tutto procedette con cauta esitazione per almeno venti minuti. La tensione era palpabile, gli unici che cercavano di smuovere la situazione erano Clint e Sam con dei leggeri discorsi riservati solo a loro, ma comunque sufficienti a non lasciare la sala nel completo silenzio.

<<Puoi aiutarmi, dopo?>> mi sporsi alla mia sinistra, verso Wanda, e sussurrai quella proposta come se fosse un segreto di stato. Praticamente lo era.

Lei mi guardò confusa, con un lato della bocca sporco mentre continuava a masticare i suoi gamberi al limone. <<Per cosa?>>

<<Ho in mente una tuta.>> mi aspettai una reazione sproporzionata, ma alzò soltanto gli occhi al cielo e si pulì le labbra sottili.

<<Ancora? Davvero, Morgan?>>

<<Qual è il problema?>>

<<Per quale motivo vorresti costruire una tuta se non puoi usarla?>>

Because I Have You || Peter ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora