Mio padre mi avrebbe uccisa se non fossi scesa entro minimo un quarto d'ora, era molto intransigente quando si trattava di certi miei comportamenti.
La sveglia con l'angelica voce di Niall Horan era cessata di suonare da un po' e le note di Heartbreak Weather avevano smesso di fare eco in tutta la mia enorme camera.Mi obbligai ad alzarmi e, ancora in pigiama, mi trascinai lentamente in cucina. Trovai Wanda, la mia migliore amica. <<Buongiorno,>> afferrai una tazza dalla dispensa per preparare il tea.
<<Buongiorno.>> ricambiò con un sorriso. Era sempre così solare, quella ragazza. Pur conoscendola da anni, ancora non mi capacitavo della gioia che ogni giorno spruzzava, e credo che non mi ci sarei mai veramente abituata.
Se dovessi riassumere la mia vita in una parola? Inusuale, direi.
Il mio nome è Morgan, sono una normale diciassettenne che vive in un infinita torre insieme ai genitori e un numeroso team, ma più che un team li definirei una famiglia, ora.
Tony Stark e Steve Rogers sono i miei padri. Si, esatto, sono una coppia gay. In realtà la loro storia è abbastanza interessante (se raccontata ora, ovviamente) e alquanto cupa.
Mia madre morì dandomi alla luce, questo fu tutto quello che i dottori dissero a mio padre Tony, e quello che lui poi disse a me. Le cause potevano essere tante, potevano essere qualsiasi, ma non diedero altre spiegazioni fondamentali. Si chiamava Pepper Potts e la descrivevano come una donna bellissima, audace ma prudente, piena di vita, praticamente indistruttibile. Il mio contrario, in poche parole.
Steve era rimasto a fianco a mio padre sin dall'inizio per aiutarlo ad elaborare e affrontare il lutto nel migliore dei modi, ebbe la sua parte fondamentale nella nostra vita e questo contribuì a renderli essenziali l'uno per l'altro. Si innamorarono all'improvviso, follemente, e sempre di più con il passare degli anni, mentre entrambi mi crescevano come se fossero destinati a quello. Steve era stato il pezzo mancante della mia famiglia, colui che ebbe la forza di ricostruirla pezzo dopo pezzo e assemblarla in seguito ad una caduta. Si sposarono quando io avevo soltanto due anni.
Wanda era la mia migliore amica. Era giusto un paio di anni più grande di me e frequentava il primo anno della Columbia University. Ci conoscemmo in seguito agli accaduti con Ultron, quando lei entrò a far parte del team dopo aver collaborato inaspettatamente alla sua sconfitta. Venne accolta come nuovo potenziale membro, efficace grazie ai poteri bizzarri che possedeva di cui, sinceramente, non avevo ancora capito bene la funzionalità. Le sue mani snelle si illuminavano di un magenta brillante, propagando a suo piacere delle scie telecinetiche controllate con la mente. Era in grado di manipolare la psiche e i pensieri altrui, riuscendo persino a scoprire le paure più temute di una persona. O così mi aveva spiegato mio padre dopo averlo provato lui stesso.
Anche io ero dotata di poteri. Ero in grado di modificare le molecole del mio corpo basandomi sulla respirazione, questo mi permetteva di cambiare lo stato delle mie membra, assumere una forza sovrumana e un incredibile resistenza.
La mia vita poteva sembrare fantastica, arrivati fino a questo punto, ma non era proprio così.
Tony. Lui era estremamente protettivo, a livelli inimmaginabili. Una volta Steve mi raccontò che, dopo la morte di Pepper, Tony soffrì di forti attacchi di panico, seguiti da incubi e notti insonne. Non voleva neanche guardarmi o avvicinarsi a me, perchè gli ricordavo lei. Fu proprio Steve a ricordargli del suo dovere da padre, e dopo mesi riuscì a farlo avvicinare. Forse anche troppo.
Per questo non mi fu mai concesso di uscire, non lo avevo mai fatto. Non mi era permesso frequentare la scuola, avere una vita sociale, sana e normale, o anche soltanto oltrepassare il cancello della Torre. Questo direi che aveva influito molto con il mio carattere negli anni.
Steve, invece, era il tipo di persona che aveva la libertà al posto del cervello. Spesso lui e Tony discutevano per questo, avevano idee completamente differenti sulla mia istruzione ma questo non aveva mai cambiato la situazione. Potevo solo limitarmi a guardare il mondo esterno dalla finestra, dai film e i notiziari.<<A cosa pensi?>> la voce di Wanda mi arrivò dritta alle orecchie, distogliendomi dai pensieri vorticanti mattutini.
Tintinnai il dito con l'anello sulla tazza e cercai qualcosa da dirle. <<Niente,>> strinsi le labbra.
<<Certo, Morgan.>> alzò gli occhi al cielo e sorrise mezza annoiata, aveva un vassoio in mano con una ricca colazione, ma immaginavo non fosse per lei. Uscì dalla cucina con il suo passo sicuro e gioioso e nel corridoio salutò qualcuno che fece capolino pochi secondi dopo con la stessa felicità. Tutti si comportavano come se fosse la mattina di Natale, per me era solo un giorno come gli altri.
<<Buongiorno, tesoro.>> Steve mi venne incontro aggirando il tavolo.
A prima vista, una qualunque persona gli avrebbe dato una trentina d'anni, forse anche di meno. La verità era che mio padre aveva circa centocinque anni. Questo faceva parte di un'altra lunga ed interessante storia.
I capelli biondi sempre ordinati gli circondavano il viso spigoloso, neanche una traccia di vecchiaia gli aleggiava intorno agli occhi azzurri ghiaccio. Indossava sempre quell'espressione calma e seria, sembrava che cercasse continuamente di mettere a proprio agio chiunque lo guardasse con quel sorriso smagliante e perfetto. Era un uomo forte ma non metteva mai da parte l'emotività, non nascondeva mai quello che provava ed era quello che aveva provato ad insegnarmi per tutta la vita. Ma le sue lezioni andavano in contrasto con ciò che mi mostrava Tony: fredda e distante indifferenza.
Mi si avvicinò per darmi un bacio sulla fronte e gli sorrisi calorosamente. <<Giorno, pa'.>>
<<Tutto bene? Come hai dormito?>> il suo interesse per il mio benessere mi aveva sempre rassicurata da tutto, non a caso avevo un ottimo sistema immunitario.
<<Si, bene.>> sbirciai oltre la porta, verso il corridoio, e arricciai le labbra. <<Dov'è papà?>>
<<E' andato a recuperare la squadra, hanno avuto una missione questa notte.>>
Oh. Questo voleva dire che avrei potuto dormire qualche ora in più.
<<E tu perché sei qui?>>
Si girò a guardarmi, interrompendo per un secondo le sue faccende. Si stava preparando un frullato proteico e notai solo in quel momento che indossava la tuta. Era un po' sudato per cui doveva appena aver finito di allenarsi.
Sorrise. <<Non volevo lasciarti sola.>>
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Because I Have You || Peter Parker
FanfictionIN REVISIONE Probabilmente non sono quello che tutti si sarebbero aspettati. Morgan Stark, figlia del famoso Iron Man ma... Morgan chi? Chi sarebbe? Nessuno la conosce, nessuno sa della sua esistenza e questo perché combatte contro la sua adolescenz...