capitolo 9

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Ero mezza stordita da quello appena successo, mi misi a ordinare il casino di cotone sporco e la valigetta di pronto soccorso. Poi mi arrivò una notifica,

"Friday, riproduci il messaggio."

La voce cominciò a rimbombare nella stanza e sembrava rotta dal pianto. "Morgan, non è andata bene, sto tornando a casa."

Riconobbi subito Wanda.

Lo sapevo.

Quel pezzo di merda.

Sospirai e decisi di aspettare Wanda lì davanti.

Vidi il lontano cancellone aprirsi facendola entrare. Il vento le muoveva i capelli e asciugava le lacrime che si seccavano sulla pelle, gli occhi arrossati e le labbra screpolate dal freddo. Appena alzò lo sguardo, fece una smorfia e mi corse incontro abbracciandomi. Le accarezzai i capelli a la strinsi sentendo i singhiozzi e le sue lacrime bagnarmi la spalla.

La rassicurai qualche minuto così, poi cercai di guidarla gentilmente all'interno per sederci sul divano. "Raccontami tutto."

Si asciugo le lacrime e tirò su con il naso prima di parlare "I-io non so perchè sia successo questo..." si guardò le mani. "Ha c-cominciato a deridermi davanti ai suoi amici... mi ha trattata malissimo."

Strizzò gli occhi e ricominciò a piangere.

Non riuscivo a vederla così, era sempre un pugno nello stomaco assistere alla sofferenza delle persone che ami. Per un momento mi dimenticai tutti i divieti che mi avevano dato. Non ci vedevo dalla rabbia e mi alzai di scatto, andai di nuovo verso il portone. Stavo per attraversarlo ma venne invaso da una scia rossa inconfondibile che lo fece chiudere con forza. Guardai Wanda dietro di me che fece sparire nell'aria il suo potere.

"Non infrangerai le regole per uno stupido ragazzo," si rimise seduta con le braccia incrociate e assottigliò gli occhi minacciosamente, come per controllarmi.

"Ma ti ha fatto del male!" esclamai indicando di fuori.

Fece spallucce come se improvvisamente non le importasse più niente.

"Ti ha derisa e tu non hai fatto nulla per impedirlo!" scossi la testa, quasi delusa dal suo momento di debolezza. "Sei un Avenger, per Dio, perchè non ti difendi?"

"Morgan, non ti intromettere."

"Se non gliela fai pagare tu, lo farò io."

"Sono cose che capitano, ora la tua sicurezza è la priorità." si alzò ma prima di andarsene pronunciò le stesse esatte parole di mio padre. "Non provare ad attraversare quella porta."

**

I miei genitori erano appena rientrati e stavano litigando. Ovviamente.

Routine, ormai.

Magnifico.

Era soltanto un'altra giornata da lasciarsi alle spalle, non vedevo l'ora che tutto finisse. Anzi, decisi di saltare direttamente la cena stando in camera mia ascoltando della buona musica per distrarmi, senza dover affrontare nessuno, Thor avrebbe capito subito che qualcosa non andava, oppure sarei potuta andare in palestra?

Ovviamente poi finii per sgattaiolare al piano sotto terra dove si trovavano le stanze più private della torre. Come camere da letto di riserva in caso la torre andasse distrutta, laboratori, vecchi resti di alieni raccolti o cose simili.

Non misi le protezioni per il sacco. Feci finta di dimenticarmele ma si sapeva benissimo il vero motivo per cui la maggior parte delle volte non le mettevo.

Posizione iniziale.

Un colpo. Poi un altro.

Ad ogni pugno aumentai la forza e ad ogni pugno il mio fiato si faceva più pesante e corto. Gli girai intorno continuando sfogarmi e le cose peggiori, come ogni volta, mi tornavano in mente.

Because I Have You || Peter ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora