capitolo 17

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"Morgan?!" sentii la voce di Peter in lontananza, poi i suoi passi e la porta del bagno delle donne sbattere contro il muro. Ero seduta sul pavimento, tra gli spasmi e le scintille rosse che mi destabilizzavano oggi volta che credevo di essermi calmata.

"Vai via, Peter." dissi a denti stretti, quasi in un sussurro, ma lui mi sentì comunque.

"Non obbligarmi ad entrare qui dentro, Morgan."

Non risposi. Percepivo il suo respiro appesantito dall'altra parte della porta, e i suoi muscoli tesi che si stiravano dal nervosismo. Speravo non fosse causato da me, perchè io non avevo nessuna colpa.

Più pensavo a quella faccia stuccata di fondotinta, più le scariche nei miei arti diventavano forti... ma più mi impedivo di non pensarla più lo facevo. Era tutta una catena che non riuscivo a spezzare.

Sentii Peter imprecare e cercare di aprire la porta. Tremò leggermente ma era bloccata, e io sospirai fissando nel vuoto quando altri spasmi mi scossero il corpo.

Alla fine forzò la serratura, con la sua potenza che i poteri gli concedevano, e io quasi caddi ai suoi piedi se solo non si fosse inginocchiato facendomi appoggiare la testa al suo petto.

"Alzati," ordinò. Io scossi la testa. "Alzati, Morgan." continuò spazientito.

Altri spasmi, tremai su di lui e lo sentì. Mi strinse sorpreso e spaventato, era come se avessi un attacco epilettico ma il mio cervello era capace di reagire.

"Morgan..." sussurrò, attaccò la guancia sulla mia tempia e mi adagiò meglio. Mi circondò con le gambe appena si mise seduto meglio. Riuscivo a sentire il suo cuore pulsare contro la cassa toracica che spingeva sulla mia schiena, era forte e incessante ma soprattutto strano percepirlo spaventato. Non lo era quasi mai.

"Sto bene," balbettai, ingoiando il groppo alla gola.

"Non stai bene,"

"S-si."

Le dita mi scattarono appena abbassai un minimo la guardia, perchè Peter mi rendeva vulnerabile, e le vene mi brillarono per un secondo.

Mi accarezzò il viso da dietro, mi strofinò delicatamente la guancia e mi sfiorò la mandibola. Rabbrividii e chiusi gli occhi cercando di respirare regolarmente.

"Che succede, Mor?" chiese calmo e caldo, il tono dolce carico di preoccupazione.

"Pressione bassa,"

"Pressione bassa?"

"Mh-hmm..."

Peter chiuse gli occhi e si stuzzicò le guance pensando a qualcosa. Sarei voluta entrare nella sua testa. 

Sospirai e mi misi comoda su di lui riprendendo la sensibilità degli arti.

Era così stressante combattere ogni volta con le mie emozioni, così da non scatenare bordelli o cose simili, ma reprimere i miei sentimenti era inumano e difficilissimo, non ce la facevo più. Preferivo sparire che continuare in questo modo.

"Perché sei scappata?"

Alzai le spalle.

"Non puoi continuare a tenerti tutto dentro quando è evidente che non stai bene, anche se dici il contrario." continuò ad accarezzarmi e mi sfiorò il collo.

"Lo sai che con me puoi parlare."

Ormai la mia scarica elettrica era quasi del tutto sparita e anche se ero ancora indolenzita provai a mettermi seduta e durarmi per guardarlo negli occhi. Ora eravamo uno difronte all'altro con le gambe incrociate.

Because I Have You || Peter ParkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora