Capitolo 10

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Tutti guardano verso il palo al centro del palco. Nessuno distoglie lo sguardo, se non per qualche fugace attimo: il tempo sembra essersi fermato. Se chiudo gli occhi vedo le ombre, ma se li apro vedo solo quel posto che non so cos'e'. Una delle ragazze comincia a ballare: e' molto dolce e sensuale mentre si attorciglia sul palo. Vedo gli uomini alzarsi in piedi ed applaudire quando si toglie il reggiseno. "Che schifo" dico dentro di me e distolgo lo sguardo.

Mi decido poi ad alzarmi e a provare ad andare dietro le quinte di questo grande spettacolo del palo. Magari tutte quelle ragazze mi sanno dire dove sono e dove posso andare. Senza farmi vedere mi nascondo tra le pieghe di velluto e sguscio oltre la tenda, giusto un minuto prima della fine della musica.

Percorro un breve corridoio e decido di andare verso le uniche voci femminili che sento. Una ragazza sta urlando: "Qualcuno ha una sigaretta?" e tutte no, no, no. Mi avvicino al gruppo e le allungo il pacchetto. Lei mi guarda strano, ma non cattivo, anzi mi sorride. E' un po' piu' grande delle altre, ma e' bella lo stesso: ha dei capelli ondulati fino a sotto le orecchie, un trucco non troppo pesante le incornicia gli occhi scuri. Ha un seno prosperoso e una vita stretta, nascosti da una vestaglia di lino. Piega le sue gambe lunghe e mi accarezza il volto con le unghie finte laccat di rosso.

"E tu chi sei?!" squittisce una tipa bionda dietro di lei.

"Pamela, qui ci penso io. Tu pensa che la prossima e' tua." risponde la donna accendendosi la sigaretta che le avevo allungato prima. Vedo la bionda che si allontana nel suo sederone tutto in vista e poco dopo le urla di quella piccola folla si fanno sentire anch dietro le tende pesanti.

"Mi chiamo Allison" dico alla donna sorridendo: non sembra cattiva. "E io mi chiamo Violette. Posso chiederti come hai fatto ad arrivare qui Allison e perche' sei vestita cosi'?" Le racconto la mia storia e le mostro il cartello con l'indirizzo di BigBoss. Lei di tutta risposta chiama a raccolta tutte le ragazze.

"Oh merda, Rohn Kensely era l'unico  che pagava bene e produceva abbastanza e ora ci si mettono pure gli sbirri! Che si fa?" chiese una ragazza con i capelli rossi e mossi a Violette.

"E sono domande? Lo sostituiamo! Abbiamo Allison ora!" risponde lei passandomi una vestaglia come la sua e indicandomi un bagno con doccia. Mi sono lavata subito con quei saponi colorati e poi mi sono messa quel capo strano, che pero' mi si appiccica alla pelle.

Gia' il giorno dopo ho cominciato a produrre, come ha detto Violette. Mi ha presentato ad un uomo, Maurice mi pare, uno con l'aria da duro. Mi ha messo ad una di quelle scrivanie con il compito di contare le caramelle e metterne cinque in ogni sacchettino. Poi dovevo passarle a Kabal, un tipo marocchino sempre arrabbiato. Poi pero' non so quelle caramelle dove finiscono. A quanto ho capito l'unica cosa che conta qui e' quanto si produce e quanto stai simpatico al capo. Ogni tanto gli altri mi chiedono dei soldi che ho da parte per poter andare allo spettacolo del palo e io li do', ma solo se il giorno dopo lasciano il loro tavolo e mi aiutano a fare piu' pacchettini. Proprio per questo motivo Maurice e' sempre contento di me. Mi ha perfino lasciato vivere con lui e Violette, che sono fidanzati e in piu' sono quella con piu' soldini nel salvadanaio, perche' per via di Violette io allo spettacolo del palo ci entro gratis!

Shadows: un'infanzia rubataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora