Capitolo 8

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Arrivo al cancellone e lo scavalco, come mi hanno insegnato a fare i miei amici dei giardinetti. Entro e Cappuccio mi segue tra le sbarre.
Raggiungo il nostro cespuglio, un oleandro alto, cavo nel centro. Mi faccio strada nel fogliame e, come previsto, i miei amici sono seduti per terra, in centro, con i pantaloni strappati e le felpe larghe.
Prima mi guardano strano, ma poi mi sorridono. Li squadro ad uno ad uno.
BigBoss, così si fa chiamare, è un ragazzo un po' cicciotto, con la pelata e gli occhi fini. È un po' cecato, ma si rifiuta di mettere gli occhiali. Porta sempre un cappello con la visiera ed è il nostro capo perchè ci fornisce tutto ciò che serve per trovarci la sera.
Lo smilzo è il suo vice. Ha la pelle un po' scura, ma non tanto, e i capelli neri chiusi in dread. Una volta mi ha portato a casa sua e coltiva tante piante sul balcone: sembrano aceri, ma solo le foglie gli interessano. Poi le dà a BigBoss e ce le porta la sera.
Amehd ha la pelle scura, ma molto più dello smilzo. Dopo di me è il più piccolo. Sua mamma è infermiera e ogni tanto porta delle siringhe e BigBoss un liquido strano, ma io non lo posso mai provare, perchè BigBoss ne porta poco e basta solo per loro.
Mi siedo in mezzo a loro e lo smilzo mi passa una pastiglia. È rosa, dura. Mi passa una bottiglia di vetro con un liquido trasparente. Mi infilo la caramella (come la chiama Amehd) in bocca e la mando giù con quel liquido amaro: vodka, c'è scritto sull'etichetta.
Mi basta aspettare poco perché la caramella faccia effetto. La testa mi gira e mi sento allegra. Non riconosco più Cappuccio e gli tiro uno schiaffetto sul muso.
Vedo Amehd che mi si avvicina e mi schiocca un bacio sulle labbra. Gli tiro uno schiaffo perchè non lo voglio: mi manca Will.
Vista la situazione BigBoss prende altra vodka e me la fa bere: sembra più buona.
Sento un rumore fortissimo, dei colori tra le foglie: rosso e blu mi pare. BigB. si alza e si mette a correre nella direzione opposta. C'è un casino orrendo, mi rimbomba nella testa. Lo smilzo si alza pure lui e scappa verso le luci, con le braccia alte, sopra la testa. Amehd prende una delle sue siringhe e comincia ad iniettarsi il liquido di BigBoss nelle vene, sul braccio. Una, due, tre quattro siringhe e poi si accascia per terra, sporcandosi di fango, ma senza respirare
Io mi rannicchio come nel vicolo, con Cappuccio di fianco e mi addormento, nonostante i rumori.

Shadows: un'infanzia rubataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora