Capitolo 5

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Come avevo promesso a William non ho preso le medicine. Me le portavano alla mattina insieme all'acqua. Allora ho provato a fare un po' di capricci per non prenderle, ma non ha funzionato.
Così ho elaborato una strategia che, anche se è un po' complicata, riesco a fare. Mi metto la pastiglietta in bocca e la trattengo sotto la lingua mentre bevo. Poi quando ci mandano tutti in bagno la sputo nel water.
Se non prendo le pastiglie dovrei ancora vedere le ombre, ma nonostante tutto sembra che io queste pastiglie le stia prendendo davvero: le ombre non si presentano mai, anche se la camera che mi hanno dato non è mai pulita: ha i muri tutti segnati, scritti, incrostati e il letto traballa.

Dopo un paio di settimane, come promesso, il mio fratellone torna a trovarmi. È ancora più carino dell'ultima volta, anche se ha solo una maglietta e un paio di jeans. Le guardie gli dicono che non può entrare, ma poi le vedo cadere a terra e William entra lo stesso. Mi sorride e io gli corro incontro.
"Ehi Allison! Come va?" mi chiede ridendo.
Mi scappa da piangere anche se non devo.
"Male. Non vedo mai nessuno e gli altri bambini urlano, strillano, dicono che sono il demonio. Ma non è vero!" Non ce la faccio, piango.
"Piccola" mi dice William accarezzandomi il viso "vedi ancora le ombre?"
"No, anche loro mi hanno abbandonato!"
I suoi occhi mi guardano e ci vedo dentro un inferno.
"Non posso fare molto. Posso provarci, ma non so se ce la faccio. Devi essere forte, promettimelo"
"Ma io sono forte!"
"Ok, resisti finchè puoi. Va bene?"
Annuisco guardandolo negli occhi con una convinzione che non avevo mai avuto prima. Mi prende per mano e mi porta nella stanza con le pareti colorate. Mette un po' di musica da un giradischi che non avevo notato.
"Ascolta: se riuscirò nel mio intento te ne accorgerai. A quel punto scappa, scappa veloce come non hai mai corso, più lontano che puoi. Ci ritroveremo, lo giuro"

Shadows: un'infanzia rubataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora