POV: ALEX
Mi rinfrescai con una doccia, facendo scivolare dal mio corpo tutti i problemi che avrei dovuto mettere da parte per svolgere correttamente il mio lavoro.
Non fraintendermi, amo quello che faccio.
La mia adolescenza, segnata dal dolore, mi aveva spinta ad intraprendere una carriera nella quale avrei aiutato il prossimo a superare ogni problema o sofferenza che lo affliggeva.
Amavo accogliere a braccia aperte il dolore degli altri, perchè se solo qualcuno all'epoca lo avesse fatto per me, avrei evitato forse di cadere nelle vie più oscure e sbagliate.
Mi vestii, cercando come sempre, di trovare l'abbigliamento adatto per la giornata.
Optai per un vestito attillato, lungo fino al ginocchio, rigorosamente nero.
Sopra una giacca di pelle, che enfatizzava ancora di più il mio lato aggressivo.
Mi sistemai gli occhiali e presi la borsa, uscii di casa e, a bordo della mia amata BNW, guidai fino al mio studio, il più importante della città.POV: PIPER
Credo che il risveglio sia il momento più doloroso della giornata, insieme alla notte.
Il primo, perchè ti ricorda che tutto è reale, non era un incubo.
E ti svegli con la consapevolezza che dovrai affrontare una nuova giornata, e il peso di dover sorridere a tutti senza far trasparire quello che realmente provi, è troppo faticoso da sopportare.
La seconda, perchè ti ritrovi da sola, unicamente in compagnia del vuoto rimasto nel tuo letto.
Non c'è nessuno a stringerti mentre dormi, ad accarezzarti i capelli per farti addormentare, a baciare ogni centimetro del tuo corpo mentre fai l'amore.
Mi fissai per diversi minuti allo specchio, credendo di poter scrutare nel mio sguardo un qualche tipo di emozione.
Le lacrime iniziarono a riempirmi gli occhi, ma le scacciai per non rovinare quel velo di trucco che avevo delicatamente steso sul mio viso per coprire i segni provocati da una notte insonne.
Mi avviai verso lo studio, per conoscere il mio futuro psicologo e per fissare i vari appuntamenti.
Era uno studio grande e arredato in modo moderno.
Mi avviai verso l'atrio, rivolgendomi gentilmente ad una segretaria: "Buongiorno. Vorrei delle informazioni per quanto riguarda il reparto psicologico."
"Certo, di cosa ha bisogno precisamente?"
"Vorrei iniziare a parlare con uno psicologo che possa aiutarmi, e fissare gli appuntamenti futuri."
"È molto bello sapere che alcune persone decidano autonomamente di lasciarsi aiutare."
Mi rivolse un sorriso cortese, e io contraccambiai.
Prese dei moduli e me li fece compilare, dopodichè gli diede una lettura veloce e distratta.
"Questa struttura le sarà di grande aiuto signorina...Chapman.
Con permesso, avviso il capo."
Le sorrisi e decisi di aspettarla seduta nella sala d'attesa.
Qualche minuto dopo la vidi uscire dagli studi, recandosi davanti a me.
"Signorina Chapman, se vuole iniziare subito può parlare per quest'ora con la psicologa."
"Fantastico." esordì io.
«Credevo che avrei parlato con uno psicologo, invece dovrò parlare con una donna probabilmente anziana e con più rughe che trucco.
Ma non m'importa, ciò che conta è che mi possa aiutare a superare ciò che tanto mi tormenta.» pensai tra me e me.
La segretaria mi sorrise, e mi accompagnò verso lo studio.
Salite le scale, svoltammo a destra.
"L'ultimo ufficio là davanti, si accomodi pure."
La ringraziai e procedetti, camminando per il corridoio, avviandomi verso la porta.
Devo dire che mi sentivo abbastanza agitata, era un'esperienza nuova per me.
Tirai un forte sospiro, lentamente bussai e aprii la porta.
"Avanti!"
Una voce rauca, ma piacevole, mi invitò ad entrare.
Chiusa la porta mi girai.
Davanti a me vidi tutto il contrario di quello che avevo immaginato.
Una donna dai capelli neri corvino, seduta sulla poltrona era indaffarata a sistemare una scartoffia di fogli sparsi sulla sua scrivania.
Era giovane, avrà avuto si e no 30 anni al massimo.
Devo dire che era una bella donna, anzi, bellissima.
Ma il tutto fu amplificato quando tirò su gli occhiali e se li posò sulla testa, rivolgendomi uno sguardo attento.
Aveva gli occhi che erano un misto tra color ghiaccio e color smeraldo e uno sguardo penetrante che mi causò una scossa interiore.
Quando mi vide, aprì leggermente la bocca, come se qualcosa l'avesse colpita.
Mi sorrise e, scrutandomi attentamente, mi invitò ad accomodarmi.
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«I HEART YOU.»
FanficQuesta è una favola diversa da tutte le altre. Una favola che non inizia con "c'era una volta", bensì, con un evento catastrofico il quale darà una svolta alla vita di Piper Chapman, una ragazza semplice, alta 1.75 m, con una lunga chioma di capelli...