«I will always love you.»

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POV: PIPER
"Dannazione..."
Era più di mezzora che cercavo parcheggio in questo posto tanto di classe quanto incasinato.
Pululava di gente ovunque, quasi come fosse una festa liceale.
«Menomale che era un'evento riservato..» pensai tra me e me. Non oso immaginare se fosse stato aperto a tutta Miami.
Presa dall'esasperazione accostai e appoggiai la testa sul volante.
D'un tratto però un suono mi fece sobbalzare.
Neanche il tempo di girarmi verso quest'ultimo che vidi proprio lei bussare sul finestrino dell'auto.
Che figura di merda.
Abbassai il vetro e rivolsi ad Alicia uno sguardo che chiaramente chiedeva aiuto in tutti i modi.
La sua risata penso risuonò per tutto il Tower Village.
Era così contagiosa, sembrava quasi avere una melodia.
Il nervoso tutto a un tratto svanì. Quella donna sembrava avesse il potere di cambiare le emozioni, le situazioni a suo piacimento con uno schiocco di dita.
"Fammi indovinare...non trovi parcheggio?"
"Vorrei morire! È da mezz'ora che cerco un posto!"
Rise, rise ancora.
Ed io insieme a lei.
"Scendi."
Rimasi a guardarla perplessa, chiedendomi che intenzioni avesse.
"Forza! Scendi!"
Non avendo alcun'altra opzione di riserva decisi di fare come mi disse.
"Antonio!"
E con uno schiocco di dita un gentiluomo arrivò in tempo zero.
"Porta la macchina di questa bella bionda nel garage riservato."
"Certamente. Con permesso."
Mi girai verso di lei con un'espressione a dir poco allibita che sicuramente notò.
"Beh? Vogliamo andare?"
"Certo."
Fece qualche passo all'indietro, tenendo fisso il suo sguardo puntato sul mio. Mi metteva quasi inquietudine, il modo in cui i suoi occhi non lasciavano i miei.
Si abbassarono solo per una breve ma intensa radiografia.
Qualcosa mi disse che Alicia non era una tipa da parole o complimenti, ma preferiva esprimersi con i fatti.
E per quanto non avesse aperto bocca su di me, dal suo sguardo ero sicura del fatto che le fosse piaciuto il modo in cui ero vestita.
"Mylady..." mi porse la mano, sicura che gliela avrei presa. E ovviamente, io lo feci.
Alla fine non c'era niente di male in questo.
Entrammo in un magnifico palazzo di tanti piani quanti ne bastano per toccare la punta del cielo con un dito.
All'esterno era adornato di luci che quasi rimandavano allo spirito natalizio.
Dentro era tutto così di classe, di un livello in più.
Privilegiavano gli adornamenti in vetro: tavoli, lampade luccicanti, bicchieri e posate d'alta classe.
A distrarmi dai miei pensieri fu Alicia che mi porse un bicchiere di champagne, rigorosamente pagato un occhio della testa.
"Ti piace quello che vedi?"
"È veramente fantastico."
Trattenne una risata, mordendosi il labbro e come suo solito, scrutò i miei occhi per quei secondi che ogni volta parevano infiniti.
Alicia aveva questo vizio, ma io non mi sarei sottomessa al suo sguardo, sarei stata al gioco, non avrei abbandonato i suoi occhi perchè sarebbe stato indice di debolezza.
E questo me lo aveva insegnato Alex.
La mia Alex.
Un vuoto al petto divenne una voragine.
Ultimamente le cose con lei non stavano andando nel migliore dei modi, specialmente nelle ultime settimane.
Non la sentivo da due giorni e il che mi spezzò il cuore, perchè a differenza di tutte quelle volte in cui sapeva che ero impegnata 24h/24 e mi scriveva lei, questa volta non lo fece.
Non una chiamata, non un messaggio.
Involontariamente i miei occhi si riempirono di lacrime, ancora immersi in quelli di Alicia.
I pensieri erano talmente fitti che mi ero dimenticata che ci stessimo scambiando una gara di sguardi.
"Va tutto bene?"
"I-io..ho bisogno d'aria, scusami torno subito."
"Va bene.."
Uscii in giardino, forse un po' mortificata per Alicia, ma non potevo permettermi di farmi vedere debole, non a lavoro.
Presi il telefono e digitai.
Uno, due, tre squilli. Nulla.
Stavo per riattaccare quando dall'altro lato della cornetta sentii una voce oramai inconfondibile.
"Pronto?"
Un colpo al cuore.
"Ciao.." sorrisi involontariamente.
"Ehi." la sua voce era ferma, quasi apatica.
"Beh? Non ci sentiamo da due giorni e hai perso l'uso della parola?"
La sentii sospirare.
"Piper non sono in vena delle tue solite battute."
"Che succede Alex? È appassita un'altra pianta nel terrazzo?" cercai di sdrammatizzare, ma anche di allontanare la forte sensazione che dentro di me urlava che sarebbe successo quello che maggiormente temevo.
"Piper ascolta..."
"No."
"Fammi parlare."
"Ogni volta che inizi una frase con 'Piper ascolta' finisce sempre nel peggiore dei modi."
"Piper.."
La mia voce si spezzò involontariamente e le lacrime iniziarono a scendere, quasi come se già sapessi cosa stesse per succedere.
"Alex..non dirlo.."
"Non può andare avanti così."
Sentii il mondo cadermi addosso, chiusi gli occhi cercando di svegliarmi da quell'incubo.
"Piper capisci. Ci sono stati troppi casini nella nostra relazione, ti ho fatto male e..."
"Ed io ne ho fatto a te! Possiamo lottare, possiamo andare avanti, io.."
"Sai che ho ragione, smettila di discutere..!"
Mi ammutolii di botto.
Sentii Alex sospirare, questo rese il suo tono più calmo anche se avevo la certezza che anche i suoi occhi fossero lucidi. Ma sappiamo tutti quanto Alex sia brava a non far trasparire le emozioni.
"Piper la tua vita ora è questa. Quella che hai sempre voluto. Ti restano ancora 2 mesi lì e chissà forse anche oltre perchè ti troverai bene. Conoscerai un'altra persona, quella giusta che possa combaciare con questa nuova vita.
Io lo faccio per te, come lo faccio per me.
Ti lascio libera, libera di non sentirti costretta a scrivermi o chiamarmi quando sei stremata dal lavoro. E lascio libera me di non aspettarti tutte le notti invano."
Iniziai a sighiozzare tanto da sentir mancare il fiato.
"Alex io.."
"Lo so. Lo so e non penso il contrario. Non penso che non mi ami e non lo penserò mai. Ma non è il nostro momento. Forse lo sarà tra anni o forse ci rincontreremo sposate e con figli. Chi lo sa."
Rise, mascherando il pianto che oramai era evidente.
"Ti penserò ogni giorno per il resto della mia vita e spero anche tu, ma spero anche che troverai qualcun'altro a cui pensare."
"Io ti amo Alex. Ti-amo."
"Io ti amerò per sempre."
Dopo qualche secondo di silenzio riattaccammo il telefono, sapendo che quelle sarebbero state le nostre ultime parole.
Credetemi se vi dico che non mi sono mai sentita così male in vita mia.
Sentii un macigno nel petto, la gola bruciare, gli occhi che oramai erano un condotto d'acqua guasto.
E faceva male, male da morire.
Male che un carico di botte non era nulla a confronto.
E sapete qual'è il problema di un cuore spezzato? Che per te è una bomba atomica, per il resto del mondo solo uno scricchiolio.
Sobbalzai quando sentii dei passi dietro di me.
Pregai non fosse chi pensavo, ma mai che le cose vadano nel modo in cui speri.
Mi avrebbe vista come una debole, una che si fa sconfiggere dalle piccolezze della vita.
Pff, che sarà mai una rottura no?
Avrei dovuto indossare la solita maschera, dovevo essere forte.
Ma ero talmente sfinita, talmente stremata che rinunciai anche alle vesti della persona cazzuta, passatemi il termine.
Mi passò una mano sulla spalla e si sedette di fianco a me.
Non parlò, non mi chiese nulla.
Si limitò a guardarmi, ma sta volta mi consolò con quegli occhi cerbiatto e quello sguardo tagliente.
"Alicia devi perdonarmi, io non sono così, veramente è solo una serata no e..."
"Non sono così?"
"Sì beh..non sono una debole."
"Debole. E cos'è debole?"
Sbattei le palpebre confusa.
"Una persona che piange è debole?"
Il suo tono fermo e deciso all'inizio mi spaventò, ma poi divenne incredibilmente rassicurante.
"Non..non voglio dare un'impressione sbagliata"
"Non ti licenzierò perchè hai avuto una serata no Barbie."
Risi tra le lacrime che d'un tratto mi asciugò Alicia, sollevandomi il mento e passando il pollice sulle mie guancie.
"Ti ha lasciata il fidanzato?"
Mi chiedo se questa donna abbia davvero il potere di leggerti nella mente.
La sua intelligenza, la sua deduzione era un qualcosa di unico al mondo.
"La mia ragazza, si.."
Alzò le sopracciglia, quasi stupita.
"Questa non me l'aspettavo!"
"Menomale, sarebbe stato veramente inquietante senò! Hai una deduzione che mi spaventa certe volte."
Rise ed io con lei.
"Dai torniamo alla festa." proposi.
Pur non avendone la minima voglia, sapevo che questo sarebbe stato il mio dovere.
"Pff, scherzi? Ci siamo state abbastanza, non preoccuparti. Sono sazia d'ipocrisia, falsi sorrisi e parole di circostanza. Preferisco restare qui."
Mi sorrise.
"Quindi? Non mi racconti cos'è successo?"
Forse Alicia avrebbe percepito una bomba atomica e non uno scricchiolio.
Forse con Alicia non avrei dovuto tenere una maschera.
Forse lei era diversa dal resto del mondo.
Forse con lei sarei stata al sicuro.

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