CAPITOLO 12.

92 39 0
                                    

Guida per circa mezz'ora senza dirmi nulla, e ammetto che inizio a sentirmi in imbarazzo.
Cosa ci faccio qui con lui?
Arriviamo nel famoso luogo segreto e parcheggia la macchina all'inizio di una stradina piena di sassolini. Scendiamo e iniziamo a camminare seguendo il sentiero e attraversando un piccolo bosco.
"Ma dove siamo?" chiedo sperando che mi risponda.
"Aspetta, non ancora" delude le mie aspettative, ma voglio fidarmi.
Camminiamo ancora per un po' finché termina la stradina, poi siamo obbligati a camminare nell'erba. Mi ha portata a fare un'escursione? O peggio, vuole lasciarmi qui in mezzo al nulla?
Mentre cerco di scavalcare un tronco, inciampo e mi appoggio a Cameron, che non la smette più di ridere.
"Stai bene?" mi chiede continuando a ridere.
"Starei meglio se mi dicessi cosa cavolo ci facciamo qui" rispondo rimettendomi in piedi e continuando a camminare.
Arriviamo man mano alla fine del bosco, e quello che ci è riservato è uno spettacolo che spezza il fiato.
C'è un piccolo lago con una cascata che riflette i colori del cielo e degli alberi.
È uno dei posti più tranquilli che abbia mai visto e c'è un odore di fresco che invade le mie narici.
"Come conosci questo posto?" chiedo.
"Ci vengo spesso" fa spallucce. "Mi mette tranquillità" continua.
Ci sediamo sul prato e lui fissa il vuoto.
Ad un tratto mi volto e noto che sta togliendo le scarpe, poi sfila il pantalone.. perché sto guardando? Continua e toglie anche la maglietta. 'Wow' è l'unica cosa che la mia mente riesce a pensare.
"Che stai facendo?" chiedo.
"Mi tuffo.. Tu non vieni?" mi chiede. Ma è stupido? Che gli passa per la mente!?
"No, direi che per questa volta passo" dico sorridendo.
"Oh, non sai cosa ti perdi" risponde e si tuffa davvero.
Lo guardo dalla riva, i suoi bei lineamenti riemergono dall'acqua e io sono incantata a guardarlo, anche se so che non dovrei farlo.
"Sicura che non vuoi venire? L'acqua è stupenda" urla da lontano.
"No sto bene qui" sorrido.
Mi fa piacere che mi abbia portata qui. Sembra che voglia farmi entrare nella sua vita, questa volta con sincerità.
Esce dall'acqua e viene a sedersi accanto a me.
Mi giro e lo guardo. Le goccioline d'acqua cadono dai capelli bagnandogli il volto. Il sole picchia sulla sua pelle ancora abbronzata e io non riesco a distogliere lo sguardo.
Si passa una mano tra i capelli e mi schizza tutta l'acqua addosso.
Gli lancio un'occhiataccia e gli do una piccola spinta. Per tutta risposta lui si stende per terra con fare teatrale.
"Mi stai sfidando?" chiede con un sorrisetto beffardo.
"No no" mi metto a ridere, ma non sembra aver recepito il messaggio.
Con una mossa rapida, si alza e mi carica in spalla come un sacco di patate. Mi dimeno come un'anguilla, ma è tutto inutile.
"Mettimi giù" urlo svariate volte ma lui tiene stretta la presa sui miei fianchi.
Inizia a camminare verso il lago e non voglio credere che faccia quello che sto pensando.
"Torna indietro" continuo ad urlare.
"Te l'avevo detto che l'acqua era stupenda" dice ridendo e mi lascia cadere in acqua.
Quando riemergo comincio a schizzargli quanta più acqua possibile, ma lui mi riprende e mi butta giù.
Il mio pomeriggio passa così, al lago, con Cameron, a prenderci in giro e schizzarci a vicenda come due bambini. Chi l'avrebbe mai detto!
"Non provare più a sfidarmi, perdi in partenza, e ne hai avuto anche la dimostrazione" dice ad un tratto mentre il mio schizzo gli arriva dritto in faccia.
"Altrimenti?" dico avvicinandomi a lui e continuando ad istigarlo.
"Perdi" ripete diminuendo sempre di più la distanza che c'è tra di noi.
Siamo talmente vicini che sento il suo respiro sul mio, i nostri corpi bagnati si sfiorano e i nostri occhi sono incastrati gli uni negli altri.
Nessuno dei due distoglie lo sguardo.
Chiudo gli occhi quando si avvicina ancora di più, e dopo aver fatto un sospiro mi allontano.
"Credo sia ora di andare" dico con lo sguardo basso.
"Già, anch'io" risponde e si avvia verso la riva.
Prende i vestiti e si veste, mentre io sono inzuppata.
"Non crederai di salire in macchina mia così tu?" mi chiede.
"Ci pensavi prima di buttarmi in acqua" rispondo ridendo.
"Come se non ti fosse piaciuto" mi istiga e non cado di nuovo nella sua trappola.
Andiamo verso la macchina e salgo, bagnando tutto il sedile.
"Questa me la paghi!" dice e continuo a non rispondere.
Il viaggio di ritorno sembra più breve di quello dell'andata. È così che si dice no? La strada più breve si impara al ritorno.
Accende la radio e parte una delle mie canzoni preferite di Ed Sheeran, il mio cantante preferito. Alzo la voce e comincio a canticchiarla e lui mi segue.
"Ti piace Ed Sheeran?" chiedo.
"Beh si, conosco qualche canzone" risponde.
"Io lo adoro" dico con voce sognante.
Continua a guidare concentrato con lo sguardo fisso davanti a lui e io mi prendo un momento per guardarlo.
È sbagliato quello che stava per succedere prima, è sbagliato il fatto che io in questo momento sia qui a guardarlo, è sbagliato che prima, anche se solo per un attimo, ho pensato di accorciare la minima distanza che c'era tra di noi.
È tutto sbagliato, eppure mi sembra così incredibilmente giusto..

BEFORE YOU.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora