CAPITOLO 11.

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Il suono della sveglia segna l'inizio di un altro noiosissimo giorno.
Come di routine, ormai, mi alzo dal letto e faccio una doccia.
Mi vesto indossando una delle mie solite tute comode, per poi scendere a fare colazione.
Trovo mia madre seduta al tavolo in cucina intenta ad usare il telefono. Quando mi guarda alza la testa e mi sorride, io prendo una mela dalla cesta per colazione e, dopo averla salutata, esco di casa, trovando il signor Trevor e mio fratello già pronti per partire.
Arriviamo a scuola e incontro Corinne fuori il cancello.
"Buongiorno" mi dice con un caloroso sorriso.
"Hey" ricambio il sorriso.
"Pronta per biologia?" fa una risatina.
"Oh, si certo" dico sarcastica.
Camminiamo per il cortile diretti verso l'entrata e Isaac si ferma vicino al suo nuovo gruppo di amici, in cui c'è anche Cameron con una bionda appiccicata addosso.
Saluto mio fratello e mentre sto andando via insieme a Corinne la voce di Cameron mi ferma.
"Ciao Allie!" mi saluta. Allie? Ma da quando?
Mi volto e ricambio con un semplice sorriso.
"Vi conoscete?" chiede mio fratello.
"Situazioni imbarazzanti" risponde Cameron ridendo.
"Nulla di speciale" aggiungo io.
"E tu chi saresti?" la bionda parla.
"No, la vera domanda è: chi saresti tu?" rispondo e mi scappa una risatina.
"Sono Chloe, la ragazza di Cameron!" dice sorridendo come una scema. Che ha da ridere? Fossi io la ragazza di Cameron non sarei così felice. Ma cosa cavolo vado a pensare. Elimino immediatamente l'immagine appena creata dalla mia testa.
"Auguri!" rispondo anch'io con un sorriso da scema per prenderla in giro.
"Dai su Allie, andiamo" mi richiama Corinne.
Faccio per andarmene e mi si avvicina Cameron.
"Scusala, a volte non sa contenersi, non è la mia ragazza"
"Non devi giustificarti con me, è la tua vita e sei libero di scegliere di avere al tuo fianco un'oca o una barbie, non è un mio problema" dico tutto d'un fiato. Non risponde. Così continuo a camminare insieme a Corinne.
Entriamo in classe di biologia e iniziamo a fare lezione, ma la mia mente è altrove in questo momento, e non riesco proprio a concentrarmi.
Alla fine della lezione vado in bagno per sistemarmi un po'.
Mentre lavo le mani la porta del bagno si chiude sbattendo.
La bionda di cui non ricordo il nome e altre due più bionde di lei vengono verso di me.
"Non voglio vederti mai più vicino al mio ragazzo, chiaro?" mi dice arrabbiata.
A me viene da ridere, ma mi trattengo, perché sono allo stesso tempo arrabbiata.
"Non ho intenzione di rubarti il ragazzo, quindi non farti strane idee, e ora spostati" dico sorpassandola e uscendo dal bagno, lasciandola lì.
Cammino per i corridoi cercando Corinne, e quando la trovo le vado incontro.
"Eccomi" le dico sorridendo, anche se quello che vorrei fare adesso, sarebbe andare da  Cameron e picchiarlo insieme alla sua stupida ragazza.
Prendo i libri per l'ora successiva e quando mi giro per andare via vedo Cameron dall'altra parte del corridoio, così torno subito indietro per aspettare che vada via da lì senza vedermi.
Il mio piano sembra non funzionare, quando sento la sua voce dietro di me.
"Mi eviti?" mi dice con una voce che sembra delusa.
"Dovresti dire alla tua ragazza di stare più calma" spiego.
"Non è la mia ragazza" continua a giustificarsi.
"Non mi importa dei vostri problemi interni, potete essere quello che vi pare ma io voglio starne fuori da questa situazione, voglio vivere la mia vita tranquilla come ho fatto fino ad ora, ed essere accusata di voler rubare il ragazzo a qualcuno non è tra i miei obiettivi per quest'anno, quindi, in conclusione, stammi lontano" concludo forse con un tono di voce troppo alto, infatti ci guardano tutti.
"Ti ha detto questo?" mi chiede con un tono di delusione nella voce.
"Che importa cos'ha detto?" in tutto quello che gli ho detto gli interessa solo sapere cosa mi ha detto.
"Non preoccuparti, non ti disturberà più" dice sicuro di se e sparisce.
Finito l'orario scolastico torno a casa insieme ad Isaac e, dopo mangiato, mi stendo sul letto.
Mentre sto per chiudere gli occhi, vengo distratta dalla vibrazione del mio telefono.
È un messaggio.
«Scusa per oggi, so come farmi perdonare» è da parte di un numero sconosciuto, ma sono quasi sicura di sapere a chi appartiene.
«No» scrivo semplicemente.
«Te ne pentiresti» dice il messaggio successivo. Non rispondo, questo ragazzo comincia veramente a starmi sulle palle.
Poso il telefono sul comodino e mi addormento.
Quando mi risveglio noto con grande sorpresa che sono solo le quattro del pomeriggio.
Credevo di aver dormito di più, così decido che è il momento di studiare, soprattutto per distrarmi dai mille pensieri che invadono la mia mente, che sarebbe meglio eliminare.
Comincio da matematica, da sempre la mia materia preferita, quella che rispecchia quasi al massimo il mio carattere. Sono razionale, decido come agire nelle situazioni dopo averci ragionato a lungo, e fare le cose di fretta mi mette ansia. Se dovessi essere una materia, sarei proprio questa.
Comincio a fare le equazioni assegnate quando all'improvviso un sassolino mi colpisce la testa.
"Ma che cavolo?!" urlo.
Alzo la testa al soffitto, ma non c'è nulla di rotto, poi un altro sassolino questa volta mi colpisce la gamba.
Mi giro verso la finestra e noto che è aperta, così mi affaccio.
Non l'avrei mai fatto.
Pare che Cameron si stia divertendo a perseguitarmi.
"Che diavolo ci fai qui?" chiedo a bassa voce per non farmi sentire da nessuno.
Visto che continua a lanciare questi maledetti sassi decido di scendere.
"Come sei entrato?" chiedo a voce ancora più bassa per non farmi sentire da mia madre.
Per entrare in giardino si deve per forza passare dal cancello, e non voglio credere che abbia scavalcato.
"Tua madre è davvero simpatica" dice mentre gironzola per il giardino e osserva le piante prestando attenzione.
"Mia madre?" chiedo stranita.
"Le ho detto che cercavo Isaac!" dice contento del suo operato.
"Ma Isaac è uscito!" rispondo arrabbiata
"Lo so, me l'ha detto tua madre" continua ad irritarmi.
"Che diavolo vuoi?" chiedo nervosissima.
"Portarti in un posto" spiega.
"Sai che non ci verrò mai vero?" rispondo sicura di me.
"Certo che ci verrai" afferma di se.
"Certo che no" ribatto.
"Certo che si" ripete.
"Ho detto di no" basta adesso sono stufa di questo battibecco.
"O vieni con me.. oppure vieni con me. Non ci sono altre opzioni" insiste.
"Altrimenti?" inizio ad istigarlo.
"Altrimenti niente. Vai a prepararti, partiamo
tra quindici minuti" risponde convinto.
Decido di mollare la presa e salgo in camera per prepararmi.
Indosso un pantaloncino di jeans e un top nero con lo scollo a barca. Lego i capelli in uno chignon disordinato, prendo la borsa e scendo.
"Mamma esco con Cheryl!" urlo ed esco di casa prima che possa sentire la sua risposta. Non mi piace dire bugie ai miei genitori.
Esco e trovo Cameron già in macchina, che mi aspetta con aria paziente.
Apro lo sportello e mi accomodo al lato passeggero.
"Wow" afferma.
"Cosa?" chiedo.
"Nulla" risponde. Sembra imbarazzato. Cameron imbarazzato? Mi viene da ridere. Impossibile.
"Allora, qual è questo posto misterioso?" chiedo.
"Vedrai" risponde sicuro di se, come sempre.

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