CAPITOLO 16.

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È passata una settimana ormai dal fatidico bacio con Cameron, e non ho fatto altro che pensarci.
Ho preso il regalo di Jason che avevo comprato mesi fa, quando abitavo ancora lì, con lui, ma non mi sembra più tanto mio.
Era una semplice t-shirt che aveva sempre desiderato, ma che non aveva mai potuto permettersi.
Adesso mi trovo qui, all'aeroporto di Miami aspettando che sia ora di partire per raggiungere il mio ragazzo, o quello che sia.
Tutto l'entusiasmo che avevo una settimana fa è svanito nel nulla, ma non gli rovinerò il compleanno, non lo merita, non mi merita..
"Sei pronta?" chiede mia madre. "Saluta Jason da parte nostra" sorride e io ricambio.
Odio mentirle, ma devo farlo.
È finalmente ora di partire, così saluto i miei genitori e vado verso l'imbarco.
Salgo sull'aereo e le simpatiche hostess fanno il loro lavoro, mi chiedo come facciano ad essere sempre così cordiali con tutti, io non ci riuscirei credo.
Ovviamente mi addormento, e, quando mi sveglio, sono già a destinazione.
Prendo le mie cose e scendo, recandomi poi all'interno dell'aeroporto, per uscirne dal lato opposto.
Prendo un taxi al volo e gli comunico la strada. Devo ammettere che tornare qui, dove una volta vivevo le mie giornate, mi fa strano, ma è comunque una sensazione piacevole.
Guardo la città scorrere sotto i miei occhi mentre il tassista sfreccia per le vie, ricordando ogni singolo angolo del posto in cui sono nata e cresciuta, e da cui sono stata strappata via senza un motivo abbastanza valido.
Arrivo sotto casa di Jason e una scarica di adrenalina invade il mio corpo, voglio vederlo.
Voglio sapere che effetto mi fa dopo ciò che è successo, sono pronta a provare con lui le stesse emozioni che ho provato con Cameron.
Sono pronta ad innamorarmi di Jason per una seconda volta.
Busso al campanello.
"Si?" risponde la madre.
"Ciao Anne, sono Allie, non dire a Jason che sono qui" spiego.
"Oh si ciao, ti apro subito" dice facendo ciò che ha appena detto.
Salgo le scale del palazzo ed entro in casa, dove la madre mi accoglie con un caloroso abbraccio. L'odore di Jason è ovunque, e mi sento finalmente a casa.
"Sei davvero carina a fare una cosa del genere per mio figlio, sono proprio contenta stia con te!" mi dice la madre e mi prende una fitta allo stomaco. "Sta davvero male da quando non ci sei.. non esce e sta sempre chiuso in casa" dice con un filo di tristezza nella voce.
"Mi dispiace.." sussurro.
"È in camera sua, c'è anche Ray!" afferma tornando a sorridere.
Arrivo fuori la stanza di Jason e tiro un sospiro prima di aprire la porta.
Quando finalmente mi decido entro.
"Sorpre..." inizio, ma poi mi blocco.
La scena che mi ritrovo davanti è terrificante.
Tutti i castelli che ho costruito in questi anni, tutta la fiducia che riponevo in qualsiasi persona, tutto, ma dico tutto, è appena crollato.
Jason e Ray sono l'uno sull'altro, intenti a scambiarsi un bacio appassionato.
Mi sento una cretina.
E io che provavo sensi di colpa per quello che avevo fatto, quando lui è qui e se la spassa con il mio migliore amico! Non posso crederci! Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere, mai!
"Che ci fai qui?" dice staccandosi subito dal bacio. Ha anche il coraggio di chiedermelo, che stupida, che stupida, urlo nella mia testa.
Vorrei gridare di tutto il male che ho dentro, ma non posso.
"Ero venuta a farti una sorpresa, ma tu.." comincio indicando Jason. Sento gli occhi pizzicarmi, ma continuo indicando Ray. "..e anche tu, avete rovinato tutto! Mi avete rovinato la vita!" dico e ormai le lacrime hanno preso il sopravvento, non riesco più a controllarle.
Prendo la mia valigia ed esco di casa sbattendo la porta, fortuna che la madre non era più in cucina.
Tutto ciò che ho fatto, tutto il lavoro che ho fatto su me stessa per fidarmi di lui, tutte le volte che ho creduto a quello che diceva.. Nel frattempo lui si è sempre preso gioco di me. Adesso ne ho la conferma. Tutte le volte in cui mi sono preoccupata per lui, tutte le volte che l'ho chiamato e lui si è arrabbiato perché non avevo risposto in tempo, tutte le volte che abbiamo parlato a telefono, tutte le volte che mi ha detto che gli mancavo.. cazzate! Non è vero nulla, non è mai stato vero nulla. Mi maledico, per essermi fidata di uno stronzo. Sembrava tutto così vero e limpido, ma si sa, dietro ad ogni cosa sono celati tutti gli aspetti negativi, ed io oggi sono venuta a conoscenza di quelli di Jason.
Adesso capisco perché rispondeva sempre affannato, e sembrava sempre occupato in altre faccende, e solo il pensiero mi disgusta.
Il mio ragazzo, ex ragazzo, e il mio migliore amico. Che fortuna che ho!
Continuo a camminare per un'ora alla ricerca di un hotel non troppo costoso, ma non ho ancora trovato nulla.
Jason continua a chiamarmi, e anche Ray, ma non voglio più vedere nessuno dei due, mai più! Sono disgustosi, viscidi, e se non li avessi scoperti si sarebbero nascosti per sempre, prendendosi gioco di me.
Entro infine in un piccolo hotel in periferia, non è troppo caro, e prenoto una stanza per questa notte. Domani tornerò a casa. Non voglio più sapere niente di questa città, né di quei due.
Salgo in camera ed entro subito nella doccia. L'acqua calda bagna il mio corpo, che in questo momento sembra così fragile. Mi sento così vulnerabile. Una lacrima riga il mio volto, confondendosi con l'acqua che scorre sul mio viso.
Quando esco dalla doccia, apro la valigia per prendere il pigiama, e noto il regalo che avevo portato per Jason. Ricordo delle volte in cui passeggiavamo mano nella mano per le strade e passavamo davanti la vetrina del negozio in cui l'ho comprata, che puntualmente si fermava a guardare. 'È proprio bella' diceva ogni volta. Poi cambiarono i vestiti in vetrina, ma lui continuava a guardarla come se la maglietta fosse ancora lì.
Mi rendo conto che sto di nuovo piangendo come una matta, così vado in bagno e mi sciacquo la faccia. Alzo la testa e mi guardo allo specchio.
Ho gli occhi rossi e gonfi, e le guance totalmente bagnate dalle lacrime. Mi chiedo se è davvero questo quello che merito, se è davvero così che devo passare la mia vita.
Vorrei tanto avere Isaac qui con me, lui saprebbe subito come tirarmi su di morale, ma non c'è, e questo mi rende terribilmente angosciata.
L'immagine di Jason e Ray non sparisce da davanti ai miei occhi, è incollata lì, e credo che nessuno riuscirà a portarla via.
Torno in camera, prendo la maglietta e la butto nel cestino, poi metto il pigiama e mi stendo sul letto, sotto le coperte, come se potessero proteggermi dal dolore che si sta impossessando di me.

Il mattino seguente mi sveglio con gli occhi gonfi e un mal di testa atroce. Devo andare via da qui, non mi fa bene.
Mi vesto, chiudo la valigia e vado dritta all'aeroporto, dove compro un biglietto di ritorno per Miami.
Mentre aspetto l'imbarco, scrivo a mio fratello.
«Torno oggi, puoi venire a prendermi?» e invio.
Mi risponde quasi subito.
«Ehm.. certo! ;)» scrive.

Il volo è stato tragico. Per tutta la durata ci sono state numerose turbolenze, infatti è durato un'ora in più del solito.
Atterrata a Miami chiamo mio fratello, che dopo soli quindici minuti arriva.
Appena lo vedo gli corro incontro e lo abbraccio, fortissimo, poi scoppio a piangere.
Per tutta risposta lui mi stringe a se e mi accarezza la testa.
"Che succede Allie?" chiede, senza staccarsi dall'abbraccio.
"Sono due stronzi, li odio" dico continuando a piangere tra le sue braccia.
"Immagino ti faccia male, ma puoi spiegarti meglio, per favore?" chiede.
Gli spiego per bene quello che è successo, e la sua reazione è del tutto inaspettata: tira un calcio al bidone della spazzatura affianco a noi e continua ad imprecare a voce alta.
"Li ammazzo" continua a dire camminando avanti e indietro, mentre io sono seduta sulla panchina a fissare il vuoto.

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