Capitolo 7 "Love air"

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Peter si svegliò la mattina dopo, con un fortissimo mal di testa che gli martellava le tempie. Aveva un leggero e fastidioso senso di nausea alla bocca dello stomaco. Nulla di troppo serio, non si era assolutamente pentito di quello che aveva detto la notte precedente. Ci credeva a quelle parole. Jerry stava diventando una delle persone più importanti per lui. E niente gli avrebbe fatto mutare opinione.

Jerry dormiva, rilassato, tenendolo tra le braccia. Aveva una stretta sicura anche quando dormiva profondamente. Come se riuscisse anche in quei momenti a percepirlo.

Erano passate le dieci da pochi minuti, non si spiegò sul momento il perchè, ma lasciare che Jerry bevesse da lui gli lasciava delle sensazioni fantastiche. Si sentiva in pace con se stesso dopo tanti di quegli anni che anche lui dovette ammettere che aveva perso il conto.

Anni in cui anche la sua vita aveva quasi smesso di avere un senso compiuto, si sentiva nuovo. E riusciva a percepire una calma inaspettata dentro di sè.

Che fino a sette mesi prima non aveva mai immaginato di potercisi anche solo avvicinare ad uno stato simile. Non ricordava di essere stato così tranquillo e sereno, erano passati anni dall'ultima volta.

Era qualcosa che non era più riuscito a sentire per tanto tempo e che in quel momento coronava perfettamente ciò che stava stravolgendo la sua vita.

Scese dal letto, lasciando dormire beato il compagno. Non voleva svegliarlo. Era così dolce quando dormiva.

A piedi nudi andò in cucina e svuotò letteralmente il frigorifero di tutto ciò che fosse anche solo vagamente commestibile.

Aveva una fame indescrivibile, non sapeva a cosa imputarla di preciso, ma era mostruosa.

Si fece le uova strapazzate con il bacon, si preparò il caffè e anche il succo di frutta. Cucinò anche una decina di pancake e li innaffiò di generose quantità di sciroppo d'acero.

Preparò anche un toast. Non ricordava una colazione cosi sostanziosa come quella. Non lo faceva da secoli. A volte non mangiava neppure, il nervoso gli serrava lo stomaco. Ma d'improvviso era il contrario era come se non mangiasse da mesi interi.

In ultimo, dal freezer, tolse la scatola del gelato. Gusto Cookies, il suo preferito.

Non seppe come tutta quella roba sarebbe finita nel suo stomaco, ma aveva un appetito sproporzionato; come mai aveva avuto.

Jerry sentendo il casino e degli odori invitanti si era svegliato ed era rimasto di sasso nel vedere cosa aveva fatto il suo ragazzo. Ancora faceva fatica a crederci, ma Peter era il suo uomo. E su quello non faceva una piega.

L'isola della cucina era invasa di ogni ben di dio. E Peter stava mangiando famelico.

"Ok... hai fatto tutto tu?" disse ironicamente lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra. Sembrava un bimbo in un negozio di dolciumi, l'aria serena e soddisfatta.

"Esattamente! Mi sento bene, escluso il mal di testa incessante che ho da quando mi sono svegliato. Avevo una fame indecente, e comunque ti ho lasciato qualcosa da parte... non sono così egoista" ridacchiò mentre si infilava in bocca generose quantità di cibo.

Jerry fu colto in fallo, se c'era una cosa che adorava anche lui erano sicuramente i pancake. Ne addentò uno e sgranò gli occhi. Erano la fine del mondo!

"Lo so! La ricetta è di mia madre, ho imparato da bambino. Non so fare tutto, ma sopravvivo!" scrollò le spalle.

Anche il maggiore fu sorpreso dalla voracità del giovane, non aveva mai visto qualcuno mangiare così senza stare male. Ma gli sarebbe servito a rientegrare tutti gli zuccheri che aveva perso lasciandosi quasi dissanguare.

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