Capitolo 6 "Nothing is real, but you..."

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Peter si guardò le mani completamente rosse, ma il sangue non era il suo.

Lo sguardo vitreo, come se non vedesse minimamente quello che stava vedendo.

"Accidenti. Questa volta ho esagerato..." un tono innaturale, non sembrava neppure lui. Non resistette all'impulso di leccarsi via il sangue dalle dita. Gli occhi avevano una sfumatura che non avevano mai avuto, dei riflessi rossi si mescolavano al mogano.

I corpi ammassati contro il muro di quel vicolo però raccontavano una realtà ben diversa. Ma Peter non aveva degnato di un singolo sguardo nessuno di quei cadaveri, come se non li vedesse e fossero trasparenti.

Sospirò un'ultima volta, per poi accendersi una sigaretta e voltandosi.

Si svegliò di soprassalto, sudato e tremante. Jerry non era ancora tornato. Non riusciva bene a capire che cosa era appena accaduto nel suo inconscio. Era sicuro che non si trattasse di un sogno o di un incubo. Un sogno molto lucido, quasi stesse rivivendo qualcosa dei mesi passati.

Non degnò d'uno sguardo la sveglia, era notte fonda. Forse le tre, forse più tardi. Era abituato spesso a fare mattina e a non dormire. Quando era in compagnia dei suoi incubi succedeva due o tre volte la settimana. Faceva fatica a dormire serenamente, non dopo tutto quello che aveva passato e visto nel corso degli anni. Essere un cacciatore era solo fonte di stress e di esaurimento nervoso. Lo aveva imparato nel corso degli anni sulla sua pelle. Parlava per esperienza vissuta, aveva visto ogni genere di mostro o demone che i comuni mortali neppure nei loro incubi peggiori avevano mai potuto anche solo idealizzare con l'immaginazione. Ma era tutto molto, molto reale. Lui lo sapeva e per quel motivo aveva smesso di fare quel "lavoro". 

Il passato però era sempre lì ad aspettarlo, quando si addormentava. Riviveva spesso ciò che gli era successo. Peter aveva, dolorosamente, imparato che non sempre si potevano salvare tutti gli innocenti che cadevano vittima di quei mostri. Portava cicatrici dentro e fuori di se, e se le ferite ed i lividi alla fine scomparivano, le ferite dell'anima rimanevano lì, a monito perenne che non sempre le cose vanno bene. Non sempre c'è un lieto fine. A volte sì, ma il più dei casi era già tanto portare a casa la pelle senza troppe vittime.

Aveva ancora tra le mani il suo cuscino. Il suo profumo bastò a calmarlo. Anche se non del tutto. Aveva un terribile bisogno di lui. Voleva che Jerry gli stesse accanto, ma era uscito a cacciare e non aveva idea di quando e come sarebbe tornato. Era abbattuto, e anche confuso. L'emicrania gli pulsava nelle tempie e non lo lasciava ragionare

Scese dal letto e appoggiò le mani al vetro della finestra, era rimasto scosso da ciò che aveva visto. Non poteva aver fatto quella strage, non era nella sua indole. Non uccideva nessuno se non per difesa. Non era possibile che avesse fatto una cosa del genere, si rifiutava di credere a quella cosa.

Non gli era sembrato un sogno, ma bensì un ricordo. Forse del periodo della possessione. Di quei mesi non ricordava molto, solo alcuni flash, era come se qualcuno gli avesse fatto un erase totale della memoria. Come se qualcuno avesse con un colpo di spugna cancellato ogni cosa che aveva vissuto. Sette mesi di cui ricordava praticamente il nulla.

Sobbalzò sentendo un rumore, forse Jerry era rientrato. Sperava che non si arrabbiasse perchè era sveglio, ma era sicuro che gli avrebbe fatto una lavata di capo.

"Peter! Ero stato chiaro, perché m'hai aspettato sveglio?" Aveva tono da rimprovero che però scemò all'istante.

Peter tremava come una foglia, e gli stava per esplodere la testa per l'emicrania.

"Veramente stavo dormendo fino a cinque minuti fa..." non riusciva ad essere completamente  lucido, continuava a sentire il sangue colargli dalle mani. Riusciva a sentirne ancora il calore, e quegli occhi lo avevano inquietato. Era tutto troppo reale per essere pura e semplice immaginazione. Qualcosa era successo, che lui ovviamente non poteva ricordare.

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