Capitolo 5 " My happiness is you"

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Jerry si svegliò di soprassalto, non sentiva più il peso di Peter addosso, sbuffò, ancora mezzo rintronato dal sonno. Il sole era oramai in procinto di calare.

Avevano dormito per l'intera giornata! Come avevano fatto era strano, non se lo spiegava.

E in più Peter era sparito, era immensamente irritato; scese dal letto, recuperò il suo intimo e andò verso il salotto.

Dalle vetrate dell'attico il tramonto era qualcosa di bellissimo, di mozzafiato, di indimenticabile.

Peter era seduto sulla sua sedia, assorto nei suoi pensieri, al maggiore sarebbe piaciuto davvero sapere cosa stesse pensando.

Lo sguardo malinconico trasmetteva solo tristezza. Aveva solo la vestaglia nera a coprirlo.

Gli parve fosse consapevole di tutto quello che era successo.

"Sono stufo, di tutto. Eppure qualcosa che ancora mi tiene a galla c'è.... e perdonami, ma non mi immaginavo lontanamente che fossi proprio tu" Non c'era nessun tipo di scherno nella voce né odio. Era solo una constatazione, era difficile ammetterlo, per Peter l'orgoglio era qualcosa di sacro.

Ma era stanco di farsi autolesionismo, Jerry non aveva parole per controbattere.

Anche per lui era stato insolito, aveva detestato per anni Pete. Senza una reale ragione, era molto istintivo. Seguiva le sue pulsioni quando e come più voleva, ma dopo tutto quello che era successo qualcosa era cambiato per sempre.

Per entrambi.

"Non so cosa dire, mi spiazzi." Il sole dipingeva il suo viso di rosso. Era stupendo, si perse nei suoi occhi color mogano.

Sebbene Peter fosse di almeno 20 centimetri più basso per una volta decise di prendere iniziativa.

Si alzò sulle punte dei piedi, gli accarezzò lo zigomo e desiderò che quel momento non finisse mai. Le loro labbra si assaggiarono a vicenda. Un bacio lento, dolce e sensuale.

Si sentì stringere le spalle dalle sue mani forti che poi si spostarono sulla schiena.

"Pete" sussurrò accarezzandogli dolcemente i capelli.

L'altro appoggiò il capo contro il suo petto, si sentiva compreso, si sentiva amato.

Il sole era completamente calato, e aveva lasciato il posto alla sera.

Peter sciolse l'abbraccio, quasi a malincuore; lo prese per mano, Jerry era sorpreso piacevolmente da quanta iniziativa avesse.

Lo portò in bagno, dove una splendida Jacuzzi la faceva da padrona.

Lasciò semplicemente cadere la vestaglia dalle spalle, sotto era ancora nudo e sapeva che lui lo avrebbe guardato. Voleva sentirsi desiderabile, ci stava riuscendo alla grande nel suo intento.

Se avesse potuto battere nuovamente, forse, il suo cuore sarebbe esploso. Era bellissimo, non aveva parole per descriverlo. A volte invidiava le emozioni umane, perchè non era più in grado di interpretarle. Erano secoli che non si comportava in quel modo. Era diventata routine per lui essere distaccato e freddo. Ma con Peter non ci riusciva, non ci sarebbe mai riuscito. Era qualcosa che non era mai riuscito a comprendere, anche in quel momento per Jerry era un mistero. Aveva svegliato la parte più dolce, più umana, aveva messo il mostro arrogante all'angolo. Anche se solo per pochi istanti. Pochi momenti che erano stati più che sufficienti per fargli riscoprire ogni aspetto di emozioni che per lui non avevano alcun valore da molti anni.

Ogni fibra di lui lo desiderava, lo voleva soltanto per sè. Voleva proteggerlo da tutto quello che avrebbe potuto ferirlo, gli avrebbe sempre fatto da scudo. Lo avrebbe protetto anche da se, se fosse stato necessario. Peter non meritava un trattamento ingiusto, aveva già sofferto anche troppo. Sarebbe stata cattiveria spietata e gratuita; troppo anche per uno come lui, che la pietà a stento ricordava che cosa era. Il mostro aveva preso parte di quelle emozioni che aveva sempre provato e le aveva messe in un angolino distante nella sua testa. 

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