Capitolo 1

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Il dolore le si diffuse rapidamente per tutto il corpo, ma la parte che più le faceva male era il polso destro, dove era stata morsa.

Era andata in campeggio con i suoi amici, ma quando avevano sentito degli scricchiolii e degli ululati, un po' troppo vicini, avevano deciso di darsela a gambe e quando lei era inciampata non erano neppure tornati indietro ad aiutarla.

E così era stata morsa da un branco di lupi comparso dal nulla.

Il fuoco che si trovava di fianco a lei aveva cominciato a tremolare e sembrava sul punto di spegnersi. Se fosse successo gli animali l'avrebbero certamente attaccata nuovamente.

Il suo respiro si fece affannoso, tanto che sarebbe potuta andare in iperventilazione se solo non avesse detto al suo cervello di cominciare a calmarsi.

È vero, era sola, ma riusciva ancora a pensare.

"Il fuoco" pensò "devo tenere acceso il fuoco".

E così cercò di fare.

Si alzò leggermente con la schiena cercando di non badare al dolore che provava mentre si sforzava di spostare il braccio sinistro e prendere qualche ramoscello tenuto in disparte dai suoi amici.

Lo buttò sul fuoco sforzandosi di non gemere e, ovviamente, di non farsi sentire da nessuno.

Riuscì ad alzarsi e a mettersi seduta, con la schiena appoggiata ad una pietra non poco lontano dalla fiamma che stava già minacciando di scomparire.

Ben presto delle lacrime di paura cominciarono rigarle le guancie.

Stava per morire, se lo sentiva.

Prese il cellulare dalla tasca e digitò a fatica con la mano sinistra il numero di sua madre, ma non riuscì a premere il tasto verde che sentì dei passi provenire dietro di lei.

Si girò di scatto con un sussulto per lo spavento e, con suo grande stupore, vide un ragazzo che si stava avvicinando.

L'unica cosa che riusciva a vedere erano i capelli castani raccolti in dei dread che gli arrivavano fino alle spalle e la pelle scura.

-Stai bene?- le chiese serio accucciandosi vicino a lei -Come ti chiami?-

-M... Mia- rispose.

Il ragazzo le prese il braccio con la ferita e cominciò ad osservarlo.

-Io sono Luke, credo che avremmo molto di cui parlare-

Mia era sempre più spaventata, in che senso dovevano parlare? Lei stava male e lui doveva solo aiutarla a tornare in se. Dopo quello spavento non avrebbe dormito per giorni, ne era certa.

-Che vuoi dire?- la sua voce era smorzata dal pianto.

La aiutò ad alzarsi.

Ora la ragazza poté vederlo meglio in viso: aveva degli occhi color cioccolato e odorava di pino, come se avesse passato l'ultima ora attaccato ad un albero. Sul braccio destro si poteva intravvedere un tatuaggio uscire dalla manica della maglietta abbastanza larga: la fine di una piuma.

Aveva delle spalle abbastanza larghe, Mia pensò subito che dovesse fare pesi, magari in palestra.

-Tu perché sei qui? È notte fonda-

-Potrei farti la stessa domanda, Mia- il ragazzo sorrise.

Aveva ragione, lei non avrebbe dovuto accettare l'invito dei suoi amici, se ancora si potevano definire tali.

-Ero in campeggio con... delle persone- rispose abbassando la testa.

-E loro sono scappati non appena hanno udito gli ululati, vero?-

-Come lo sai?- gli chiese.

-Perché sono stato io a morderti- le fece l'occhiolino sorridendo.

La nuova lupa [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora