Capitolo 3

426 23 8
                                    

Le giornate in studio passavano veloci, nonostante fossero tremendamente calde e quasi insostenibili. In quel periodo dovevamo registrare tutti i giorni per riuscire a prenderci qualche settimana di vacanza ad agosto.

Alla fine di una giornata, alle 18, Nelson propose a tutti di andare da lui per svagarci un po'. Ci disse che Beatrice sarebbe rimasta a dormire da un'amica e perciò avrebbe avuto casa libera. Ci diede appuntamento per le 19.30.

Uscito dallo studio vidi Cesare che battibeccava con Tonno, senza capirne il motivo. Mi avvicinai per arrivare al nodo della questione e riuscì a sentire le prime parole man mano che mi avvicinavo.
"No Tonno non posso andare con Nicolas, lo sai."

"Ancora con sta storia? Cesare per una volta che sali con lui in macchina non morirai, fidati di me. Senti vez io devo andare a casa a lavarmi e poi passare dai miei, non ho tempo di portarti e poi venirti a prendere."

"Cosa succede qui?"
Intervenni io, appuntandomi di chiedere successivamente perché non sarebbe potuto venire con me.

Si voltarono all'unisono verso di me e poi Tonno esclamò
"Cesare non sa come tornare a casa, ma io non posso accompagnarlo."

Non vedendo quale fosse il problema nel chiedermelo successivamente gli dissi
"Massí Cesi ti accompagno io, ci impieghiamo due secondi dai."

Tonno intervenì ulteriormente
"Infatti vez che problemi ti fai dai, ci vediamo da Nelson tra un'oretta e mezza, a dopo", girò le chiavi della macchina e parti lasciando lì soli me e Cesare.

Ci guardammo per due secondi e poi gli feci un cenno per dirgli di seguirmi fino alla macchina. Quando arrivammo, salimmo e misi in moto. Accese la radio e stavano riproducendo "Missili" di Frah Quintale e Giorgio Poi. Amavo alla follia quella canzone e mi misi a cantarla a squarciagola.
A quanto pare apprezzava anche lui il pezzo, quindi ci mettemmo insieme ad urlare.

"Ti si riempiono gli occhi con le onde del mare.
Ogni volta che va male ne dobbiamo parlare.
Ed io vorrei fare pace ma lanciamo dei missili.
Quanto dobbiamo soffrire prima di un po' d'amore.
Prima di sorridere un po'."

Mentre la cantavo e ascoltavo il testo sentì il pezzo subito dopo che avevo sempre sottovalutato ma che sentendo ora sembrava avesse un enorme significato.

"Odio quando mi volti le spalle e te ne vai via di corsa.
Prendi su la tua borsa.
E non richiami."

Quelle parole arrivarono più dure di quanto mi aspettassi, abbassai di colpo il volume e mi concentrai sulla strada, quasi dimenticandomi della presenza di Cesare. Con fare preoccupato vidi che si girò verso di me e con il tono più confortevole che potesse avere mi chiese

"Hey Nic, tutto ok?"
 
Risposi annuendo e successivamente con "Solo Virginia. Di nuovo"

"Ah capisco, mi dispiace, davvero. Sai che in ogni caso io sono qua per te."

Mi girai verso di lui, gli sorrisi e la conversazione finì lì.

"Allora passo a prenderti alle 19.15, fatti trovare pronto sotto casa tua, puntuale mi raccomando."

"A me dici puntuale? Piuttosto vedi te di non fare tardi. A dopo cretino."

Mi misi a ridere e ripartii per la mia strada.
Arrivato a casa mi feci una doccia veloce e alle 19 in orario puntuale scesi e misi in moto. Recuperai Cesare e mi ricordai di dovergli chiedere il motivo per cui avesse detto a Tonno di non poter venire con me.

"Cesare posso farti una domanda?"

"Certo Nic dimmi tutto."

"Perché prima hai detto a Tonno che non potevi venire con me? Puzzo per caso? O è perché ti sto antipatico?" dissi scherzando.

Cesare's pov

A sentire quella domanda mi bloccai di colpo. Speravo tanto non avesse sentito per non dovermi inventare scuse inutili e mentirgli. Rimasi zitto per qualche secondo, in cerca di una risposta plausibile da dargli. Probabilmente se ne accorse perché a vedere che non rispondevo si girò verso di me con uno sguardo interrogatorio.

"Terra chiama Cesare, tutto a posto?"

"Sisi certo Nic scusa, mi ero un attimo perso. Ma che dici che mi stai antipatico, semplicemente non volevo disturbarti ecco, tutto qua. Non ho nulla da nasconderti!"

Si dai bella questa Cesare, inventatene un'altra la prossima volta. Nonostante il modo in cui l'avessi detto fosse insicuro si limitò a guardarmi e dire "Macché Cesare, sai che puoi chiedermi sempre quello che vuoi."
Mi sorrise e poi rivolse nuovamente il suo sguardo verso la strada. Tirai un sospiro di sollievo e mi domandai quando mai sarei riuscito a dirgli la verità. Forse domani, forse tra un mese o forse, mai.

*******************************
Ed ecco qua il terzo capitolo! Prima di tutto voglio ringraziare tantissimo tutte le persone che hanno letto, votato e commentato questa storia, lo apprezzo davvero tantissimo. Se volete lasciate pure un commento o una stellina che mi fa sempre piacere.
Alla prossima!

Tutto Ciò Che Mi È Sempre Mancato- Cesolas (Space Valley)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora