È scientificamente dimostrato che sorridere produce involontariamente endorfina che allevia il dolore.
Osservarci sorridenti davanti allo specchio in momenti di ansia o stress aiutano a darci piu fiducia in noi e con gli altri.
Ed il movimento di quei 12 semplici muscoli mandano un segnale al cervello che ci rende più propensi a pensieri positivi o non completamente negativi.
Che è diverso dal sorriso depressivo o risata isterica.Sforzarsi di sorridere cambia la vita.
L'ho imparato all'ospedale mentre i medici mi dicevano che dovevo sorridere.
Che era il modo migliore per far passare il dolore.
Che avevo già tantissimo antidolorifici in circolo da giorni e che tutto si riduceva al mio approccio mentale.
Avevo così tanta negatività che non percepivo il più piccolo positivo.
Ho provato la 100smilingdaychaenge , 100 giorni scrivendo le cose per la quale ho sorriso e le 100 cose per la quale avrei potuto sorridere ma stavo male per farlo.
Ricordo che i primi 30-40 giorni i sorrisi si potevano contare su una mano mentre i momenti in cui ero stata negativa erano davvero troppi... poi arrivata a 50-80 giorni i sorrisi e i negativi si equivalevano e piano piano arrivai al 100 giorno e sorridevo.
Sorridevo e se arrivata a letto mi rendevo conto che non avevo ancora sorriso, sorridevo perché stavo lontana dall'ospedale.
Sorridevo per sorridere e i giorni in cui mi addormentavo in lacrime si riducevano sempre di più.
Anche se si stavo ancora male ma riuscivo a Trovare il positivo e a non togliermi la vita.Sorridere mi ha aiutato tanto a trovare la forza per continuare il mio percorso ogni volta, ad ogni caduta ad ogni esitazione.
Sorridere non 24h su 24 ma giusto il tempo per provare un emozione di qualsiasi gente mi ha aiutato a trovare la fiducia in me e pensare per poi fidarmi della mia neuropsichiatra.
lei che poi mi ha aiutato a ricordarmi di sorridere quando in un momento no me ne privai perché pensavo mi impedisse di mostrare il mio enorme dolore ...
Ma poi ho capito che danneggiavo solo me stessa.
Che glia litri già parlavano di me.
Che le mie amiche avevano paura a chiedermi di uscire e le mie nuove compagne di classe avevano paura a sedersi accanto a me.
E no fisicamente ancora non si vedeva nulla, ma il mio sguardo, il mio modo silenzioso di allontanare gli altri non mi stava aiutando a nessuno scopo.
I miei genitori lo sapevano bene cosa stavo passando.
Il dolore riguardava chiunque facesse parte del mio quotidiano.
Io ero solo il mezzo con cui il circolo disfunzionale si stava mostrando.
Io quella più "precisina" , più osservatrice, silenziosa e sensibile ero lo specchio che stava mostrando ciò che stava accadendo attorno a me e che però non riguardava soltanto.
.A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma a volte il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.
È stato solo un sorriso, ed è costato poco darlo ma, come la luce del mattino, ha dissipato il buio e ha reso la giornata degna di essere vissuta.
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Mamma ho paura
Short StoryTante paure ingabbiano chi soffre di DCA. e dopo aver ricevuto mille domande su come abbia iniziato questo percorso di rinascita di cui sono molto orgogliosa vi raccolgo qui ciò di cui mi sono servita per riprendermi la mia vita.