Johnny's POV
Suono al campanello del grande portone bianco in quel posto sperduto
"APRI STRONZO!"
Continuava per l'ennesima volta Tim, quando dalla mia tasca vibrava qualcosa, che mi fece un brivido per tutta la schiena, mi lasciai alle spalle Tim che continuava imperterrito a suonare dal campanello e bussare e ad urlare a squarciagola
"Pronto?" Pronuncio
"JOHNNY!" Una voce squillante, mi fece saltare in aria
"SI!- grido a mia volta -chi è?" Dopo un secondo di pausa chiesi chi eraNon mi era familiare e non avevo memorizzato il numero, in realtà di nessuno, solo quello di mio "padre", Tim, e ovviamente Keira.
"Sono Elizabeth, non ricordi vengo con te a teatro porca puttana! Ma dove hai la testa?!" Continuava a insultarmi e non capivo proprio perché
Sentivo troppe cose, chi mi diceva "figlio di puttana" "come ti permetti" "non pensi a lei" "egoista" "pezzo di merda" e altri insulti che ormai ero abituato a sentire accanto al mio nome, Tim ancora urlava e sentivo le sue corde vocali che gli facevano sempre più male e lui che dallo sforzo diventa sempre più rosso e con le nocche sempre più rosse, sembrava una sfida a chi si sforzava di più. Ad un tratto tutto rallenta, anche il mio cuore, non sento più nulla, volevo solo Keira accanto a me che mi accarezzava e che mi diceva di stare tranquillo, che nonostante il mio modo di essere c'era sempre stata, nonostante ME, c'era sempre stata, e la amavo per il suo coraggio, per la sua risata, che per un qualche motivo la sento, la senti ridere, mi giro per vedete se finalmente, dopo tutta la sofferenza è lì, ma non era come sperato.
Effettivamente la volevo sul mio petto nudo che mi accarezza con le sua dita morbide e paradisiache, mentre mi racconta cosa ha fatto durante la giornata e magari ridere fino a star male, e perché no, fare l'amore insieme, ma tutto riprese in velocità: gli insulti, le grida, le percosse alla porta, il mio cuore, la mia disperazione, tutto ha ripreso così in fretta che sono entrato in crisi"ELIZABETH!" Urlo con tutte le mie forze
Elizabeth non parla
Tim si ferma a guardarmi, sospirò e dico cercando di fermare il nervosismo, che intanto avevo accomunato fino ad ora:
"Che succede" dico ad Elizabeth frugando nella tasca in cerca di sigarette
"Io e Keira stavamo mangiando al Mc." Dice Elizabeth mente cerco nelle tasche che solo dopo ricordai che le avevo lasciate in macchina, spiaccicandomi la mano nella fronte solo come in un cartone, intanto Elizabeth farfugliava parole sensa senzo:
"Non è stata colpa mia, volevo proteggerla volevo dirgli la verità! Non è stata colpa mia..."
"Elizabeth, che cazzo è successo?" Dico in fine, era successo qualcosa e capivo bene che non era una cosa bella
"Bhe ecco...- dice Elizabeth, e sento di star per svenire dalla tensione -...Keira è in ospedale" dice tutto in un fiato, talmente veloce che mi sembra aver capito male...
"Ely... che cosa?"
"Ho detto...- un altro sospiro -che Keira è in ospedale..."
Sta volta più scandito, avevo capito bene la prima volta, Keira era in ospedale, speravo di ver sentito male a causa della tentazione ma non era così, ero lucidissimo, fin troppo, mi ha percorso una scarica per tutto il corpo mentre sentivo come sempre Tim percuotere la porta e Elizabeth che gridava il mio nome
A pugni stretti vado verso Tim e dico a Elizabeth
"Ti sto passando un mio amico, mostragli la strada"
"Ve bene" rispose secca
Tim se ne stava per andare in macchina, ma lo fermai in una spalla per attirare la sua attenzione, appena si rivolse verso di me gli dissi:
"Dì a Keira che sono qua e che tra un po' sono lì con lei, dammi il tuo telefono appena parto ti chiamo mi dici la strada"
"va bene" disse lui secco e incominciò a capire meglio la strada mente si avvicinava alla vettura mezza scassata, ma che ancora riusciva a camminare, ma in quel caso doveva correre, come se doveva vincere una gara, la più importante della sua vita.mentre se ne andava svelto io mi piantai d'avanti alla porta; pensai a tutto quello che pensai: al club, a scuola, Orlando, i soldi che a mala pena riuscivo a mantenere la casa, nessuno mi aiutava perché quel bastardo di Brayan mi ha dato la nomina di "stupratore seriale": d'avanti alla porta bianca gridai con tutte le forze e diedi un calcio, talmente forte che la porta si ruppe, neanche il tempo di realizzare il mega disastro appena compiuto che scavalcai la porta con un balzo e urlai ancora
"BRAYAAAN! BRAYAAAN!- nessuna risposta, strillo -ESCI FUORI FIGLIO DI PUTTANA!"
ancora nulla, stavo in silenzio, in cerca di una risposta, mi si illuminarono gli oggi quando sentii un rumore dal piano di sopra, andai di corsa verso le scale cercando di fare meno rumore possibile, eravamo io e i miei pugni stretti e quasi sembrava che non ci fosse più nessuno, ma ricordai di Brayan grazie ad un rumore che mi fece preparare il pugno verso il rumore, convinto che era lui , ma non era d'vanti ai miei occhi così abbassai lo sguardo;
con mio grande stupore trovai un gatto completamente bianco che mi fissava con i suoi occhi, molto simili a quelli di Brayan, il gatto con molta eleganza come solo un gatto poteva fare; si leccava la zampa, mi chinai verso il felino che non sembrava per niente spaventato
"tu dovresti essere il gatto di Brayan- dico accarezzandolo -vivi in una reggia amico" rido nella speranza che mi possa capire
"si- sento dietro di me, mi giro di scatto e subito dopo aver incrociato gli occhi blu simili a quelli del padrone, inconfondibili, era Brayan che mi diede una botta alla testa che Dio solo lo sa con cosa, ma svenni- si chiama Burcu"L'ultima cosa che sentii dopo chiuder gli occhi e svenire.
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Il palcoscenico della vita {fanfiction[JOHNNY DEPP (young) ❤️] }
FanfictionUna ragazza si iscrive in un corso di teatro, incontra un ragazzo, John Christopher Depp, da molti Johnny Depp, c'è odio tra di loro, completamente diversi, ma gli danno il ruolo dei 2 protagonisi.