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Draco's POV

Le settimane passarono in fretta tra risate e chiacchiere. Avevo imparato molte cose sul mondo babbano... e su Hermione. Sì, esatto. Ora ci chiamavamo per nome. <NO! Caspita Draco! Si dice f o r n o, non florno.> Cavolo. Forno, forno, forno... <Ok, ci sono! Ho capito. Adesso so tutto! Sono prontissimo. Preparo il baule.> Corsi in camera e aprii l'armadio. Presi tutti i vestiti e li buttai nel contenitore. <No, no NO! Santo Godric! Non devi portarti le magliette maniche corte! E' inverno!> Improvvisamente i vestiti si alzarono a mezz'aria. <Sì, sì, no, sì, no, no...> Pensierosa scrutava i vestiti uno a uno. Quelli che reputava adeguati li piegava e li depositava ordinatamente dentro la cassa di legno e cuoio, mentre gli altri li rimetteva dentro l'armadio. <Perfetto, possiamo andare.> Rimpicciolii il baule e lo misi in tasca. Indossai la giacca e uscii dalla camera. Mi avviai insieme a Blaise verso il treno e ci sedemmo in uno scompartimento vuoto. La Granger si sedette accanto a Zabini. <Draco, hai preso anche il mio baule, vero?> feci un cenno del capo. La vidi sorridere, per poi spostare lo sguardo fuori dal finestrino. Il viaggio durò poco e nessuno spiaccicò parola. Arrivati a King's Cross, attraversammo il passaggio e ci infilammo in un bagno di servizio. <Cosa credi di fare?> <Ci smaterializziamo!> La vidi spalancare gli occhi. <Vorrai dire, mi smaterializzo...> Giusto. Lei non può. <Ah, cavolo. L'appartamento è in Argyle Street...> <Ah, potevi dirmelo prima! E' qui vicino! Possiamo benissimo andarci a piedi!> Annuii e la seguii fuori dal quel bagnato angusto.Attraversammo la strada fuori dalla stazione, e neanche cinque minuti dopo arrivammo a destinazione. Era una piccola palazzina, stile cottage, con le finestre bianche colme di fiori. Tirai fuori una chiave dorata che mi aveva dato mia zia Andromeda e aprii la porta. Salimmo le scale fino in cima e aprii la porta dell'appartamento numero 5. Il pavimento era ricoperto da un parquet di legno scuro e le pareti erano bianche. Appena entrati c'era un piccolo corridoio che portava ad una zona open space. A destra c'era un divano di stoffa grigio con un enorme televilone... o qualcosa del genere. Accanto al divano, una piccola porta finestra portava su un terrazzino ricco di fiori e piante con un tavolino e due sedie bianche di metallo. Un enorme tappeto grigio scuro copriva quasi completamente il pavimento di legno. A sinistra si trovava una cucina a ferro di cavallo con i pensili grigi e il piano da lavoro di marmo bianco. Davanti a quest'ultima c'era un'isola degli stessi colori con due sgabelli argentati e un lampadario di cristalli. Dietro la prima porta a destra, (nel corridoio che ho descritto prima) si trovava un enorme letto di ferro bianco con il copriletto grigio e un lucernario. La seconda porta si apriva su una piccola stanza ricca di mobili bianchi, una cabina armadio da riempire. Infine, dietro la terza e ultima porta, si trovava un bagno enorme ed elegante. <Wow> Sorrisi alla sua esclamazione. <Bene, organizziamoci. Prima di tutto svuotiamo il tuo baule. Nel mio ci sono solo dei libri, quindi basta che li metto sugli scaffali. Poi svuotiamo tutti questi scatoloni. Perfavore, passa il dito sul comodino.> feci come mi aveva detto. <Bisogna anche pulire... ok.> Io la guardavo senza capirci nulla. Si avviò verso la cucina e aprii tutti i mobili, finché non trovò una scopa e un poccio. <Io scopo, tu passa con il moccio.> Ah, ecco. Moccio. Fortunatamente l'appartamento era piccolo, quindi in neanche 5 minuti avevamo pulito il pavimento. Poi fece volare per le stanze uno spruzzino con uno straccetto. Subito dopo tutta la polvere non c'era più. In camera svuotò velocemente la mia valigia, mettendo ordinatamente i vestiti al loro posto. Poi mise tutti i libri nella libreria dietro il divano. Io la osservavo con le mani in tasca e un sorrisetto ebete. Quanto avrei voluto prenderla per i fianchi e baciarla... <Vieni, dobbiamo svuotare gli scatoloni.> La seguii in salotto e mettemmo tutti i miei oggetti al loro posto. Appoggiai la clessidra regalatami da mia madre su una mensola e mi girai vero la Granger. Lei incrociò le braccia sotto il seno e sorrise soddisfatta. <Ottimo! Ora dobbiamo fare la spesa! Prima, però, vestiti un po' meno elegante. Nessuno va al supermercato in giacca e cravatta.> Indossai una semplice t-shirt nera e dei pantaloni del medesimo colore. Uscimmo dalla palazzina e la seguii tra le strade di Londra. Fortunatamente era vicino. <Ascoltami bene. Quelli si chiamano carrelli, prendine uno e seguimi.> Feci come mi aveva detto. Dentro quel coso con le ruote, di cui non ricordo il nome, mettemmo un sacco di prodotti, che io nemmeno conosco. Tornammo a casa verso le quattro del pomeriggio. Aiutai Hermione a mettere via la spesa e andai a farmi una doccia. Quando uscii dal bagno misi una t-shirt (è rimasto in boxer😏) e mi avviai verso la cucina. La Granger era ferma davanti ai fornelli che leggeva un libro, mentre un coltello tagliava delle carote e un mestolo mescolava qualcosa sul fuoco. Avrei voluto baciarla, più di ogni altra cosa. <Ah, hai finito la doccia! Oddio... mettiti dei pantaloni! Sei matto?> Scoppiai in una risata mentre lei diventava sempre più rossa. <Dai, Hermione, ti prego! Non mi dire che ti fai problemi!> Mi sedetti sul divano. Presi in mano quella scatolina nera con tanti pallini colorati. Poi, mi venne un' illuminazione. <Granger, mi smaterializzo ad Hogwarts. Devo fare una cosa... faccio in fretta, trenta minuti e sono qua.> Misi dei pantaloni verdi, chiusi gli occhi e quando li riaprii, davanti a me c'era il castello. Corsi tra i corridoi e arrivai in biblioteca. Fortunatamente non c'era nessuno. Andai nella sezione proibita e presi quanti più libri potevo sugli incantesimi. Uscii dalla scuola e ritornai nell'appartamento. <Draco, sei in ritardo di due minuti!> Fece delle smorfie teatrali e mi indicò gli sgabelli. <Allora, spero ti piaccia...> Mi mise davanti un piatto colmo di carne. C'erano delle cosce di pollo e delle verdure. In men che non si dica avevo già finito tutto. <Complimenti, era buonissimo.> Lei sorrise compiaciuta, per poi farsi seria. <Cosa ha fatto ad Hogwarts?> Le sorrisi, tentando di rassicurarla. <Tranquilla, ho solo preso dei libri dalla biblioteca. Libri che stasera leggeremo cercando un incantesimo per renderti corporea!> Mi alzai e le porsi la pila di volumi. <Oh, Draco. Io non penso sia possibile, ma se vuoi provare, facciamolo!> Mi accomodai sul divanetto e inizia a sfogliare le pagine. Era ormai notte inoltrata quando arrivammo all'ultimo libro. <Niente neanche qua.> La Granger chiuse il volume e lo appoggiò sul tavolino. <Senti, stai tranquillo. Non importa... domani andiamo ad Hogwarts e vediamo se possiamo fare qualcosa, Ok?> Basta, non ce la facevo più? Cosa mi stava facendo quella ragazza? <Sì che importa, Hermione. Io... io mi sono innamorato. Ecco l'ho detto!> Pessima idea. Orribile idea. Rimase a fissarmi per qualche secondo, poi parlò. <Anche io ti amo, Draco> La guardo negli occhi. Vorrei baciarla, fare l'amore con lei, accarezzarla... <Basta, non ce la faccio più. Andiamo ad Hogwarts.> Mi alzo e indosso la giacca. <Non possiamo andare adesso, è buio, e freddo, e non c'è il treno...> Risi nervosamente. <Accio Firebolt> Subito arriva la mia scopa e ci salto sopra. <Te l'eri portata via?> <Ovvio, non si sa mai. Sali Granger.> Si sedette dietro dietro di me. Con il pensiero aprì la porta-finestra del terrazzo e volammo verso il castello. 

Era da poco sorto il sole quando atterrammo. Presi la scopa e attraversammo l'enorme portone. La porta dell'infermeria era chiusa a chiave. <Aspetta qua.>Hermione scomparve nel muro e poco dopo sentii un rumore metallico. <Veloce!> Entrai nella stanza e cercai il lettino. Eccola, bella come sempre. Le labbra rosee serrate, come gli occhi. I capelli bruni erano sparsi sul cuscino bianco e il petto si alzava e abbassava regolarmente. Mi sedetti nella sedia di legno accanto al letto e le accarezzai il dorso della mano. <Ti sento> Mi girai di scatto. Il suo fantasma si guardava la mano sinistra. Curioso le misi una mano sopra la pancia. Lei si toccò lo stesso punto. Poi un sorriso comparve sulle mie labbra. <Posso provare una cosa?> Lei annuì debolmente. Mi avvicinai al suo viso e le sfiorai le labbra. Poi la baciai. Era un bacio casto, ovviamente. Ma bastò. La Granger alla mia sinistra lentamente scomparve. <NO! Che succede! Hermione!> Grosse lacrime salate mi scesero lungo le guance. Mi girai verso il suo corpo steso sul letto. Improvvisamente i suoi occhi si aprirono.

°Spazio autrice°

Hola! Colpo di scena! Hermione si sveglia... ma ricorderà la sua storia con Draco? Comunque sono orgogliosissima, ho superato le mille parole. Anzi, da adesso in ogni capitolo scriverò il numero. Mi raccomando, lasciate una stellina! Baci!

1124 PAROLE


𝗚𝗛𝗢𝗦𝗧  𝗗𝗿𝗮𝗺𝗶𝗼𝗻𝗲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora