6

760 33 11
                                    

Mi voltai verso di lei e i nostri sguardi si incatenarono. Mi immersi in quelle enormi pozzanghere ambrate, che esprimevano ansia e preoccupazione. <Dobbiamo andare.> Si alzò dalla sedia e con fare aggraziato uscì dalla biblioteca. La seguii in silenzio per i corridoi, finché non giungemmo davanti al Gargoyle di pietra. <Devi dire "Sorbetto al limone".> Sussurrai la parola d'ordine e salii le scale. Bussai tremante alla porta. <Avanti!> La voce gracchiante dell'anziana signora riecheggiò tra le pareti. Abbassai. la maniglia e a testa alta varcai la soglia. <Oh buongiorno signorino Malfoy! Prego si sieda pure. Mi indico una poltrona verde sulla destra dell'ufficio. <Ah, giusto. Signorina Granger, se vuole si sieda pure nell'altra poltrona...> Guardai in direzione della ragazza e la vidi al quanto basita. <Allora ragazzi vi chiederete perché vi ho convocati...> Scrutai le iridi della preside. <In realtà mi chiedo come faccia a spere di me...> Mi girai verso la Grifondoro e sorrisi. <Devo fare da interprete?> Chiesi rivolto alle due donne. <Sì la prego...> Feci un respiro profondo. <La Granger chiede come fa a sapere che lei è un fantasma, e che io posso vederla.> Un sorriso materno comparve sulle labbra della professoressa. Si girò verso la poltrona rossa. <Vede, signorina Granger, ha presente il sesto senso delle donne?> <Dice di sì> Dissi freddo. <Beh, io ho anche quello da strega, che svilupperà anche lei con l'avvenire degli anni. Questi due fattori insieme mi hanno suggerito che lei era ancora tra di noi. E chi meglio poteva vederla se non il signorino Malfoy? Colui che l'ha vista compiere quell'atto estremo?> Rimanemmo entrambi senza parole. <Perché ci ha convocato?> Chiesi titubante.<Ah sì, giusto. Immagino che lei abbia trovato il modo di partecipare alle lezioni...> Cena aspettare risposta dalla Granger risposi <Sì, le frequenta con me. Io le prendo gli appunti e poi in sala comune lei se li studia.> La Grifona mi guardò accigliata. <Dille che riesco a muovere gli oggetti!> Girai gli occhi e mi rivolsi alla McGranitt <Riesce anche a muovere gli oggetti, con il pensiero.> L'anziana sgranò gli occhi sorpresa. <Interessante, molto interessante. Comunque vorrei che nessuno sapesse dell'accaduto. Dovrò però eleggere un nuovo prefetto Grifondoro. Di conseguenza la sua stanza verrà riassegnata. Mi dispiace molto...> La ragazza chinò il capo delusa. <Tuttavia, sono sicura che non vorrà tornare al suo vecchio dormitorio, quindi ho fatto allargare la stana del signorino Malfoy e ho fatto aggiungere un grande libreria ed un ulteriore poltrona. Spero che non vi crei problemi... >Mi girai verso la Granger e cercai un segno di approvazione, il quale arrivò qualche secondo dopo. <Nessun problema> dissi, dando voce ai pensieri della ragazza. <Ottimo, io non ho nient'altro da dirvi. Arrivederci.> Ci avviamo verso la porta, quando la preside mi chiamò. <Ah, scusi signorino Malfoy, posso scambiare due parole con lei?> Acconsentii mentre la Grifona usciva dall'ufficio. Quando fummo soli, mi girai verso la professoressa. <Bene. Volevo farle le mie condoglianze. So quanto fosse affezionato a sua madre. La avverto inoltre, che non hanno intenzione di rinchiuderla ad Azkaban. Ora vada. > La ringrazia e scesi le scale. Ci avviammo in silenzio verso la Sala Grande. Raggiunta la destinazione mi sedetti al tavolo delle serpi e inizia a mangiare, mentre la Granger fluttuava sopra il tavolo.

Guardai l'orologio a pendolo sopra il camino. Le 22.30. Entrai nella mia stanza notai con poco stupore che la ragazza era seduta sul mio letto, intenta a leggere un qualche libro babbano. Avrei voluto dirle qualcosa, rimproverarla, ma mi limitai a sbuffare sonoramente. Entrai in bagno e dopo essermi spogliato entrai in doccia. <Cosa ti ha detto la McGranitt?> Stranamente non sobbalzai, sapevo che sarebbe entrata. <Non sono affari tuoi.> Risposi più freddo di quanto avrei voluto. <Cos'è successo? C'entra tuo papà?> Aveva centrato il bersaglio. Furioso spensi l'acqua e mi affrettai ad uscire, con un asciugamano intorno alla vita. Volevo spaventarla, farla piangere, magari. Ma non accadde. Una lacrima mi solcò le guance calde e bagnate. Poi successe. Non so perché o come, ma mi liberai di un peso. Le raccontai tutto. <Il giorno prima dell'inizio della scuola, ero in camera mia che preparavo i bagagli. Sentii i miei genitori litigare. Incuriosito scesi le scale e ascoltai di nascosto. Mia mamma urlava contro Lucius. Diceva che io non dovevo diventare come loro, che ero troppo giovane...> Feci un respiro profondo. <Poi improvvisamente ci fu un fascio di luce verde e silenzio. Uscii allo scoperto e vidi mia madre per terra, senza vita. Presi la bacchetta e uccisi mio padre... Non meritava di vivere.> Caddi in ginocchio, preda dei singhiozzi. Lei rimase immobile, guardava dritto davanti a se. <E poi?> E poi? Bella domanda. <Chiamai mia zia Andromeda. Lei si precipitò a casa mia e fece sparire i corpi. Disse che non poteva portarmi a casa sua. Non le chiesi perché... Allora mi ha portato alla Gringott, e dopo aver preso dei galeoni, e averli convertiti in sterline, mi ha comprato un appartamento nella Londra Babbana.> Alzai lo sguardo. Aveva gli occhi colmi di tristezza. Se avesse potuto piangere, a quest'ora sarebbe una fontana. <Mi dispiace. Tantissimo. Almeno abbiamo qualcosa in comune... Io ho obliviato i miei genitori prima della guerra, per proteggerli. Ero la loro unica figlia.> Avrei voluto abbracciarla. <Senti, tra meno di due settimane ci sono le vacanze di natale. Potresti venire a casa mia... sì, sempre se ti va...> Che domanda stupida. Figurati se accettava di stare con un Mangiamorte... <Ok, ci sto. Adesso però vai a dormire.> Mi alzai e mi diressi in bagno per mettermi il pigiama. Avevo un sorriso da ebete stampato in faccia. Che mi stessi innamorando? No. Lo ero già. Ero fottuto. Insomma, chi si innamora di un fantasma? Io, a quanto pare. Uscii pensieroso e mi sedetti sulla poltrona. <Mi tocca metterti a letto come un bambino?> La sua voce angelica mi riportò alla realtà. Non feci in tempo a ribattere che già ero sdraiato sul materasso. La Granger mi rimboccò le coperte con il pensiero. <Io mi siedo qui accanto a te a leggere. Notte!> Si sedette alla mia sinistra. La osservai mentre corrucciava la fronte o si mordeva il labbro inferiore concentrata. Era bellissima. Mi addormentai pensando a lei, alle sue morbide labbra, che prima o poi avrei assaggiato.

Nel frattempo

McGranitt's POV

Camminavo nervosamente davanti alla scrivania. <Ah, eccoti finalmente!> Albus si era appena seduto sull'enorme poltrona. <Mi spieghi dov'eri finito?> Gli chiesi scocciata, battendo il piede sul freddo pavimento di pietra. <Minerva, Minerva. Si calmi la prego. Sono andato a fare un breve giro di ronda, per assicurarmi che tutti i quadri fossero al loro posto. Ah, Severus, prego venga.> Nel ritratto comparve anche Piton. <Bene, finalmente. Adesso ascoltatemi attentamente. NON dovevamo farlo. E' stata un'idea malsana!> <Per Godric, Minerva calmati. Non è successo niente di grave!> La preside scosse la testa turbata. <Albus...> L'anziano la guardò dagli occhialini a mezzaluna. <Minerva cara, ormai quel che è fatto è fatto. Bisogna solo sperare che le cose vadano per il meglio.>

°Spazio Autrice°

Ciao! Ho notato che qualcuno ha letto la mia storia. Vi sono immensamente grata, specialmente perché non ci speravo! Non sto scrivendo perché voglio avere successo, semplicemente perché ho letto tantissime Dramione, e nella maggior parte di queste, la trama era articolata, loro litigavano perché lui  è un Mangiamorte....e la guerra... e bla bla bla. Attenzione, non che non mi piacciano, anzi, reputo grandiose le storie che ho letto, ma ho pensato di scriverne una come vorrei io. Quindi vi spoilero che non ci sarà una seconda guerra magica e loro due non si separeranno. Mi farebbe anche molto piacere se lasciaste una stellina e ovviamente se trovate errori, fatemelo sapere nei commenti. Baci! ❤️

𝗚𝗛𝗢𝗦𝗧  𝗗𝗿𝗮𝗺𝗶𝗼𝗻𝗲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora