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Appena sentii la porta della palazzina chiudersi, inviai un Patronus a Ginny, chiedendole di raggiungermi subito. Cinque minuti dopo la mia migliore amica comparve nel salotto. <Oh WoW, vedo che vi siete sistemati bene. Cosa vuoi?> Mi guardava con disprezzo e una smorfia di delusione sul volto. <Senti Ginevra. So che non ti piace questa cosa che c'è tra me e Draco, ma ti chiedo perfavore di mettere la tua ostilità da parte e ascoltarmi. Per poco tempo, solo qualche ora, possiamo tornare a essere le amiche che eravamo?> Ormai ero sul punto di piangere. La rossa buttò a terra la borsa e mi strinse in un abbraccio. <Dimmi che succede. Ti ha picchiata?> A stento soffocai una risatina nervosa. <Tutt'altro. Penso di essere incinta.> Sentii i suoi muscoli irrigidirsi. <Cosa vuol dire che "pensi"?> Si sciolse dall'abbraccio e le raccontai tutto. <Quindi dobbiamo andare a prendere un test, e non ti senti di farlo da sola. Ho capito bene?> Annuii decisa. <Ottimo! Allora andiamo!> Presi la borsa e dei soldi, poi ci avviammo verso l'uscita. Camminammo fino al supermercato raccontandoci tutto quello che non ci eravamo dette di lì a un mese. Arrivata a destinazione feci la spesa, poi mi diressi con Ginny nel "reparto". <Allora... quale pensi sia il migliore?> Chiesi alla rossa dondolandomi sui talloni. Fortunatamente il "reparto" era isolato dagli altri scaffali, in modo tale che nessuno ci fissasse, mettendoci in imbarazzo. <Non saprei... direi di prenderli tutti.> mise nel carrello un test per ogni marca. In totale ne avevamo dieci. Quando la cassiera arrivò a passare i test, sentii le guance andare a fuoco. In fretta pagai e ritornammo a casa. Mollai la spesa sul bancone della cucina e tirai fuori dalla borsa di plastica i famigerati test. <Bevi acqua, tanta acqua.> Ascoltai il suo consiglio e scolai tre bicchieri. <Ottimo adesso vai in bagno e fai quello che devi fare...> La guardai con la testa leggermente inclinata di lato. <Non puoi venire con me?> La piccola Weasley sospirò e si diresse verso il bagno. Seguii le istruzioni dietro la prima scatolina di cartone poi passai lo stecchetto a Ginevra. I due minuti di attesa erano infinti. Poi sollevai il test e per poco non mi venne un infarto. POSITIVO. Cazzo cazzo cazzo! <Ginny, sono incinta...> Lei guardò l'aggeggio di plastica che tenevo in mano e scrollò le spalle. <Fai anche gli altri per sicurezza...> Feci come mi aveva detto. Niente. Non ce n'era uno che diceva NEGATIVO. Improvvisamente la mia amica sembrò risvegliarsi da uno stato di trance. Prese un test e iniziò a saltare per la casa. <Attenta! Farai male al bambino!> Lei si mise a ridere. <Hermione! Il bambino non è qui!> Alzò la mano destra che reggeva il test. <E' qui!> Posò la sinistra sulla mia pancia. <Sono incinta. Sono incinta!> Avevo realizzato solo in quel momento. Che ritardata. <Ok, e adesso come glielo dico?>  L'ansia prese il posto alla felicità. E se non lo avesse accettato? Insomma, avevamo 19 anni... Avrei dovuto scegliere tra lui e il bambino? <Herm, stai tranquilla. Lui ti ama, lo hai detto tu!> Leggermente confortata dalle parole dell'amica la salutai. Ora ero da sola. Misi via la spesa e mi sedetti sul divano. Scrissi un bigliettino che avvertiva Draco che ero in libreria e tornai fuori. Non mi andava di stare in casa. Comprai una decina di libri su come gestire i neonati, cosa dargli da mangiare o altre informazioni basilari. Alla cassa la donnina minuta con gli occhiali mi squadrò da capo a piedi e fece una smorfia. Forse pensava che fossi troppo giovane, ma ormai la mia decisione l'avevo presa. Il bambino restava, con o senza Draco. Quando tornai trovai la cena già pronta. Appoggiai la borsa vicino all'ingresso e lasciai un bacio a stampo al mio ragazzo. <Dove sei stata?> Mi sedetti accanto a lui e iniziai a mangiare. Feci per bere un sorso di vino, ma optai per dell'acqua naturale. <Stamattina ho fatto la spesa e poi sono andata in libreria> mi girai verso il biondo, ma non lo vidi. Improvvisamente due mani calde mi circondarono la vita. Feci un giro a 180 gradi sullo sgabello e lo guardai negli occhi. Le nostre labbra combaciarono appassionatamente, mentre lui mi sollevava e mi appoggiava sul piano dell'isola. Iniziò a lasciare una scia di baci umidi sul collo per poi sbottonarmi la camicetta. In preda ai gemiti gli misi le mani sul petto e lo spinsi via dolcemente. <Non posso...> dissi mentre velocemente riallacciavo i bottoni. <Che succede? Ho fatto qualcosa? Ho sbagliato... non ti ho neanche> gli misi un dito sulle labbra. <Tu non centri nulla è solo che...> si scostò rapidamente. <Che?> Feci un respiro profondo per calmarmi. <Sono incinta> Ecco, l'avevo detto. Draco rimase pietrificato davanti a me. Poi scosse leggermente il capo. <Sei sicura?> annuii senza mai staccare lo sguardo dai suoi occhi. Un sorriso a trentadue denti comparve sul suo volto. Mi prese per i fianchi e mi sollevò facendomi fare qualche giro. <Ma è stupendo! Dovremo comprare una casa più grande! E poi ci sposeremo! Non vedo l'ora> mi feci contagiare dalla sua risata e lo abbracciai felice.

Due mesi dopo...

<Draco sbrigati!> mi sedetti sul divano e indossai le scarpe da ginnastica. Presi il cappotto e la borsa. <Eccomi.> uscimmo dall'appartamento e scendemmo le scale lentamente. Salii in macchina e ci dirigemmo verso l'ospedale. Avevamo infatti comprato un auto poco tempo prima e Draco si ed impegnato per prendere la patente in un mese. Entrammo in ascensore e poi nella stanza che ci avevano detto. Mi sdraiai sul lettino e qualche minuto dopo vidi i miei bambini. <Sono due gemelli! Complimenti!> strinsi la mano di Draco con più forza e delle lacrime mi solcarono il volto. <No, scusate. Sono... quattro?Caspita che fortuna!> Guardai il ragazzo negli occhi. Era sotto shock. Quattro bambini in una volta sola. Avevo 19 anni! <E si può già sapere il sesso? > chiesi titubante. La dottoressa guardò dubbiosa lo schermo. <Allora, sono due coppie di gemelli uguali, cioè nello stesso ovulo. In uno ci sono due femmine mentre nell'altro due maschietti. Se permette vorrei chiamare un mio collega più esperto per fare ulteriori analisi.> annuii sorridendo e mi girai verso il mio ragazzo. Adesso sicuramente mi avrebbe piantata. Siamo così giovani! O magari mi avrebbe obbligata ad abortire. I miei occhi si incatenarono ai suoi. Il biondo riuscì a dire solo una cosa:<Ci serve una casa più grande>. Sorrisi e gli saltai al collo mentre lacrime salate mi rigavano le guance. Dopo vari controlli il Dottor Martins ci disse che avrei dovuto fare un parto cesario al settimo mese. Ringraziammo e tornammo a casa, pronti per iniziare una nuova vita.

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𝗚𝗛𝗢𝗦𝗧  𝗗𝗿𝗮𝗺𝗶𝗼𝗻𝗲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora