Mia carissima.

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Quando leggerai questa lettera io mi sarò ritirata dalle scene, sarò diventata un'insegnante e tu sarai una grande ballerina, più di quanto io abbia mai sognato.
Mia carissima, mi sembra ancora ieri di vederti al tuo primo saggio di danza, di averti comprato il primo body e le prime mezze punte.
Mia carissima ballerina, mia dolce bambina, ho passato i miei ultimi anni a guardarti sul palco mentre danzavi, a piangere di commozione, di felicità e soddisfazione.
Ricordo ancora il giorno in cui tuo padre ti fece entrare in sala prove, quando iniziasti a copiare la coreografia di Paquita.
Fu bellissimo.
I ruoli si sono invertiti ormai. Io in platea e tu a incantare il pubblico dal palco, da quel magico e lontano mondo di legno, velluto e riflettori colorati.
Quando ti accompagnai alla prima lezione di danza con la maestra Ivana Ulevna, sapevo che saresti diventata la migliore di tutte. Hai sempre avuto delle splendide doti naturali, ma soprattutto una grande passione, qualcosa che non si vede spesso.
Il tuo sorriso quando danzi, la tua delicatezza, lo sguardo che sembra trasformarsi in un mare di stelle.
La tua prima lezione fu la più bella di tutta la mia vita. Quando ti vidi con il tuo body azzurro e le calze color cipria, quasi mi misi a piangere per l'emozione. Farti lo chignon fu una delle parti più belle, e metterti le mezze punte...
I ricordi migliori che conservo, che occupano un posto speciale nel mio cuore, sono tuoi. Il primo vaggito che fosti in grado di fare, le tue prime parole, i primi passi, quando mi dissi che volevi diventare una ballerina.
Sono passati anni ormai, ma sento ancora la musica dello Schiaccianoci che parte, la variazione dei fiocchi di neve e tu, la prima a salire sul palco con il tuo tutù bianco in stile degas che corri in tondo, sorridente e scintillante come un piccolo cristallo di ghiaccio.
Sai che gioia, vederti lì come prima ballerina, come principessa della neve.
La mia principessa in bianco, con il viso coperto di brillantini e la meravigliosa coroncina argentata tra i capelli.
In quel momento lo sentii. Quella senzazione di aver fatto qualcosa di giusto.
Quando riuscisti a entrare alla Royal Accademy of Ballet ho chiesto a tuo padre di procurarsi due biglietti per la prima di Le Corsaire a Covent Garden, anche se probabilmente non lo ricorderai. I biglietti erano già stati tutti comprati.
Quando ogni volta venivi a vedere i balletti della mia compagnia danzavo al meglio.
La magia delle tue visite in camerino, i tuoi mazzi di fiori abbinati ai balletti, quando giocavi con i costumi di scena e le mie punte... a te piacevano soprattutto le Gaynor Minden. Non so perchè, ma erano le tue preferite.
I fiori che mi regalavi, i tuoi sorrisi e i saluti dai palchetti del pubblico...
Ora le cose sono cambiate.
La prima volta che danzasti come prima ballerina al Marinski non riuscivo a crederci.
Nel tuo splendido costume da Giselle, hai incantato non solo me, ma l'intero teatro.
Le ore di prove, di allenamento e di lezioni, gli stage e le audizioni interminabili.
I sacrifici che hai fatto per arrivare a dove sei ora sono stati tanti, ma sono serviti più di quanto sperassi.
Ora che hai ricevuto uno dei titoli più ambiti dalle ballerine di tutto il mondo, spero sarai felice.
Sei un'etoile, la prima ballerina del teatro Marinski e solista del Royal Ballet.
Sei Giselle, Kitri, Esmeralda, Florine, Gayane, Gulnare, Gamzatti.
Sei la migliore ballerina, sei la mia piccola, sei la migliore figlia che potessi desiderare.
La prima ballerina assoluta del futuro sei tu.
Svetlana Zakharova quando ha lasciato il Bolshoi ha detto che avrebbe ceduto il titolo volentieri, anche se non è obbligatorio.
I direttori del Marinski vogliono darti il titolo da tempo ormai, ma aspettano che diventi la nuova prima ballerina del Royal Ballet.
Vorrei dirti altro, ma non trovo più le parole. Era da tanto che cercavo di scriverti questa lettera, e finalmente l'ho fatto.
Io sto cercando di dirti che sono fiera di te, bambina mia, e che se non ti scrivo e non ti chiamo è che per certe cose quei mezzi non vanno più bene.
Non sono mai stata brava a scrivere lettere e sicuramente non sarà poetica o altro, ma ho cercato di mettere tutto quello che volevo dirti, anche se non è grammaticalmente perfetto e non è coeso o coerente.
Sai che perdo il filo, che non sono una scrittrice e che non so dire mai quello che desidero o che mette in campo la sfera sentimentale, ma mi sono impegnata, e spero si capisca.
Mi manca starti vicino e farti da insegnante, guardare i balletti di Carla Fracci e Margot Fonteyn.
Mi manchi bambina mia.
Spero di rivederti presto.
Con tanto amore, la tua mamma.

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