Sette giorni dopo...
Aveva avuto paura dell'apnea finché non aveva scoperto che respirare avrebbe ucciso qualcun altro.
Per sette giorni aveva ignorato Lauren, aveva metabolizzato le parole di quella notte, aveva provato a farle uscire dal suo cervello e poi a capirle. Arrivava sempre alla stessa conclusione: doveva andarsene. Ma non aveva la forza di fronteggiarla di nuovo, non dopo che tutte le loro promesse erano risultate un salto nel vuoto. La rabbia talvolta la consumava fino alla mattina, ma conficcare le unghie nel palmo della mano era l'unica strada che intrapendeva, mentre le sue gambe si opponevano alla volontà di dirlo a suo padre per mettere fine a tutto quello nel modo in cui l'aveva impedito, due volte.
Ma per quanto volesse cancellare dalla faccia della terra la persona che aveva conosciuto quella notte, c'era l'ombra della persona con la quale aveva condiviso tutte le notti precedenti a quella che la tormentava. Era ancora innamorata di quella Lauren, ma non poteva nascondere a sé stessa che innamorarsi di quella che aveva infranto tutti i loro progetti era una realtà che non avrebbe mai accettato, perché non se la meritava. E non si meritava di condividere il letto con una donna che la proteggeva quando si addormentava fra le sue braccia, ma tramava contro di lei quando si voltava di schiena.
Per diciassette anni restare rinchiusa in casa era stata la sua maledizione, mentre gli ultimi sette giorni, spesi fra le mura della sua camera, erano stati l'unica via di salvezza. Per tutti. Non si fidava dei suoi istinti, e non si fidava nemmeno del suo cuore: erano troppo rabbiosi e fragili entrambi.
Dopo il suo compleanno, quando avevano "tentato di rapirla", aveva potuto difendersi con qualche tiro al bersaglio e calci volanti. Essere pronta aveva allontanato un po' la paura. Ma ora non sapeva con cosa schemrarsi, quale arma usare per difendersi. La verità era che aveva passato troppo tempo nella villa a fianco di guardie armate per comprendere che saper colpire qualcuno non avrebbe migliorato i lividi propri.
Quello di cui aveva bisogno era riprendere in mano la sua vita e capire cosa farne. Ma non poteva farlo se restava chiusa nella sua stanza. Dovette convincersi più di due volte ad alzarsi dal letto, ma alla fine lo fece e si sorprese di essere ancora capace di stare in piedi, ma questo sì che la fortificò. Fece una doccia ritemprante, riesumò la lucentezza dei capelli e indossò dei vestiti che non puzzassero di disperazione. Quindi qualsiasi capo che non fosse di flanella. Non aveva in mente grandi progetti, solo scendere al piano di sotto a bere un bicchiere di succo e godersela in giardino. Un piccolo passo verso la normalità. Aveva speso diciassette anni a bramare la libertà, non se la sarebbe fatta portare via da nessuno.
Alejandro stava istruendo sulle direttive che Juan, il fratello di Lauren!!!, aveva stipulato. Camila pretese di attraversare i metri che la separavano dalla cucina come se fosse davvero sott'acqua e potesse sentire niente oltre il proprio respiro. Ma non era leggiadra e invisibile come un delfino. La sua andatura era visibile come la pinna di uno squalo.
«Mila, buongiorno. Noi...» Cominciò suo padre, ma lei era già sparita dentro la cucina. Rimasero tutti in silenzio finché non riemerse, ma stavolta con un bicchiere abbondante di succo all'arancia rossa. Non guardava altro che dritto a sé.
«Ti abbiamo svegliato noi?» Era la prima volta che notavo Alejandro in difficoltà.
«Ero sveglia.» Rispose con voce atona, ormai vicina al giardino.
«Ah ok... E come stai? Hai dormito bene?»
«Bene,» aprì la porta finestra e se la richiuse alle spalle, andando a sedersi al tavolo posizionato al centro del giardino.
Alejandro inspirò profondamente. Non poteva credere che avere una figlia adolescente fosse più complicato che tenere insieme un impero illegale. Forse proprio perché era tanto bravo a infrangerle le regole, non era portato per seguire il codice genitoriale. Come sempre nelle situazioni delicate, lanciò un'occhiata a Shawn che avrebbe già dovuto farlo scattare in piedi, ma invece prima, furtivamente, ricercò l'approvazione di Lauren. Lei annuì una sola volta. Il ragazzo si alzò dal tavolo delle trattative per dirigersi verso il tavolo presieduto da Camila.
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In The Dark
FanfictionAlejandro Cabello, fa parte dei cinque Boss più importanti sulla scacchiera mondiale. Ecco perché ha sempre tenuta la figlia lontana dai riflettori, tentando di proteggerla con tutte le sue forze. Camila Cabello è solo un nome senza volto. O almen...