Capitolo uno

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Ciao a tutti!

Ci tenevo solo a fare una precisazione prima di iniziare la storia.

La copertina principale è stata fatta da @_bvlletproof, mentre quella che vedrete ad ogni capitolo è stata fatta da una mia amica.

Ci tenevo un sacco a ringraziare _bvlletproof perché me lo ha proposto di sua spontanea iniziativa, ed è una bella bella copertina davvero. Grazie mille ancora.

Buona lettura!

Ogni volta che il soffitto tremava, le dita saettavano sulla fondina. Nessun rumore aveva mai sporcato le arringhe di Alejandro, anche i respiri si schiudevano con prudenza sulle labbra. Invece c'era qualcuno al piano di sopra che, sconsideratamente, colpiva il pavimento come fosse un tappeto elastico. Chiunque avrebbe subito delle conseguenze per quella mancanza di rispetto. Chiunque tranne Camila.

«Scusate, mia figlia ha scoperto che il latino le piace tanto quanto a me il whisky.» Per corroborare l'affermazione ingollò un sorso di liquore, girando con le mani il bicchiere e con lo sguardo i sorrisi compiacenti dei suoi accoliti. «La passione scorre ad alta velocità nelle vene dei Cabello.» Tutti ridacchiarono e annuirono, ma sempre a capo basso. Se avessero irritato in qualche modo Alejandro sapevano che era bene mostrarsi timorosi o prepararsi a impugnare la pistola. Ma non era ancora nata una persona più rapace del polso dell'uomo. Sparava pallottole come ingoiava whisky: deciso e sorridente.

«Kordei, voglio sapere come procede la ricognizione sul territorio dei Rojas e dei Lupeto.» Forse quando si trattava d'affari era l'unico momento in cui si poteva star certi: se non avevi eseguito gli ordini nemmeno il liquore avrebbe cancellato la smorfia dalle labbra dell'uomo.

«Bene, signore. I nostri uomini si muovano all'interno e all'esterno come zanzare: pungenti ma invisibili. Non sospettano di niente.» Congiunse coscienziosamente le mani, sporgendosi un po' più avanti sul tavolo per bearsi dei sorrisi soddisfatti. Quello era l'unico momento della giornata, se non della sua vita, in cui sentiva di valere più del suolo che calpestava.

«Ottimo, è di questo che abbiamo bisogno. Restiamo nell'ombra e cerchiamo di capire cosa vogliono fare con il carico d'armi. Non possiamo permettere che lo scambio avvenga, guadagnerebbero troppo e noi che figura ci faremmo?» Trangugiò abbastanza rapidamente da annegare tutte le previsioni nefaste nell fondo del bicchiere, e lasciare che solo quelle ottimistiche li bagnassero le labbra.

«Shawn, voglio che tu e Lauren preparate i vostri uomini. Non so ancora quando attacheremo e come lo faremo, ma voglio avere almeno tre piani d'azione prima di decidere quale sfruttare.» A nessuno passava mai inosservato il fatto che loro due fossero gli unici a cui Alejandro si appellava per nome. Ed era quello il momento in cui Normani sprofondava nuovamente nella poltrona, con le spalle ancora più incassate che prima.

Shawn era il fidanzato di suo figlia. Era l'unico ad averla vista prima dei diciotto. Tre anni prima, per la precisione, quando Alejandro lo aveva ritenuto all'altezza di Camila e aveva organizzato una cena con le migliori intenzioni, sperando che la cubana apprezzasse non solo il suo gesto ma anche il ragazzo con le bretelle. Lo aveva gradito come un bicchiere di limonata fresca in una calda giornata d'agosto. Era palese che Alejandro avesse un occhio di riguardo per lui. Ciò che invece scomodava maggiormente gli animi era l'affetto per Lauren. La corvina aveva fatto gavetta, questo non lo si poteva negare, ma nessuno si aspettava che passasse dai vicoli di strada agli angoli di casa Cabello. Invece Alejandro la considerava l'asso nella manica della sua squadra, e non c'era cosa a cui tenesse di più che i suoi soldi. Esclusa Camila.

«Voi fate tutto questo baccano sempre così presto la mattina?» La voce della ragazza risuonò alle sue spalle.

«Camila, sono le undici.» Notificò suo padre, che giurò di averle sentite mormorare un "appunto".

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