«Sappiamo tutti perché siamo qui.» Shawn versò due dita di whisky nel bicchiere proteso di Alejandro. In realtà i motivi per cui riunirsi erano svariati e indovinare quale avesse condotto tutti in salotto quella mattina era come giocare al lotto.Solo dopo essersi bagnato le labbra Alejandro proseguì: «Quello che è successo durante la missione non è un caso, e tantomeno lo è ciò che è successo durante il compleanno di Camila.» Il tintinnare del ghiaccio ricordava quello dei proiettili. Nella stanza chiunque abbassava lo sguardo quando il bicchiere oscillava nella loro direzione. «Abbiamo una spia, un doppiogiochista che li sta aiutando dall'interno.» Se i suoi avessero potuto uccidere, lo avrebbero fatto, indiscriminatamente.
«A questo tavolo siedono solo le persone di cui mi fido veramente, perciò vi chiedo di essere discreti, ma di tenere la guardia alta, di fare rapporto su tutti i comportamenti che riterrete ambigui e sospetti. Io, Shawn, Lauren, Keana e Normani stiamo organizzando un nuovo colpo, ma dopo ciò che i ci hanno fatto non andremo a riprenderci le armi. Andremo a pareggiare i conti.» Strofinava le dita come se tutta la polvere da sparo si concentrasse sul centro dei suoi polpastrelli, e ne gustava la consistenza fatale con sguardo assorto e ammaliato. «Attacheremo quando meno se lo aspettano, ma stavolta non posso darvi preavviso. Sarà un'imboscata, così nessuna notizia trapelerà prima del momento cruciale.» Se rivolgeva quello sguardo alle persone "fidate", nessuno avrebbe voluto sperimentare quello che conservava per i diffidati.
«Adesso dobbiamo risolvere un altro problema, però.» Con un sorso ingollò il whisky e con un sospiro distese le labbra, come se la sua bocca non potesse indurirsi mentre parlava di quell'argomento.
«Quello che è successo durante la festa di compleanno di Camila sappiamo che non è stata una coincidenza.» Adesso era lui a tenere lo sguardo basso, pentendosi forse di aver trangugiato con tanta ingordigia l'alcol. «È passato un anno da quando mia figlia è qui con noi, e solo da pochi mesi sta conducendo una vita quanto più normale possibile. Ed è proprio durante questi mesi che abbiamo ricevuto un attacco diretto. Quella sera non cercavano me. Volevano lei, perché è l'unico strumento che hanno per ricattarmi. Pensavo che non sarebbe stato un problema proteggerla, ma mia figlia è più testarda di quanto credessi.»
Dillo a me, il subconscio di Lauren non riuscì a trattenersi.
«Ed è per questo che voglio sia sempre al sicuro. Ognuno di voi le starà dietro, tutto il giorno, ogni giorno. Farete a turno. Non accetterà mai questo compromesso, ovviamente, motivo per cui non le diremo niente. La seguirete da lontano e interverrete solo in caso di necessità. Non voglio che la perdite d'occhio nemmeno un fottutissimo attimo, chiaro?» Tutti annuirono all'unisono. Nel contratto indeterminato che avevano firmato con una pallottola al momento dell'arruolamento, non c'era nessuna clausola che indicasse "babysitting", ragion per cui molti cipigli saettavano nella stanza perplessi. «Bene. Lauren, inizi tu.» Alejandro non distolse lo sguardo dal suo mentre si alzava in piedi e la corvina fece altrettanto. «Non ti dispiacerà, visto che tu e Camila siete tanto amiche.» Probabilmente Shawn aveva sibilato qualche parolina di poco gusto all'orecchio di Alejandro, inculcando dubbi che i suoi occhi non avevano mai espresso prima. O forse era solo colpa della cubana, che era stata sfiorata dalle nocche serrate di Shawn per difenderla.
Lauren rispose solo annunendo, incerta di poter verbalizzare pensieri non oltraggiosi. Appena i passi di Alejandro, seguiti da quelli del gruppo prescelto alla missione, si furono allontanati, la corvina inveì a fior di labbra. Trovare Lucy, ancora seduta contrariata in poltrona, non addolcì l'asprità agli angoli della bocca.
«Che c'è?» Domandò scocciata Lauren.
«Niente, stavo solo pensando.» Il modo in cui si mise in piedi aveva un che di minaccioso che l'arroganza della corvina non apprezzava. «Pensando al perché Camila, che in un anno è a malapena uscita dalla sua stanza, abbia rischiato tanto per te.» Quindi si sbagliava. Non era pericolosa come la punta di una lama, ma tagliente quanto essa.
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In The Dark
FanficAlejandro Cabello, fa parte dei cinque Boss più importanti sulla scacchiera mondiale. Ecco perché ha sempre tenuta la figlia lontana dai riflettori, tentando di proteggerla con tutte le sue forze. Camila Cabello è solo un nome senza volto. O almen...