Capitolo 11

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Quattro giorni che non avevo contatti con Louis ed era assurdo come sentissi la mancanza di una persona che conoscevo realmente soltanto da pochi giorni.

Quella maledetta distanza che si era ricreata dopo il nostro avvicinamento stava rovinando quella vacanza che sognavo da una vita: la mia routine quotidiana si svolgeva tra le ore in spiaggia con la mia famiglia -poche- e quelle che passavo solo in camera mia -decisamente troppe- a scrivere canzoni, a dormire e a cercare di non pensare a nulla anche se, inutile nascondere, che il mio pensiero tornava sempre e soltanto su Louis.

Mi resi conto che stavo toccando il fondo e il tutto per una persona che nonostante sentissi di conoscere da una vita, conoscevo realmente sono da pochi giorni.

I suoi baci mi mancavano come l'ossigeno, la stessa cosa valeva per i suoi abbracci che mi facevano sentire al sicuro e per le sue risate che mi facevano tornare il sorriso.

Dovevo provare a dimenticarlo, non potevo continuare a stare così, ne valeva la mia salute e non mi importava se Gemma stava ancora con Louis oppure no, non mi importava se ero a Miami lontano migliaia di chilometri da casa mia ma mi importava che stavo rovinando tutto per il mio assente autocontrollo.

Quel pomeriggio decisi di andare in spiaggia prima degli altri, da solo, in una zona diversa dalla solita dove forse avrei potuto conoscere qualcuno con cui sarei riuscito a sostituire Louis nella mia mente, sostituire perchè dimenticare era impossibile.

Lasciai un messaggio sul tavolo avvisando i miei genitori della mia scelta e, dopo aver preso il cellulare e aver indossato i miei ray-ban neri, uscì di casa.

Per arrivare alla spiaggia ci avrei messo circa quindici minuti a piedi e decisi di allungare il tragitto passando per il centro città che non avevo ancora esplorato al meglio: osservai le vetrine, cercai locali carini in cui sarei potuto andare e, come sempre, mi sembrava di trovare Louis in ogni angolo in cui guardavo, mi sembrava di vedere i suoi occhi nel bambino che correva con in mano un palloncino a forma di moto, mi sembrava di rivedere il suo modo di camminare con le mani in tasca nel ragazzo davanti a me e mi sembrava di riconoscere il suo taglio di capelli nell'uomo che mi aveva distribuito un volantino su una nuova discoteca che inaugurava quella stessa sera la sua apertura con entrata e drink gratis.

Osservai il volantino tra le mie mani e pensai che, forse, quell'evento sarebbe stato un buon modo per migliorare quella vacanza e qualche drink mi avrebbe aiutato certamente a dimenticare per qualche ora Louis.

**

A cena non dovetti subire sguardi celati da Louis e da Gemma, non sapevo dove fossero e non avevo nessuna intenzione di chiedere qualunque tipo di informazione riguardo loro.

«Stasera esco, non aspettatemi sveglio.» borbotto mentre mastico un pezzo di pizza.

«E, sentiamo, dove vai?» chiede apprensiva mia madre.

«C'è l'inaugurazione di un nuovo locale in centro..»

«Ok.. ma stai attento!»

Mia madre era sempre stata molto protettiva nei miei confronti: forse perché, essendo il figlio minore, mi riteneva sempre piccolo o forse semplicemente perché ero suo figlio e, non nego, che i suoi atteggiamenti protettivi mi facevano piacere, mi facevano sentire amato almeno un po'; non importava se non ero più il neonato tutto ricci e occhi verdi, per mia madre ero sempre il suo piccolino.

Treacherous || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora